La nuova custom di media cilindrata totalmente nuova, in due versioni ben distinte per stile e carattere, la Moto Guzzi V9 Roamer e la Moto Guzzi V9 Bobber. La nostra prova.
di Claudio Falanga
La Moto Guzzi è sicuramente l’unica casa al mondo non americana credibile nel realizzare custom.
Questa attitudine arriva da lontano, dalle prime V7 che portarono il marchio dell’aquila oltre oceano e che rimbalzarono da noi portandosi lodi e nome dalla California. Poi le versioni più piccole denominate custom, con una bella C nelle fiancatine vicino alla sigla della cilindrata V35 – V50 – V65. Tante altri nomi, come Florida, Nevada, Bellagio, California, Eldorado e Audace, che avvicinandoci al mezzo secolo dalle prime Guzzi di questa tipologia, ci dicono che a Mandello del Lario si fanno vere custom, rispettate anche dagli amanti delle americane vere, quelle prodotte in USA.
Quasi per festeggiare le 95 candeline di questa gloriosa casa, nata nel 1921, da Mandello del Lario esce una nuova custom, anzi due, sotto la stessa sigla V9.
Si tratta della Moto Guzzi V9 Roamer e della Moto Guzzi V9 Bobber.
Nell’ultimo anno Moto Guzzi ha segnato diversi successi: un incremento medio delle vendite dell’8 %, ottenuto grazie a un incremento del 30% in più di modelli della serie California e soprattutto un incremento del 44% di modelli V7 venduti.
Il successo della V7 è da accreditarsi alla possibilità di costumizzazione che ha fatto della entry lever mandelliana una delle preferite per chi cerca una moto da personalizzare.
Le nuove Moto Guzzi V9 seguono a ruota questa strada, ed infatti si propongono con un vasto catalogo di accessori che permetteranno agli appassionati di creare la propria Roamer o la propria Bobber come meglio aggrada.
Ma veniamo alla tecnica. L’inedito propulsore 850cc (inedito non nella cubatura, perché fu in passato il punto di forza delle produzione Guzzi con il mitico 850 Le Mans, la serie GT e il T5), rispetto alla recente produzione vanta ben il 90% di componenti nuovi, dalla parte termica all’elettronica, alle trasmissioni. Il risultato è un motore con prestazioni che hanno puntato ad accrescere la già proverbiale guidabilità delle Moto Guzzi. Quindi una curva di coppia più piatta possibile, con valori a disposizione già da regimi piuttosto bassi.
Nuova la frizione con disco da 170mm, così com’è nuovo il cambio che dispone di una nuova rapportatura, con una prima e una sesta marcia più lunghe. Nuovo anche il cardano e il forcellone adatto per ospitare uno pneumatico importante nelle misure di 150/90/16.
Le V9 dispongono di ABS e il sistema di controllo di trazione settabile in due modalità o disinseribile.
Il telaio è il classico doppia culla scomponibile Moto Guzzi, caratterizzato dalla parte superiore mediana da un tubolare dritto su cui poggiano il serbatoio e la sella. Le sospensioni vedono una classica forcella all’anteriore con steli da 40mm di diametro e al posteriore due ammortizzatori regolabili nel precarico.
Le differenze fra Moto Guzzi V9 Roamer e Moto Guzzi V9 Bobber.
La differenza che salta subito all’occhio riguarda l’avantreno dove sulla Roamer troviamo un cerchio da 19 con pneumatico 100/90, mentre sulla Bobber un cerchio da 16 pollici con un poderoso pneumatico 130/90. Altro aspetto evidente il manubrio, che sulla Roamer è rialzato classicamente a corna di bue, mentre sulla Bobber è basso e dritto. Poi a seguire nelle differenze, la sella più bassa e il parafango posteriore più corto nella Bobber. Ovviamente non ultima cosa le colorazioni che vedono la Roamer più propensa alle cromature, come giusto sia per “un’americana classica” mentre la Bobber è cattivissima e tendente al nero.
Su strada con il nostro tester
A bordo della Roamer ci si sente subito bene, buona la posizione di gambe e braccia, discretamente accogliente anche le sella.
Il breve tratto di superstrada che divide Mandello da Lecco mi permette un primo allungo, dove la sesta marcia smorza un po’ i giri del motore e anche le vibrazioni, che comunque sono sempre accettabili.
Certo, chi conosce e ama le Moto Guzzi, come il sottoscritto, è già di per se propenso alle peculiarità dei bicilindrici dell’aquila, ma trovare un così ottimo cambio, una frizione così “pastosa” e una così docile trasmissione finale è un dato di fatto.
Le prime curve confermano anche la solidità telaistica e la forcella si dimostra all’altezza della situazione anche quando l’asfalto non è perfetto. Non male nemmeno le sospensioni posteriori che però accusano un ristorno un po’ secco sulle asperità più marcate.
La Roamer svolta bene, anche nei tornanti più stretti, ed esce egregiamente anche grazie all’elasticità di questo motore progettato proprio per avere una buona coppia disponibile a bassi regimi.
Provo a capire qualcosa del computer di bordo, e alla prima occasione connetto anche lo smartphone tramite l’App disponibile. Ho così disponibili tutta una serie di informazioni sul display dell’Iphone (ma è disponibile anche l’applicazione per Android), a partire da: tachimetro, contagiri, potenza istantanea, coppia istantanea, voltaggio batteria, accelerazione longitudinale, angolo di piega, e la funzione Eco Ride, che permette di ottimizzare i consumi. Certo, queste funzioni non tutte assieme, ma selezionabili cinque per volta. I dati si possono registrare per memorizzare un percorso e il sistema permette anche di “ricordare” la posizione del veicolo parcheggiato per ritrovarlo più facilmente. Piano piano useremo sempre meno la memoria…
Ora è il turno della Bobber. La sella un po’ più bassa e il manubrio dritto e ribassato, favoriscono una posizione più avanzata. Faccio subito un paio di movimenti con lo sterzo a bassa velocità, per valutare l’unica sostanziale differenza fra i due modelli. Effettivamente al primo impatto la Bobber sembra più maneggevole, grazie al cerchio da 16 pollici, ma arrivato al primo tornante, in fase di uscita, fatico non poco per tenere la moto nella mia “metà campo”, a causa dello pneumatico da 130, che con la sua considerevole impronta a terra chiude con più difficoltà le traiettorie strettissime.
Dopo un paio di tornanti ho capoto l’antifona: devo usare il corpo ed essere più deciso con il gas.
Le due sorelle, anche se simili sono differenti!
Probabilmente per la posizione più avanzata e meno turistica, la Bobber, si dimostra migliore della Roamer sul misto veloce, con un piglio quasi sportiveggiante che il motore asseconda bene.
Per entrambe l’impianto frenante Brembo – con monodisco anteriore flottante da 320mm e disco posteriore da da 260mm – è più che sufficiente. Si tratta di custom non di super-sportive!
Quel sceglierei? Mah difficile a dirsi: per viaggiare la Roamer, ma se devo ragionare d’istinto la Bobber!
Moto Guzzi V9 Roamer: scheda tecnica
(tra parentesi i dati di V9 Bobber)
MOTORE | |
Tipo | bicilindrico a V di 90°, 4 tempi, 2 valvole per cilindro |
Raffreddamento | ad aria e olio |
Cilindrata | 853 cc |
Alesaggio e corsa | 84 x 77 mm |
Rapporto di compressione | 10,5 : 1 |
Potenza massima |
40,44 kW (55 CV) a 6.250 giri/min |
Coppia | 62 Nm a 3.000 giri/min |
Alimentazione | iniezione elettronica monocorpo Marelli MIU, gestione integrata di controllo di trazione su 2 livelli |
Avviamento |
elettrico |
Impianto di scarico |
in acciaio inox, del tipo 2 in 2 catalizzato a 3 vie con doppia sonda Lambda |
Omologazione |
Euro 4 |
TRASMISSIONE | |
Cambio |
6 marce con ultimo rapporto di overdrive |
Valore rapporti cambio |
1^ 16/39 = 1 : 2,437 |
2^ 18/32 = 1 : 1,778 |
|
3^ 21/28 = 1 : 1,333 |
|
4^ 24/26 = 1 : 1,083 |
|
5^ 25/24 = 1 : 0,96 |
|
6^ 28/24 = 1 : 0,857 |
|
Trasmissione primaria |
a denti elicoidali (rapporto 21/25 = 1: 1.190) |
Trasmissione finale |
doppio giunto di cardano e doppia coppia conica fissa (rapporto 8/33 = 1 : 4,125) |
Frizione |
monodisco Ø 170 mm con parastrappi integrato |
CICLISTICA | |
Telaio |
tubolare a doppia culla scomponibile in acciaio ALS |
Interasse |
1465 mm |
Avancorsa |
125,1 mm (116,1 mm) |
Inclinazione cannotto di sterzo |
26,4° |
Angolo di sterzo |
38° |
Sospensione anteriore |
forcella tradizionale, Ø 40 mm |
Escursione ruota anteriore | 130 mm |
Sospensione posteriore | forcellone con doppio ammortizzatore regolabile nel precarico molla |
Escursione ruota posteriore |
97 mm |
Freno anteriore |
disco flottante in acciaio inox, Ø 320 mm, pinza Brembo a 4 pistoncini contrapposti |
Freno posteriore |
disco fisso in acciaio inox, Ø 260 mm, pinza flottante a 2 pistoncini |
Ruote |
in lega d’alluminio |
Cerchio anteriore |
2,50” x 19” (3,50” x 16”) |
Cerchio posteriore |
4,00” x 16” |
Pneumatico anteriore |
100/90 – 19” (130/90 – 16”) |
Pneumatico posteriore |
150/80 – 16” (150/80 B 16”) |
IMPIANTO ELETTRICO |
|
Tensione impianto |
12 V |
Batteria |
12 V – 18 Ah |
DIMENSIONI |
|
Lunghezza |
2240 mm (2185 mm) |
Larghezza |
865 mm (840 mm) |
Altezza |
1165 mm (1160 mm) |
Altezza sella |
785 mm (780 mm) |
Peso in ordine di marcia* | 199 Kg |
Capacità serbatoio carburante | 15 litri |
Di cui di riserva | 4 litri |
* Peso con moto pronta all’uso, con tutti i liquidi di esercizio, senza carburante
altre info: www.motoguzzi.it