Sullo sfondo in lontananza la cupola del Brunelleschi, a due passi la stazione Leopolda, eppure al Parco delle Cascine, il più grande parco pubblico della città, per tre giorni Firenze ve la dimenticate. Sarà come scegliere per un lungo fine settimana di andare a vivere in campagna, tra pascoli erbosi e sentieri nel bosco, passeggiando lungo le sponde di un ruscello o tra i filari di un vigneto, con tanto di soste in una fattoria e degustazioni di prodotti a filiera cortissima.
Trattasi di uno spaccato a 360° quello promosso dalla Regione Toscana in collaborazione con il Comune di Firenze, l’Upi, l’Uncem, il coinvolgimento delle Organizzazioni Professionali Agricole e organizzato da Toscana Promozione. Allestimento e supporto tecnico di Artex. Una superficie di 6 ettari open air con 5500 mq di spazi coperti tra mostre e dibattiti, laboratori e aree per bambini, degustazioni di eccellenze gastronomiche quasi desuete e spazi dove, volendo, fare la spesa direttamente nell’orto.
Saranno rappresentate tutte le 10 filiere:
1. Vivaismo e ortofrutticoltura;
2. Pesca e acquacoltura;
3. Viticoltura;
4. Zootecnia e caccia;
5. Cerealicoltura e colture erbacee;
6. Olivicoltura;
7. Foresta legno e prodotti del sottobosco;
8. Ruralità, biodiversità, salvaguardia delle tradizioni;
9. Sistema Montagna;
10. Multifunzionalità: turismo rurale agricoltura sociale agri-energie.
La zootecnia e la caccia saranno uno dei punti di forza della manifestazione: l’intero Prato della Tinaia si trasformerà per quattro giorni in una fattoria a cielo aperto con la presentazione delle più importanti razze bovine, dalla Chianina alla Limousine, con dimostrazioni di mungitura dei bovini da latte; con gli ovini, con le principali razze avicole; etc. Un’area speciale sarà lasciata al mondo della caccia, con dimostrazioni di falconeria ed esibizioni spettacolari per il pubblico.
Ma la ruralità non sarà solo da vedere, sarà anche da gustare, a partire dai prodotti dei mercati a filiera corta delle associazioni degli agricoltori, per arrivare a prodotti trasformati legati alle particolarità e alle tradizioni dei vari territori, per finire con un’area dedicata al cibo povero della tradizione toscana, dalla trippa e lampredotto, alle pappe e alle zuppe a base di pane e verdure, al cacciucco.
E ancora, appuntamenti, incontri, confronti e focus su temi cari al mondo degli addetti ai lavori ma anche a chi guarda alla campagna non come ad una cartolina, ma come il “nuovo che verrà”. Tanto più che si parla della campagna toscana, un topos d’eccellenza la cui valenza culturale risulta difficilmente replicabile.