In sella: Una vera gran bella maxi-enduro.
Questo è quello che ne esce da una prova lunga ben oltre 2400 km, in viaggio tra Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio e Abruzzo: una gran bella maxi-enduro da viaggio. La posizione di guida è leggermente differente dalla Multistrada S, il manubrio è più alto di 5 cm, e anche la moto sale in altezza in virtù anche dal cerchio anteriore da 19.
Larga di fianchi con il voluminoso serbatoio, a prima vista è decisamente mastodontica, una strana “Ducati”, che con questo modello ha realizzato una vera tutto-terreno. La sella è decisamente comoda, tanto che anche dopo un’intera giornata il fondoschiena non accusa indolenzimenti; leggermente diversa la situazione per le gambe, perché le pedane sono troppo vicine alla sella, e qualche indolenzimento lo si patisce. Sempre le gambe devono subire la notevole quantità di calore generata dal propulsore e in città o a bassa andatura questo è decisamente fastidioso. Qualche vibrazione c’è, ma tutto sommato sono di bassa intensità e non intaccano il comfort generale. Il riparo alla pressione dell’aria del cupolino è buona sul casco mentre lascia scoperte le spalle; questo è comodo da regolare anche in movimento con una sola mano. Belle e capienti le due borse laterali fornite dalla Touratech, che riescono ad ospitare anche un casco integrale. Ma è ora di mettersi in viaggio.
Solita procedura per mettere in moto il bicilindrico 1200 cc, quindi la chiave rimane tranquillamente nelle tasche dei pantaloni. Il quadro strumenti, bello e completo, riesce a fornire con buona immediatezza le informazioni più utilizzate, quindi velocità, giri motore e marcia inserita, mentre tutte le altre info sono poco intuibili ed il rischio è che ci si distragga dalla guida nel cercarle. Prima inserita si parte. Mettere in movimento il “gigante” è tutto sommato abbastanza semplice, decisamente più complicata la situazione quando si devono fare manovre in poco spazio o inversioni ad u dove il peso della moto di circa 250 Kg si sente tutto. Basta prendere un minimo di velocità per sentirsi perfettamente padroni della moto, e dimenticarsi delle dimensioni e peso. Divertente da condurre in maniera più sportiva tra le curve, l’inserimento in traiettoria è rapido, mantenere la linea è veramente facile. Si riescono a fare anche delle belle pieghe, perché a centro curva la stabilità è sorprendente, e anche la tenuta dei Pirelli Scorpion II è ammirevole. Bello giocare con il comando dell’acceleratore, il motore “pulsa” forte ma mai in modo troppo brutale.
Già il Testastretta DVT non è poi così cattivo nell’erogare i ben 160 Cv dichiarati: lineare sorpassati i 2.000 giri, fluido fino ad arrivare ai 4.000; stranamente da questo regime fino a 6.000 sale con poca spinta, oltre l’erogazione della potenza diventa gustosa e velocemente si raggiunge i 10.000 giri.