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6Nations Raid I° parte: Croazia, Bosnia ed Erzegovina e Montenegro

6 Nations Raid

6 Nations Raid

Il nostro 6Nations Raid, il viaggio avventura nei Balcani Occidentali attraversando ben 5 nazioni, in un percorso unico di scenari e bei tratti di fuoristrada. Salite in sella, vi verrà voglia di partire velocemente.

Foto di Amedeo Roma

L’obiettivo del 6Nations Raid è attraversare ben sei nazioni: Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Kosovo e Macedonia. Attraverso le montagne, in posti unici, difficilmente raggiungibili se non si è in sella ad una enduro, se non si ha esperienza di fuoristrada e se non è provvisti di grossa voglia di avventura.

Questo viaggio non è per tutti, questo è ben chiaro da quello che è lo scopo del viaggio, scoprire i Balcani Occidentali, attraversando percorsi off-road per la maggior parte in alta montagna. Ci vuole un po’ d’esperienza su percorsi che alle volte mettono alla prova pilota e moto, con la seconda che deve essere assolutamente un enduro equipaggiata con pneumatici di tipo tassellato. Fatta questa premessa, se avete voglia di tornare a casa sfiniti, ma felici di aver visto e guidato in posti incredibili, non vi resta che iscrivervi al prossimo evento organizzato da Camelus Adventures http://www.camelus.it/.

Da Trieste, attraversiamo la Croazia e a sera arriviamo in Bosnia ed Erzegovina.

Il gruppo dei 12 motociclisti alle ore 8.30 è già pronto, nessun ritardatario; le moto, per la maggior parte maxi-enduro, scalpitano per mettersi in viaggio.

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Siamo tutti entusiasti, non sappiamo bene cosa ci aspetta, certo un minimo di preoccupazione c’è, in fondo ci aspettano 6 giorni di percorsi per la maggior parte in fuoristrada. Dal punto di vista tecnico, ho a disposizione la straordinaria Honda CRF1000L, equipaggiata con gli pneumatici tassellati Continental TKC80. L’organizzazione, oltre ad avere una guida in moto, ha un mezzo “scopa” dove poter caricare i bagagli (valigie rigide no), che ci seguiranno per tutto il percorso; quindi la moto è decisamente più leggera.

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Ci si mette in strada seguendo la nostra guida in sella ad una sempre verde BMW R80 del 1980; il percorso non è assolutamente da fare in solitaria, è frutto di una attenta e faticosa perlustrazione dei Balcani per creare una traccia GPS. La partenza, in territorio croato, ci porta da subito a percorrere un bellissimo tratto di strada bianca, costeggiando le rive di un fiume; la natura si sta risvegliando e veniamo accolti da una nebbiolina bassa, che nulla toglie alla bellezza del paesaggio, anzi la rende ancora più affascinante. Pochi chilometri, e mettiamo le nostre gomme sull’asfalto, un raccordo che scivola velocemente per una ventina di minuti, per rinfilarci in un lungo e impegnativo tratto di fuoristrada: finalmente si fa più sul serio.

I primi chilometri in discesa, costeggiando un fantastico panorama che sia apre davanti a noi sulle coste del mare Adriatico, siamo fortunati: il sole risplende in modo incredibile e crea degli effetti unici sulle creste dell’acqua. Non potremmo chiedere di meglio, una vista così ci rende felici, e anche se siamo messi veramente a dura prova da una delle discese più impegnative di tutto il nostro viaggio, non ci rinunceremmo per nulla al mondo. In alcuni punti si fa molta fatica, si viaggia veramente pianissimo, la lunga discesa è caratterizzata da ciottolato mosso, ci vuole decisamente molta attenzione ed equilibrio.

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Salutiamo il mare, non prima però di aver immortalato il nostro passaggio con uno bello scatto di gruppo, l’Adriatico da questo punto di osservazione sembra infinito; il vento che soffia forte e rende la natura intorno a noi, oltre che bella, ancora più viva. Ci infiliamo nelle foreste del Parco nazionale del Velebit settentrionale, istituito nel 1999 con un’esenzione di 109 km², proseguiamo ad una altezza prossima ai 1500 mt, e per fortuna la temperatura è decisamente piacevole, oltre ai 15°.

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Come succederà spesso lungo questo viaggio, ci vorrebbe maggior tempo per fermarsi, scoprire ed ammirare questi posti unici dove la natura è vergine caratterizzata da colori che sembrano calati direttamente dall’arcobaleno, ma dobbiamo rispettare una tabella di marcia: maledetta. Lasciamo la stupenda Croazia alle ore 20.00, attraversiamo il confine che ci porta in Bosnia ed Erzegovina e dopo pochi chilometri ci fermiamo nella piccola cittadina di Bihać.

Da Bihać a Mostar (Bosnia ed Erzegovina)

La tappa del giorno successivo è tra quelle più lunghe, anche se tutto sommato non ce ne accorgiamo poi molto, evidentemente siamo nei primi giorni di questo incredibile viaggio, e non accusiamo stanchezza.

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Percorriamo oltre 310 km, fino a raggiungere Mostar, attraversando sia tratti asfaltati (e che asfalto, noi ce li scordiamo in Italia) che tratti lunghi di fuoristrada; la stanchezza alcune volte si fa sentire, ma mai ci viene in mente di cercare scorciatoie per evitare i tratti più impervi: in fondo oltre alle bellezze della natura ci stiamo divertendo alla guida. Raggiungiamo la città di Drvar, che con oltre 7.500 abitanti è tra quelle più grandi che attraverseremo. Qualche ora di riposo e un pranzo tipico, che da queste parti è quasi sempre a base di carne; consiglio di evitare di mangiare la pasta, è quasi sempre terribilmente scotta.

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Il pomeriggio viaggiamo per i primi 30 km su asfalto, attraverso una infinita vallata; la vegetazione è molto rigogliosa e sembra quasi di trovarsi in qualche stupendo parco canadese.

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Quella che ci accompagnerà sempre per tutto il viaggio, è la sensazione di solitudine di questi posti, cosa che rende ancora più wild questo viaggio. Poche volte incrociamo macchine e persone, ogni tanto qualche contadino che spuntando ai bordi della strada non ci fa mancare il saluto; sembriamo tra i primi esploratori di questi luoghi. Rimettiamo nuovamente le ruote in fuoristrada, attraversiamo vallate infinite, e a parte un paio di tratti di salite più toste tutto sommato non ci troviamo mai in difficoltà.

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Ci concediamo anche qualche bella evoluzione con traversi di potenza che ci regala la nostra Africa Twin. Questa volta raggiungiamo la città di Mostar già intorno alle 18.00, cosa che ci permette di lavarci e rilassarci con maggiore tranquillità.

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La sera ci concediamo una rilassante passeggiata nel centro storico di Mostar, capoluogo del cantone dell’Erzegovina-Narenta; saliamo sul ponte di Stari Most che attraversa il fiume Narenta e che sembra mettere in comunicazione le due diverse anime della città, quella musulmana e quella cristiana.

Da Mostar a Bjelasnica (Bosnia ed Erzegovina)

La mattina successiva alle 9 siamo già tutti in sella pronti per partire, il nostro programma della giornata da Mostar a Bjelasnica parte con qualche incertezza a causa di una fitta nebbia. La fortuna ci assiste, poiché il primo tratto è su asfalto, che come usualmente accade da queste parti, è poco trafficato.

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Dopo pochi chilometri la nebbia scompare, il cielo diventa limpido e il sole in pochi minuti ci scalda con una temperatura di oltre i 20°. Finalmente rimettiamo le ruote in fuoristrada, non tanto e solo per il gusto della guida, ma soprattutto per i posti incantevoli che attraversiamo. Ci infiliamo in boschi colorati di un verde acceso, conquistiamo vette attraversando campi o meglio chiamarli giardini incolti, vivi e appaganti, lo stupore di tanta bellezza non tende a calare, ci sentiamo fortunati.

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Questo tratto di percorso non è particolarmente complicato per la guida, quindi possiamo concederci qualche svago in più; posti disabitati, dove raramente incontriamo case o persone, ma dove purtroppo capita di incrociare i segni della guerra che c’è stata in Bosnia.

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Non mancano i segni dei bombardamenti, e ci imbattiamo anche in punti segnati con tabelle rosse che stanno ad indicare la presenza di campi minati che non bonificati, ovviamente ci teniamo alla larga per non correre rischi. Come dicevamo pocanzi abbiamo finalmente più tempo per soffermarci a scattare delle belle foto, si rischia di riempire la scheda di memoria velocemente.

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Tutto intorno a noi è incredibilmente naturale, i colori brillano, il cielo è limpido, le poche nuvole che intravediamo ci corrono veloci sopra la testa. Non sappiamo bene dove siamo, e francamente neanche ci interessa molto saperlo, ci basta essere immersi in tale bellezza.

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In serata raggiungiamo monte Bjelašnica 2067 mt, da dove ammiriamo davanti a noi la capitale di Sarajevo. Su questa cima troviamo i resti delle strutture utilizzati per i XIV Giochi olimpici invernali, che si svolsero nel 1984, purtroppo distrutti dalla guerra negli anni ’90.

Da Bjelasnica (Bosnia ed Erzegovina) fino a raggiungere la cittadina di Žabljak (Montenegro)

Nuovo percorso nuovo confine da attraversare, questa volta il nostro viaggio ci porta fino alla città di montagna di Žabljak a 1456 m s.l.m. in Montenegro.

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Si continua allegramente a viaggiare attraversando paesaggi, che ogni volta ci sembrano più belli ed unici. Sicuramente tra i miei preferiti c’è questa tappa, anche se a dire il vero è veramente difficile stilare una classifica, non rinuncerei a nessuno dei tratti percorsi fino a questo punto. Da subito iniziamo con un bel tratto di off, dentro il bosco con dei punti anche particolarmente fangosi, affrontati con la massima sicurezza in virtù della facilità alla guida della nostra Honda CRF1000L Africa Twin e anche del buon grip offerto anche in situazioni critiche dagli pneumatici Continental TKC80.

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Una volta varcato il confine con il Montenegro, il percorso prosegue su asfalto, in un contesto assolutamente unico, fondo stradale bello e privo di malformazioni, scenari incredibili. Per un attimo spengo il cervello, mi sembra di ritrovare gli stessi scenari ed emozioni che provo quando viaggio in Abruzzo, precisamente nella zona di Campo Imperatore.

Poi rimetto in funzione il pensiero, e mi rendo conto di trovarmi decisamente in un altro mondo, attraversare i Balcani nella parte più interna e meno conosciuta, velocemente una nazione dopo l’altra, senza interruzione. Attraversiamo il Parco Nazionale di Durmitor, istituito nel 1952 e che si estende per oltre 390 km²; i riconoscimenti di questa maestosa fanno si che dal 1980 il massiccio montuoso di Durmitor e il fiume Tara siano inseriti tra i Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO.

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La tappa è tra quelle più corte, non più di 170 km, ma tanti o pochi che siano, non siamo per nulla delusi: anzi abbiamo avuto più tempo per soffermarci ad osservare tanta bellezza.

Materiale utilizzato nel nostro reportage:

6nationsraid

In questo viaggio abbiamo utilizzato:

Honda CRF1000L  Africa Twin DCT ABS

Pneumatici Continental TKC80 

Casco Givi X.01 TOURER 

Giacca Hevik NAMIB

Pantalone Tecnico Hevik TERRAIN

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