Imboccata la Nazionale 7 sulla West Coast, Daniela e Maurizio con la loro Moto Guzzi salutano la cittadina degli agrumi e proseguono verso nord per 600 chilometri.
La N7 è una strada ben tenuta, non incontrano auto, solo qualche camion ad intervalli anche di tre quarti d’ora. Tutt’intorno l’erba è di un colore giallo paglia, aridi campi sono a tratti punteggiati da piccoli cespugli e più lontano basse formazioni rocciose di un colore rosso. Il paesaggio ricorda loro l’avventura vissuta due anni fa attraversando l’ Australia: panorami immensi che si ripetono uguali per tempi e distanze infinite.
Attraversano l’arida zona del Namaqualand – sito inscritto tra i Patrimoni dell’UNESCO che in primavera si ricopre di coloratissimi fiori, meta del turismo locale e internazionale – fino ad incrociare l’Orange river a Vioolsdrif. Il fiume fa da confine naturale nella sua parte finale tra il Sudafrica e la Namibia: sono famose le “100 cascate” nell’Augrabries Falls National Park e sfocia nell’Oceano Atlantico vicino ad Alexander Bay.
Superata facilmente la dogana i nostri amici fanno altri 140 Km fino all’ insediamento di Grunau dove cenano e alloggiano presso la White House Guest Farm gestita da proprietari cordiali e premurosi. Al mattino presto c’è la brina, la temperatura è sotto zero di 2 gradi, si dirigono per ammirare il Fisch River Canyon secondo solamente al Grand Canyon in Nordamerica con profondità fino a 500 metri. Principale responsabile del fenomeno erosivo è il fiume Fish River ormai quasi secco per gran parte dell’anno ma che da vita ad alcune specie di mammiferi come la rara zebra di Hartmann, uccelli come l’aquila nera, martin pescatore, pellicani e struzzi, vari rettili, pesci gatto ed insetti.
Daniela e Maurizio riprendono l’asfaltata B1 per risalire a Keetmanshoop capitale della regione di Karas fondata nel 1866 dalla Società Missionaria Renana finanziata dall’imprenditore tedesco Johann Keetman da cui prende il nome. La città è luogo di incontro delle locali popolazioni dedite all’allevamento degli ovini: i nostri hanno l’impressione di una città che ti ha chiuso fuori: barriere di ferro su qualsiasi finestra o porta, all’interno dei negozi non c’è la merce direttamente esposta ma tutto è sotto sbarra, i generi alimentari sono protetti come oro e diamanti. Anche qui enormi differenze tra i molti poveri e i pochi ricchi creano situazioni insostenibili. All’interno della casa fortezza che li ospita, Daniela e Maurizio si collegano ad internet e ci inviano queste prime immagini.