Il telaio è a semiculla in tubi di acciaio ad alta resistenza, mentre il forcellone è in alluminio. Le sospensioni sono di fornitura Showa regolabili, ed hanno escursione abbondanti di 230 mm per la forcella e 220 mm per il mono. Le ruote sono a raggi da 21 pollici davanti e 18 pollici dietro, con pneumatici nelle misure 90/90-21 e 150/70-18 (con camera d’aria). La sella ha la possibilità di essere regolata a 850 o 870 mm da terra, mentre è decisamente contenuto il peso di 232 kg con ABS (242 con DCT e ABS). Il serbatoio del carburante ha una capienza di 18, 8 litri. La moto in prova è equipaggiata con kit Easy Travel (tris valigie, parabrezza alto, cavalletto centrale).
In sella: viaggio e mi diverto.
Prendi il mappamondo, giralo e punta il dito su una destinazione a caso. Direte, si può? E si, o meglio basta che sia un posto raggiungibile su asfalto, via terra, montagna o deserto. Installate due borse per i bagagli e il più è fatto. In effetti l’Africa Twin riesce ad essere una moto che si presta a rendere l’uomo libero ed avventuriero, provare per credere.
Andiamo per ordine. Partiamo da come si sta in sella. Ecco questa è la prima piacevole sensazione, è bella comoda e la postura è azzeccata; il manubrio è largo e la sua altezza offre una bella sensazione di pieno controllo, cosa che permette effettivamente di guidare per tante ore in sella senza indolenzimenti. I comandi a pedale sono ampi e rassicuranti nell’appoggio dei piedi anche con gli stivali, e sono ben distanziati dal piano della sella; quest’ultima sembra alle prime eccessivamente dure nei primi istanti, ma in effetti anche dopo tante ore di guida non si sentono fastidi al fondoschiena.
Altro elemento di sicuro valore è l’ampia possibilità di movimenti longitudinali del corpo, potendosi avvicinare molto con il busto al manubrio, questo grazie ad un serbatoio del carburante molto contenuto in lunghezza.
Si parte e fin da subito si riconoscono le caratteristiche dei modelli Honda, cioè tutto sembra veramente facile, va solo capito quali sono i pregi e difetti della rinascita del mito Africa Twin. Tanto per togliere ogni tipo di dubbio agli estimatori delle prime moto degli anni 80/90 destinate all’avventura, le famose Enduro, provate la nuova Africa…vi sembrerà di ritornare giovani. Già perché alcune caratteristiche di guida ricordano molto i modelli del passato, solo che ovviamente questa è decisamente più performante e sicura. I comandi a manubrio sono leggeri da azionare, soprattutto quello della frizione fantastico per leggerezza e modulazione, cosa che si apprezza soprattutto nelle manovre da fermo. Già manovre da fermo, a bassa velocità, qualche bella derapata su fondo a bassa aderenza, senza avere il patema di sbilanciarsi perché il peso è veramente contenuto: dichiarati solo 228 kg (versione STD) con pieno di carburante.
In modalità off-road si fa ben volere, diciamo che in questo tipo di percorso è una delle moto che mette a proprio agio anche ai meno esperti. Impostare il TC (traction controll) è immediato ed intuitivo, tramite la levetta posta sul manubrio di sinistra, dove si possono scegliere tre diverse modalità d’intervento, o anche completamente escluderlo per divertirsi in qualche bella derapata su fondi a bassa aderenza.
In piedi sulle pedane, si ha veramente un bel controllo e affrontare buche e dossi non è un grosso problema, sempre poi accompagnata dall’ottima risposta del motore, mai troppo aggressivo nella risposta, ma sempre pronto a toglierti d’impaccio quando serve. La taratura delle sospensioni ben si presta ad assecondare le asperità del terreno, lunghe nell’escursione e morbide nella taratura filtrano bene le asperità senza compromettere la stabilità del mezzo. Sicuramente tra gli aspetti positivi di questa moto c’è che, anche con le borse installate, tanta è la sensazione di non “osare” mai troppo da indurre a raggiungere anche mete molto impervie, su strade off-road di montagna: si fanno delle belle scoperte.