La manifestazione inizierà nel pomeriggio di sabato 25 settembre con le degustazioni dei vini e prodotti del territorio Biellese e non solo, per proseguire poi con il “Notturno diVino”, un aperitivo musicale all’insegna del gusto e dell’allegria aspettando la suggestiva Notte Bianca al Ricetto con punti di ristoro e intrattenimento con musicisti di strada e concerti. Si aspetterà il sorgere del sole in un contesto magico e senza tempo, fino all’arrivo delle brioches calde appena sfornate dai panettieri.
Domenica 26 le cantine saranno aperte dalle ore 9.00 alle ore 18.30 e ospiteranno conferenze e laboratori a tema. Nel pomeriggio ancora concerti e musica fra le vie del borgo. La manifestazione si chiuderà alle ore 19.00.
Durante tutto il corso della manifestazione sarà possibile passeggiare lungo la via di lizza del borgo, salire sulla torre osservatorio e prenotare visite guidate all’interno del Ricetto.
Per ulteriori informazioni www.atl.biella.i
Ricetto di Candelo
Il Ricetto di Candelo è una struttura fortificata tardo-medievale (XIII – XIV sec.) realizzata dalla comunità contadina locale, senza alcun intervento feudale, su un fondo in origine proprietà dei nobili Vialardi di Villanova e poi riscattato dai Candelesi.
In origine, il ricetto doveva fornire protezione stabile alle cose più preziose della comunità, ossia i prodotti della terra. In primo luogo le granaglie e il vino.
Solo in casi estremi di pericolo, e per breve tempo, anche la popolazione vi si rifugiava.
Il ricetto è a pianta pseudo-pentagonale, occupa una superficie di circa 13.000 mq ed è cinto da mura difensive costruite con ciottoli di torrente posti in opera a “spina di pesce” (opus spicatum); agli angoli garantivano la difesa quattro torri rotonde e, a metà del lato nord, una torre quadra da cortina. Il segreto delle splendide condizioni di conservazione del monumento e che fanno sì che esso possa essere considerato un “unicum” del suo genere, consiste nell’uso totalmente contadino che se n’è fatto fino a tempi molto recenti ed in parte ancora oggi. Il ricetto di Candelo, a differenza di molti analoghi monumenti che costellavano il Piemonte (più di 200, di cui 112 nel Biellese, ora in gran parte scomparsi o fortemente trasformati) ha subito, nel complesso, pochi rimaneggiamenti.
Compare nelle fonti scritte dell’area piemontese solo alla fine del XII secolo, in concomitanza o in alternativa a “castrum” e “castellum” attinti dal lessico latino. Con varianti più o meno dirette, quali “rezetum” o “reductum”, il vocabolo è ripreso negli attestati notarili ancora nel XVI secolo mutando successivamente in “ricetto” o “recetto”.
Itinerario tra le Rue
Piazza Castello
In piazza si può subito notare la costruzione del Municipio risalente al 1819, in stile noeclassico. Ove c’è l’attuale piazza, vi erano case e un fossato probabilmente a secco, colmo di rovi e pali appuntiti; di qua del fossato, di fronte alla torre-porta, vi era un’altra fortificazione a scopo difensivo, detta “rivellino”, dove si riuniva la credenza ancora in età comunale.
Da sinistra a destra troviamo una torre alta, in origine aperta verso l’interno e un’altra torre, più bassa e tozza, trasformata in prigione nel 1581. L’unico accesso all’interno era, come lo è oggi, la torre-porta: una massiccia costruzione in mattoni con accesso carrario e “postierla” per le persone, chiusi con ponte levatoio e “pedanca”, manovrati da bolzoni, che s’incastravano nelle lunghe fenditure murali ancora oggi ben visibili. Sulla destra, vi è un’altra torre angolare rotonda, aperta, con merlature a coda di rondine.
Varcata la torre-porta, ci si trova in una piazzetta pavimentata con le pietre tondeggianti del vicino torrente Cervo e fronteggiata da una costruzione dominante le altre: il “Palazzo del Principe” fatto costruire da Sebastiano Ferrero alla fine del sec. XV.
La viabilità interna è costituita da cinque strade longitudinali e tre trasversali, con pendenza da sud a nord per permettere il deflusso di acque e liquame verso la torre di cortina, in fondo alla rua centrale, più ampia. Una “strada di lizza”, ora scomparsa, correva lungo tutto il perimetro delle mura per agevolare il compito dei difensori in alcuni tratti delle mura; lungo il lato nord, sono ancora visibili le mensole di pietra che sostenevano il “cammino di ronda”. Sulla sinistra della piazzetta, abbiamo la “sala consiliare e delle cerimonie” del Comune di Candelo, dove vengono periodicamente allestite mostre, e la biblioteca-archivio storico. Il grosso pietrone, datato 1749, situato nei pressi dell’attuale pozzo, era il contrappeso di un torchio a leva, anticamente situato nella sala cerimonie. Uno strumento simile, tuttora funzionante ed in perfetto stato di conservazione, si trova in una cantina privata del ricetto. Proseguendo nella visita per una qualunque delle rue, si possono osservare le case, riunite in isolati a doppia manica, separate da una stretta intercapedine (riana, rittana, chintana) per garantire il deflusso delle acque e del liquame. La muratura, spessa circa 60 cm, è per lo più a ciottoli disposti a spina di pesce; qua e là si nota anche interposizione di mattoni e di grosse pietre.
Ogni cellula edilizia è costituita da due vani sovrapposti, senza comunicazione interna; l’accesso al vano superiore (solarium) era possibile solo dall’esterno, attraverso scale a mano e balconate di legno (lobbie). Il pianterreno (caneva) era utilizzato in tempo di pace soprattutto come cantina per la conservazione del vino, mentre quello superiore era destinato ad essiccatoio o magazzino per i prodotti agricoli.
I portali delle singole case sono di due tipi: i più antichi, costituiti da tre conci di pietra, poggiano su piedritti litei con interposta una pietra squadrata posta orizzontalmente. Quelli di mattoni, di epoca successiva, sono ad arco leggermente acuto, formati da una doppia ghiera, una di fascia ed una di punta. Oggi, come alle origini, le cellule edilizie sono di proprietà privata, in parte ancora destinate alla vinificazione e conservazione del vino.
Cronologia Storica
22.10.988 Compare per la prima volta il nome di Candelo in un documento in cui Ottone III conferma a Manfredo, figlio di Aimone, il possesso feudale di Candelo. |
Fine XIII / inizio XIV sec. Costruzione del Ricetto da parte dei Caldesi sul terreno di proprietà dei signori Vialardi. |
1374 Primo fra le torri biellesi, Candelo fa atto di spontanea dedizione ai duchi di Savoia. |
1387 Amedeo VII di Savoia infeuda Candelo a Gerardo Fontana. |
1496 I Fontana cedono il feudo di Candelo a Sebastiano Ferrero, già titolare del feudo di Benna, Gaglianico, Beatino, chiavaro di Biella, consigliere ducale, tesoriere del ducato di Milano per Ludovico il Moro. |
1499 Sebastiano Ferrero accampa pretese sul Ricetto e contesta la misura del “fuocatico” che i Candelesi erano tenuti a pagare. La vertenza viene affidata al giudizio di due arbitri; la sentenza dà piena vittoria ai Candelesi. A Sebastiano Ferrero succede il nipote Filiberto, adottato nel 1517 da Ludovico Fieschi, conte di Masserano. Ha così inizio la dinastia dei Ferrero-Fieschi. |
1554/1558 Candelo è coinvolto nelle lotte tra Francesi e Spagnoli coi quali era alleato il duca Emanuele Filiberto di Savoia. Dal 1554 al 1558 Candelo è occupato ripetutamente dalle truppe Francesi del Brissac. |
1558 Gli Spagnoli costringono alla resa i Francesi, asserragliati nel Ricetto, e prendono prigioniero Besso Ferrero Fieschi, figlio di Filiberto. Gravi danni al Ricetto. |
1577 Candelo è elevato a contea in favore di Besso Ferrero Fieschi. |
1630/1632 La popolazione è decimata dalla peste. |
1644/1647/1649 Occupazioni spagnole a Candelo: incendi e distruzioni anche di parte dell’archivio. |
Inizio XIX sec. L’occupazione napoleonica modifica la struttura politico-amministrativa di Candelo |
1819 Inizio costruzione palazzo comunale sulle antiche mura del Ricetto. Realizzazione delle piazza attuale. |