Quello che è chiaro è che prima o poi mi sarei cacciato nei guai in moto. In effetti se uno se lo cerca…prima o poi il grugno ce lo sbatte.
E’ ormai diverso tempo che mi rendo conto che forse sto tirando troppo la corda mi piace sempre più spesso cercare percorsi sconosciuti. Adoro trovare e visitare posti abbandonati, e questi ovviamente si trovano per la maggior parte delle volte in luoghi difficilmente raggiungibili. Non so come si potrebbe definire se una malattia o semplicemente curiosità, ma so per certo che molte volte può essere rischioso. Raggiungere i posti abbandonati è affascinante, e spesso questi sono avvolti da mistero o da leggende.
Non posso nascondere che delle volte ho anche avuto la classica “pelle d’oca”; ricordo ad esempio il ingrosso disagio che provai quando visita Case Scapini, il paese abbandonato in provincia di Parma. Come al solito ci andai da solo e la cosa che mi colpi di più fu nel trovare una tenda di una finestra ancora in buono stato, eppure quasi tutte le strutture delle case erano praticamente crollate. Ho continuato la ricerca verso posti abbandonati e anche di percorsi off-road non conosciuti o perlomeno poco frequentati, e nell’ultima mia perlustrazione non ho rispettato una delle regole fondamentali, cioè di andare sempre in compagnia. Qualche giorno fa, in sella alla mia Super Ténéré sono andato a fare un giro in collina semplicemente per un giro rilassante, non cercavo niente di particolare se non quello di ammirare il panorama che si apprezza dal nostra appennino emiliano. Verso le 18:00 ho cominciato il rientro verso casa fin quando ad un certo punto ho scorto un sentiero che sembrava portare verso la cima di una montagna.
Non ho resistito molto e in un batter d’occhio ho mollato l’asfalto per imboccare il sentiero, mi sembrava decisamente troppo invitante e facilmente raggiungibile la cima. Ha inserito la mappa motore offroad che lascia libera la ruota posteriore dal controllo di trazione e dall’ABS. Felice come un bimbo che lecca il coltello sporco di Nutella, ho iniziato a percorrere il primo tratto di strada, scorrevole e che saliva verso l’alto in maniera graduale. Insomma tutto andava bene, ma dopo un paio di chilometri di sterrato, il sentiero, appena dopo una stretta curva, è cambiato totalmente d’inclinazione, con una salita decisamente più ripida. Non ho avuto molto tempo per poter decidere, anche perché mi era praticamente impossibile far manovra con la moto, poiché non c’era abbastanza spazio per fare una inversione a U.
Quindi speranzoso di riuscire a oltrepassare quel tratto di salita ho spinto con più velocità la moto, ma dopo soli 300/400 metri, come si dice in questi casi mi sono completamente piantato in un bel guado di fango. In sostanza mi sono trovato da solo in un luogo disabitato e senza grossa possibilità di essere aiutato. Ormai erano quasi le 19, il sole era quasi completamente tramontato e, il buio era imminente; ecco in quel momento ho capito di trovarmi nei guai.
Presto sono arrivato alla conclusione che da lì, da solo, la moto non l’avrei mai tirata fuori, quindi avevo assolutamente bisogno di cercare soccorso; non nascondo che ho incominciato pure ad avere un “pochino di strizza”. Ma un pizzico di fortuna mi ha aiutato, poiché perlomeno il telefono aveva segnale, quindi ho chiamato mio fratello di cercare di venirmi a prendere con il suo Land Rover Defender. Rapidamente sono riuscito a condividere la mia posizione tramite il GPS del telefonino, se non l’avessi avuto erano veramente cavoli…evviva la tecnologia. In sostanza è bastato aprire google.it/maps, cliccare sul pulsante che dice la propria posizione, e inviarla tramite whatsapp. L’operazione è veramente semplice, imparatela è assolutamente utile in qualsiasi situazione. In sostanza mi trovavo vicino al comune di Sordiglio (R.E.), distante però da qualsiasi forma di vita…che non fossero cervi o cinghiali. Dopo circa un’oretta e mezza è arrivato il fratellone, e piano piano e con una fatica pazzesca siamo riusciti a mano a tirare fuori la mastodontica moto…, senza poter usufruire dell’aiuto del fuoristrada, poiché gli ultimi 100 mt…erano impraticabili per una quattro ruote.
Posso garantire che trovarsi al buio, al freddo e nel silenzio più assoluto…fa spaventare abbastanza; ogni tanto in realtà ho acceso i fari della moto, solo per qualche minuto per non scaricare la batteria. Ho promesso, praticamente ad amici e parenti…di darmi una calmata, che forse è ora che il mio “spirito d’avventura” come lo definisce mio figlio, deve essere controllato. Il direttore mi ha già modificato il ruolo da “Responsabile Prove” a Irresponsabile Prove” e minaccia di defenestrarmi completamente dalla testata. Si mi devo dare una calmata, anche perché domani danno brutto tempo…
Certo che se non avessi avuto questo spirito e curiosità, non avrei raggiunto questi straordinari posti:
La foto qui sotto è stata scattata in prossimità del Lago di Campotosto (AQ), ovviamente da solo con autoscatto.
La foto qui sotto è sempre stata fatta in Abruzzo, vicino al comune di Collarmele (AQ).
La foto qui sotto è stata fatta vicino al Passo del Lagastrello
La foto qui sotto è stata fatta vicino a Prata d’Ansidonia (AQ), nell’area Archeologica di Peltuinum.
Ora per un semplice inciampo, dovrei rinunciare a tutto questo? Il direttore dice di si, voi che ne dite?