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La vera storia del Furbinentreffen (e perché non farselo sfuggire)

Il raduno invernale d’Italia più longevo, ma anche il primo treffen nazionale, sull’onda di un’idea scanzonata. Questo è il Furbinentreffen!

Correva l’anno 1999 e mi arrivò la telefonata di un amico. All’epoca abitavo a Firenze dove dirigevo il giornale Mondo Ducati. Questo amico lo avevo conosciuto qualche anno prima, proprio in occasione di una presentazione della Casa bolognese a Jerez della Frontera. Da allora ci eravamo sentiti e visti numerose volte, anche grazie alla mia frequentazione con la Romagna e il circuito di Misano, al punto che mi nominò romagnolo onorario, con l’ironia tipica di quegli emiliani un po’ bastardi (nel senso a metà fra due territori) che sono i bolognesi.

“Mo senti, se organizzassimo un evento alternativo all’elefantentreffen?” – esordì – “una cosa furba, che dopo aver fatto strada al freddo, invece di buttarsi in una pozza gelata si possa godere la nostra bella accoglienza”. La cosa destò la mia curiosità. Andrea Leggieri, questo è il nome del bastardo emiliano, si occupava da tempo di turismo in moto e collaborava con Mototurismo, giornale in cui qualche anno dopo avrei lavorato come vicedirettore.

“Avrei anche il nome: Furbinentreffen disse.

Trovai la cosa subito interessante e dopo qualche istante replicai: “io avrei la location!”.

Mi era subito balzata in mente, per diversi motivi, Sorrento, la bellissima località campana. Il primo motivo era il forte legame che ho fin da piccolo con questa perla del tirreno, visto che i miei zii napoletani la frequentavano assiduamente e quindi me l’avevano fatta frequentare.

Si andava a mangiare partendo da casa dei parenti a Napoli, dove “noi milanesi” facevamo base per le vacanze.

La vera scoperta fu nel 1973 con un altro zio, presso cui feci diversi giorni in una casa antica (un po’ inquietante invero), ma in pieno centro storico. L’atmosfera internazionale, i tanti turisti d’ogni luogo, molti vestiti da cristi e madonne (era l’anno di Jesus Christ Superstar), la musica, il colore, i sapori e i profumi si erano fissati nella mia mente.

Non molto tempo prima della proposta di Leggieri ci ero tornato grazie all’invito del Ducati Club locale, dove conobbi un altro personaggio di cui non sono ancora riuscito a liberarmi: Andrea Caso, un concentrato di simpatia cazzara, che gli metteresti le mani al collo per strangolarlo ogni 5 minuti.

In quella occasione conobbi un altro motociclista, Luigi De Pasquale (Gigi per tutti), nonché titolare di una delle concessionarie più famose di Sorrento: Il Centauro. Nella zona, infatti, questo amico è da tutti chiamato Giggi O’Centauro.

Trovata la location e i referenti sul posto mancava il logo, ma mi venne una bella idea.

Messi insieme gli elementi esposi ad Andrea (il bastardo emiliano) la mia idea per il logo e dissi:

“Che ne pensi di un elefante che va in una direzione tutto bardato per il freddo e un topolino che gli passa sopra la proboscide nell’altra direzione?” “.

“Mi pare un po’ complicato” disse Leggieri. “Lasciami fare” replicai.

Chiamai allora Marplo, in arte Marcello Plotegher, il mio disegnatore di Mondo Ducati e gli esposi l’idea. Ora dovete sapere che Marplo sembra abbia la capacità di connettersi al mio cervello estraendo le immagini dalla mia mente per metterle su carta. Forse è talmente bravo da farlo con tutti, ma per quanto mi riguarda la cosa è impressionante. Ed ecco nascere il logo che ancora oggi contraddistingue il Furbinentreffen.

La prima edizione del Furbinentreffen al cambio di millennio

Dalla straordinaria data dell’anno 2000, la prima decina di edizioni si svolsero come previsto nelle date del raduno teutonico, i giorni della merla, ma poi dovemmo spostarlo di un mese in avanti. Questo perché oramai aveva raggiunto una sua identità e poi perché l’imprevedibile meteo riversò per diversi anni sull’Appennino, la neve mancante dalle Alpi, con conseguente blocco dell’Italia a metà e grandi difficoltà per chi doveva sobbarcarsi oltre 1000 chilometri per arrivare.

Molti superavano Roma per la prima volta, rimanendo stupiti dalla bellezza e l’accoglienza dei luoghi campani, anche grazie al tour del sabato, momento clou dell’evento.

La Campania cominciava a riconquistare considerazione fra i turisti nazionali e ci piace pensare che un pochino abbiamo contribuito anche noi. Ogni anno la tematica del “giro sulle costiere” cambia. Siamo passati dal “Tour di Pulcinella” a quello del Saraceno, dal “Tour Marinaresco” a quello dedicato a una grande canzone, evocativa dopo la pandemia: “Torna a Surriento”. Tematiche che hanno dato l’occasione di sviluppare itinerari, dove scoprire un angolo di bellezza e una delicatezza gastronomica.

Se non ci siete mai stati credo vi siate persi qualcosa, ma siete in tempo per rimediare. Ne volete sapere di più? Andate sul sito www.furbinentreffen.it

E se avete qualche dubbio sull’arrivare a Sorrento, sappiate che avrete dubbi maggiori nel doverla lasciare.

 

 

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