Nessuno ci credeva, nessuno lo voleva fare e poco più di un mese fa era solo un idea, ma il mio motto è sempre stato “mai dire mai” e le missioni impossibili mi hanno sempre affascinato. Così durante un pranzo di beneficenza col mio moto club deciamo la data: il 13 marzo.
Ma l’evento è tutto da organizzare e da decidere. Vado in fiera a Verona con tutto il mio fardello di idee da mettere insieme come le tessere di un puzzle e dopo tre giorni meravigliosamente magici fatti di incontri straordinari ecco che nasce il 1° Motodonna “ Donne in moto per la vita “.
Incontro Miky le parlo di questa idea e lei si rende subito disponibile a collaborare, Roberta invece si rivela un’altra fonte preziosa di idee, realizza il logo e mi aiuta a creare la locandina e il volantino.
Tutte le amiche al quale propongo questa idea sono entusiaste, finalmente qualcuno fa qualcosa pensando alle donne.
Eh sì, perché in questo variegato mondo del motociclismo ci siamo anche noi e a tutti i livelli, perché ci sono donne che fanno gare, viaggiatrici solitarie, ladies biker che si fanno strada dentro i loro moto club per avere uno spazio proprio e autonomo, passeggere che accompagnano i loro biker ovunque.
Quale scopo ha? Uno solo, festeggiare la donna nella sua bellezza e nella sua femminilità, nel suo essere mamma e nella sua sensibilità, unire tante donne biker per una giornata insieme per condividere un momento di solidarietà dedicato a delle bambine “ sfortunate” colpite da una rarissima malattia genetica: la Sindrome di Rett.
Questa malattia colpisce le bambine a pochi mesi di vita togliendo loro la possibilità di comunicare con l’esterno se non attraverso gli occhi, dando, inoltre, una degenerazione ossea e muscolare che spesso impedisce loro i più semplici movimenti.
Ed è così che abbiamo pensato di unire donne grandi a piccole, donne al quale viene negato anche il più semplice contatto perché la malattia toglie loro la possibilità di parlare, donne grandi che possono diventare la voce di queste piccole donne fragili come farfalle di cristallo.
Così abbiamo costruito insieme questo incontro, un po’ sfortunato per il tempo, ma ricco di emozioni e di intensità.
Soprattutto importante è stato il risvolto mediatico che c’è stato a livello locale. La7 triveneta network di Padova, si è occupata di noi con un intervista al nostro moto club trasmessa in tv il giorno precedente all’ evento.
Durante la manifestazione era presente Bruna Malaguti, speaker di Radio Venezia e sono state fatte riprese per conto del Tg di Nuova Rete.
Un centinaio di motocicliste e motociclisti festanti uniti da un unico colore, il fiocchetto verde che abbiamo dedicato all’AIR in segno di speranza perché la ricerca vada avanti e dia a queste bambine un futuro migliore.
Quanta emozione a presentare tutte le donne presenti: un moto club solo femminile, le Ladies of 3T di Cremona presenti tutte, Pinky e la sua mamma, le sorelle Miky e Saimon rispettivamente passeggera e biker, Catia e le sue amiche free bikers, Lorenza e Roberta grandi donne e grandi ladies biker di un moto club veneto, Bruna la speaker di radio Venezia, che per tutta la settimana aveva parlato di noi e sensibilizzato i suoi ascoltatori a scoprire la Sindrome di Rett, le meravigliose mamme coraggio dell’AIR con le loro volontarie e amiche ed infine le mie splendide amiche compagne di moto club, noi che siamo tutte passeggere, noi che amiamo e sosteniamo i nostri bikers, noi che condividiamo gioie e dolori e a volte anche le cadute.
La parola poi è andata all’AIR e mentre Antonella parlava della sua esperienza di mamma coraggiosa e tenace, pur essendo una donna minuta e all’apparenza fragile, molti erano i visi commossi e a qualcuno è scappata anche una lacrima di emozione.
Al termine della manifestazione abbiamo consegnato, davanti tutti i presenti, una busta contenente l’intero ricavato della giornata ad Antonella Faleschini, responsabile per Air della sez. Veneto e Friuli Venezia Giulia, ricavato che andrà a favore dei progetti che l’Associazione organizza a sostegno delle famiglie che hanno una bambina colpita dalla Sindrome.
In fine, voglio ringraziare i partecipanti: quei motociclisti – considerati dai più gente strana dedita solo al divertimento – che invece hanno nel cuore valori veri e che sono presenti quando c’è chi chiede il loro aiuto.
Le due ruote ci uniscono, la passione è anche amore e Fratellanza. Portare avanti questi valori non è un utopia ma una meravigliosa realtà.
Quindi arrivederci all’anno prossimo.
Simo, del comitato organizzatore.