Avreste mai immaginato che il posto migliore per scoprire la campagna fosse la città? E stiamo parlando addirittura di Firenze, quanto di più lontano dalla ruralità in un certo senso… eppure dal 15 al 18 settembre qui si respira 100% natura.
Sullo sfondo in lontananza la cupola del Brunelleschi, a due passi la stazione Leopolda, eppure al Parco delle Cascine, il più grande parco pubblico della città, per tre giorni Firenze ve la dimenticate. Sarà come scegliere per un lungo fine settimana di andare a vivere in campagna, tra pascoli erbosi e sentieri nel bosco, passeggiando lungo le sponde di un ruscello o tra i filari di un vigneto, con tanto di soste in una fattoria e degustazioni di prodotti a filiera cortissima.
E non è stato un caso se si è scelta questa splendida cornice urbana per ambientare la più grande kermesse della ruralità. Quello che originariamente era una vasta tenuta agricola medicea destinata a riserva di caccia e allevamento dei bovini, oggi si popola di nuovo di animali al pascolo, lascia spazio alle colture più diverse, alcune tra quelle più antiche le recupera, scopre i prodotti del sottobosco e quelli dell’acquacoltura. Riunisce i più bei farmer’s market, coinvolge i migliori artigiani del gusto che dalla terra non si discostano, esalta le produzioni tipiche, e chiama a raccolta tutti coloro i quali la campagna non l’hanno mai abbandonata, ma anzi hanno fatto della ruralità uno stile di vita nel segno della qualità e dello sviluppo. Perché ruralità è sinonimo di artigianalità e tradizione, ma anche di innovazione e creatività, e soprattutto è futuro.
Trattasi di uno spaccato a 360° quello promosso dalla Regione Toscana in collaborazione con il Comune di Firenze, l’Upi, l’Uncem, il coinvolgimento delle Organizzazioni Professionali Agricole e organizzato da Toscana Promozione. Allestimento e supporto tecnico di Artex. Una superficie di 6 ettari open air con 5500 mq di spazi coperti tra mostre e dibattiti, laboratori e aree per bambini, degustazioni di eccellenze gastronomiche quasi desuete e spazi dove, volendo, fare la spesa direttamente nell’orto.
Saranno rappresentate tutte le 10 filiere:
1. Vivaismo e ortofrutticoltura;
2. Pesca e acquacoltura;
3. Viticoltura;
4. Zootecnia e caccia;
5. Cerealicoltura e colture erbacee;
6. Olivicoltura;
7. Foresta legno e prodotti del sottobosco;
8. Ruralità, biodiversità, salvaguardia delle tradizioni;
9. Sistema Montagna;
10. Multifunzionalità: turismo rurale agricoltura sociale agri-energie.
Il visitatore potrà quindi passeggiare sullo splendido Prato del Quercione e passare dalla presentazione della filiera delle foreste, che in oltre 3.000 mq. di spazio aperto presenterà le più innovative esperienze di tecniche, tecnologie e macchine per l’ingegneria naturalistica, alla filiera della pesca e dell’acquacoltura, dove sarà possibile seguire e “pilotare” modellini di motovedette della Capitaneria di Porto e partecipare ai laboratori di salatura delle sardine o alle dimostrazioni di lancio tecnico.
La zootecnia e la caccia saranno uno dei punti di forza della manifestazione: l’intero Prato della Tinaia si trasformerà per quattro giorni in una fattoria a cielo aperto con la presentazione delle più importanti razze bovine, dalla Chianina alla Limousine, con dimostrazioni di mungitura dei bovini da latte; con gli ovini, con le principali razze avicole; etc. Un’area speciale sarà lasciata al mondo della caccia, con dimostrazioni di falconeria ed esibizioni spettacolari per il pubblico.
Ma la ruralità non sarà solo da vedere, sarà anche da gustare, a partire dai prodotti dei mercati a filiera corta delle associazioni degli agricoltori, per arrivare a prodotti trasformati legati alle particolarità e alle tradizioni dei vari territori, per finire con un’area dedicata al cibo povero della tradizione toscana, dalla trippa e lampredotto, alle pappe e alle zuppe a base di pane e verdure, al cacciucco.
E ancora, appuntamenti, incontri, confronti e focus su temi cari al mondo degli addetti ai lavori ma anche a chi guarda alla campagna non come ad una cartolina, ma come il “nuovo che verrà”. Tanto più che si parla della campagna toscana, un topos d’eccellenza la cui valenza culturale risulta difficilmente replicabile.