Continua l’avventura di “Sasà” nel suo viaggio in moto in Nepal. In questa parte tutti i dettagli organizzativi.
Prosegue il nostro viaggio in moto in Nepal. Per la gioia di Alex percorriamo 130 km di asfalto su e giù tra alte montagne e verdi vallate, fino a che già stufo non decido di fare una deviazione in direzione Tansen, dove c’è un famoso palazzo abbandonato di fianco al fiume. Ciò che però non sapevo è che per arrivarci ci sono da fare 8 km in off road che iniziano con una semplice strada banca, ma più si scende più diventa insidiosa perché anche questa è fatta di rocce e tantissimo fango. Qui ancora una volta Alex essendo minuto, trova difficoltà a controllare la pesante moto che continua a scivolare. Riusciamo comunque ad arrivare al palazzo, anche se il pensiero di Alex è come farà a risalire considerando che sta iniziando a fare buio.
Riprendiamo le moto ed iniziamo la nostra risalita, il fondo è scivoloso e la strada in alcuni punti e franata a causa della stagione delle piogge appena terminata, ma resto dietro Alex e lo aiuto nei punti critici, fino a che non cade disarcionato da una pietra smossa , quindi prendo la sua moto e risalgo la difficile salita, ma prima che faccia buio siamo su asfalto. Veniamo ripagati in lontananza dalle innevate vette del Mustang, grazie ad un cielo terso e limpido e troviamo una economica sistemazione per la notte a meno di 2 euro per riprenderci dalle fatiche.
Oggi non ho in programma nessuna deviazione sarà tutto asfaltato, ed intanto che guidiamo abbandoniamo le alture per entrare nella zona ai confini con l’India dove il caldo inizia ad esser asfissiante. Raggiungiamo Lumbini dove faremo una breve sosta per visitare i templi Buddisti e ripartiamo in direzione Chitwan famosa per il suo parco nazionale dove ci sono rinoceronti, elefanti e tigri. Non riuscendo a coprire tutti i 220 km che erano in programma ci fermiamo per la notte in uno sperduto villaggio sulla strada. Riprendiamo la marcia il giorno seguente ma sono stanco e annebbiato dal caldo così sbaglio strada e percorro 30 km prima di accorgermene e ritornare indietro. Il caos sulle strade e stressante bisogna stare molto attenti ed Alex, che tarda ad arrivare, mi racconterà che per evitare un Camion, che aveva deciso di sorpassare in curva fregandosene che era li, si è dovuto lanciare fuori dalla strada salvandosi fortunatamente da un sicuro frontale. Arriviamo finalmente a Chitwan dove nostro malgrado capiamo che l’unico modo per vedere i Rinoceronti è prender parte ad una escursione con gli elefanti. Orde di turisti che cavalcano i poveri animali sono un pessimo spettacolo, ma fortunatamente riusciamo a vedere il corazzato animale, espressione di potenza allo stato puro.
Il giorno seguente andiamo a scoprire i dintorni con le nostre moto ma veniamo avvisati di stare attenti alle tigri, noi ovviamente la prendiamo come una raccomandazione di rito e ci infiliamo nella giungla in direzione dei 25.000 laghi, 3 km di una strada sterrata che ci dicono esser molto difficili, effettivamente il fango è tanto e le moto quasi vi sprofondano dentro ma noi non demordiamo ed arriviamo ai laghi, dove ancora una volta veniamo avvisati della presenza delle tigri, ad una nostra faccia alquanto incredula il militare ci mostra un video girato al mattino presto mentre in jeep percorrevano la nostra stessa strada.
Ora sapere di dover ripercorrere la strada al ritroso ci fa pensare a cosa faremo se dovessimo incontrare la tigre, non siamo di certo al sicuro sopra una jeep con un fucile in mano. Al ritorno sento Alex chiamarmi mentre lo supero in una pozzanghera, ha scelto la strada sbagliata e la moto è sprofondata nel fango, scendo ed immergo i piedi fino alle caviglie nel fango per tirarlo fuori ma il pensiero non può che non andare alla nostra “amica” tigre. Per fortuna del regale felino nessuna traccia, o almeno forse sarà stato lui a vedere noi , quindi torniamo in albergo e dopo una cena a base di pizza prepariamo i bagagli per ripartire.
Allacciato il casco ed imboccata una strada tra le campagne facciamo forse quello che è l’incontro più bello dell’intero viaggio, un elefante intento a lavorare il cui “driver” ci permette di fare fotografie con l’enorme pachiderma. Riprendiamo la strada in direzione Kathmandu, iniziamo a salire per valicare le alte montagne che la proteggono, saliamo fino a quota 2600 metri dove fa freddo e veniamo sorpresi da un forte temporale, Alex non è attrezzato come me e mentre io mi salvo grazie al mio abbigliamento tecnico lui finisce bagnato dalla testa ai piedi, ed è per questo che decidiamo di fermarci prima, arrivati su di uno splendido bacino artificiale troviamo un piccolo albergo dove alloggiamo per la notte.
Fortuna che c’è il sole e riprendiamo la marcia, decido ancora una volta di fare una deviazione in fuoristrada e dal mio punto di vista vengo ripagato dalla splendida strada a strapiombo su un Canyon. Raggiungiamo la bellissima Dhaginkali dove ci fermiamo in un monastero buddista e veniamo accompagnati da un piccolo monaco alla visita, cerchiamo di capire come vivono e cosa fanno 360 bambini e ragazzi in questo luogo che praticamente è come se fosse un orfanotrofio. Un po’ più consapevoli riprendiamo la strada e dopo poco siamo ancora nel traffico congestionato e senza regole della caotica Capitale, ma la nostra meta è Bhaktapur dove arriveremo nel primo pomeriggio e dopo una doccia facciamo una veloce visita atlantica città e alla sua spettacolare piazza.
Ormai il viaggio volge al termine ma abbiamo ancora una cosa da vedere, il villaggio di montagna di Nagarkot da dove dicono si abbia la migliore vista sull’Himalaya. Io mi “dimentico” però di dire ad Alex che c’era la possibilità di salirci su asfalto e nonostante mi abbiano detto che la strada è molto difficile imbocco quello che sarà l’ultimo off del viaggio. Devo ammettere questa volta che effettivamente la quantità di rocce è maggiore a quella incontrata fino ad ora, sentendomi quindi in colpa seguo Alex cercando di aiutarlo, non so perché ma lui decide di prendere un piccolo sentiero a bordo strada per evitare le rocce, non faccio nemmeno in tempo ad urlargli di tornare in strada che prendendo una pietra viene scaraventato giù da un dirupo, fortunatamente la moto resta su e lui viene fermato 3-4 metri sotto di me da un albero. Risalito lo aiuto a tirar su la moto e, scortandolo ancora, arriviamo al villaggio dove a causa delle nubi la vista sulla catena montuosa più alta del mondo è completamente coperta.
Tempo di rientrare nella capitale dove torniamo a far visita ai nostri amici dell’orfanotrofio e continuiamo a giocare con loro fino a che, dopo più di 1500 km, mi si rompe il cavo della frizione e sarò costretto a guidare nel caos il giorno seguente senza leva per riportare la moto all’agenzia che ce le ha affittate. Preparo i bagagli ed è già momento per tirare le somme di quello che è stato un viaggio fantastico in un paese duro da vivere, dove siamo stati accolti sempre con il sorriso, ed io mi sento fortunato a poter viaggiare e conoscere il mondo.
INFO E COSTI VIAGGIO IN MOTO IN NEPAL:
Se dopo aver letto questo articolo state pensando: Si si bello ma non può che restare un sogno, chissà che organizzazione c’è dietro ad un viaggio in moto in Nepal, chissà quanto sarà costato non potrò mai permettermelo… ebbene sappiate che vi state sbagliando!
Il nostro Nepal in moto è un viaggio alla portata di tutti, certo non stiamo dicendo che chiunque senza un minimo di esperienza può affrontarlo, ma se siete persone che in moto ci sanno andare, se avete spirito di adattamento allora è un viaggio possibile da affrontare, sempre tenendo presente i rischi di un viaggio avventuroso.
Ma andiamo alla scoperta di tutto quello che c’è da sapere , costi, documenti e quant’altro. Iniziamo con il dirvi che per un viaggio di 3 settimane organizzato con un minimo di anticipo e con voli prenotati in tempo si riesce a contenere le spese tra i 1.500 e 1.800 euro incluso voli e noleggio moto.
Ora scendiamo nei dettagli:
Costo volo Omanair 450 euro preso con largo anticipo e con partenza a Settembre quindi in un periodo di bassa stagione.
Affitto moto, il cui prezzo dipende dai giorni. A me era costato 400-500 dollari presso l’agenzia : http://www.bikemandu.com
Per quanto riguarda i documenti, il Nepal non necessita di permessi particolari ne visto che può esser acquistato in aeroporto ad un costo di 50 euro, gli unici permessi di cui avrete bisogno sono eventualmente: il permesso per la salita al Low Mustang che viene rilasciato all’ufficio del turismo di Pokhara ad un costo di 50 dollari e dura una decina di giorni e quello per l’High Mustang che ha un costo di 450 dollari e non è possibile avventurarsi da soli ma bisogna prendere parte ad un tour guidato.
Per alberghi, ristoranti, visite guidate e quant’altro sappiate che il costo della vita in Nepal è veramente basso, a me è capitato di dormire con cifre vicine ai 50 centesimi di euro e mangiare per anche meno, certo se siete un po’ “schizzinosi” magari non è il viaggio che fa per voi, ma se vi adattate senza problemi potrete veramente fare una delle vacanze più economiche della vostra vita.
In Nepal, inoltre, non è obbligatoria nessun tipo di vaccinazione ne profilassi, le uniche due cose a cui vi consiglio di far attenzione sono le condizione igieniche, spesso molto al di sotto dei nostri standard, ma sopratutto se decidete di salire di altitudine vi consiglio di salire molto lentamente, per permettere al corpo di ambientarsi al cambiamento di pressione, altrimenti il rischio è nausea e spossatezza.
Ulteriori spese che ho sostenuto ma sono facoltative, quindi possono abbassare il costo che vi ho detto, sono: 250 euro che ho deciso di donare all’orfanotrofio che ho visitato ad inizio viaggio.
In ultimo, per quanto riguarda internet e la connessione io, come in ogni viaggio, ho acquistato una scheda locale con dati che ho utilizzato per tutto il viaggio senza particolari problemi.
Questo a mio parere è tutto ciò che c’è da sapere se volete organizzare un viaggio in moto in Nepal, non vi resta altro che prendere il vostro pc, collegarvi ad internet e programmare il vostro sogno.
Testo e foto di Salvatore Di Benedetto
Palazzo di Tansen
Parco Nazionale Chitina