Tour Notturno dell’Alta Lombardia: la notte dei Centauri

testo e foto di Marco Ronzoni

La luce del primo mattino sta illuminando ciò che mi circonda, rimasto celato da ore di oscurità e visibile solo a spot, grazie ai fari della mia moto. Il ramo orientale del lago di Como scorre alla mia destra e sotto le ruote c’è la strada che ne segue il profilo. Gli occhi intanto, tenuti rigorosamente aperti ed attenti per tutta la notte, stanno diventando sempre più pesanti, nonostante la guida su strade di particolare bellezza. Sono proverbialmente sensibile ai colpi di sonno, purtroppo indipendentemente da dove mi trovo, cosa stia facendo e che ore siano. Stavolta però credo di avere delle comprensibili attenuanti…

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Sei luglio duemilatredici, ore 22:00. Sono con Roberto, buon amico da cinque lustri e, come scoprirò con piacere, anche buon compagno di guida. Con le nostre moto siamo tra la folla che attende impaziente il via del “Tour Notturno dell’Alta Lombardia” giunto alla sua quattordicesima edizione, a dimostrazione che funziona, piace e che l’organizzazione c’è. Nessuna gara, nessuna dimostrazione di bravura o capacità. Non è importante chi arriva primo o ultimo ma solo la voglia di guidare la propria moto, soli o con chi si presta a passare una notte in bianco in sella dietro di noi su strade che molti conoscono come le proprie tasche ma che, nel buio, sembrano così diverse.

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La struttura organizzativa mostra subito la sua provata efficienza al raduno pre-partenza di Seregno presso la grande struttura commerciale di “G3 MOTO” dove fioccano le iscrizioni. Quest’anno quasi seicento moto con oltre settecento partecipanti sono sfilati sotto l’arco da cui tutto inizia, dopo una breve presentazione dello speaker e le foto di rito. Sono le 22:30. La prima coppia parte.

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Un road-book fornisce le indicazioni che serviranno a seguire la prima parte del tracciato, o almeno a tentare di seguirla. Comunque è da mettere in conto prima o poi di perdersi, non perché il road-book non sia preciso, ma perché fa parte del gioco. Dapprima il percorso si snoda tra strade ancora abbastanza frequentate dal traffico del sabato sera. Scorrono Carate Brianza, Monticello, Oggiono, Galbiate e poi Lecco. Qui le prime difficoltà di orientamento e, per noi, il primo errore di percorso. Riusciamo comunque in breve a ritrovare la via maestra e filiamo verso Ballabio. Le strade iniziano ad essere più interessanti, preludio a quanto di molto meglio ci sta aspettando.

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Poco oltre il road-book avverte di tenere la destra verso Culmine San Pietro. Ma perché essere così scolastici? Ovviamente non abbiamo né una cartina stradale né una piccola torcia. Tanto a cosa servono? Giunti ad una rotonda deserta, enormi punti di domanda si disegnano sopra i nostri caschi. Gli interfoni ci permettono di comunicare tra noi e di iniziare a dubitare delle nostre capacità di navigatori. Ma dove diavolo siamo? Il tempo dalla partenza intanto è passato e la notte è sempre più fonda. Il sorriso del cortese automobilista che fermiamo per chiedere informazioni è una delle immagini che hanno reso questa notte ancora più particolare. Dobbiamo tornare indietro. Le indicazioni dell’uomo sono meglio di quelle che potrebbe fornire un GPS, così senza alcuna difficoltà imbocchiamo la strada giusta verso la parte più spettacolare dell’intero itinerario. Curve, saliscendi, tornanti. E non importa nemmeno tanto se il panorama intorno a noi si riconosce a malapena. Ci basta immaginarlo unendo con linee virtuali i mille punti luminosi dei paesini che sfiliamo e che misteriosamente si allontanano sotto di noi.

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A Sottochiesa (Valtaleggio) c’è il primo dei “Controlli Timbro”, necessari all’organizzazione per monitorare il corretto passaggio di tutti gli iscritti, non certo per scopi agonistici ma solo per sicurezza. E’ il momento di confrontarsi, di scambiare quattro parole e quattro risate con gli altri sconosciuti che come noi si stanno godendo la notte. Niente invidia, solo curiosità mentre osserviamo le centinaia di moto in attesa di ripartire. E nemmeno fretta. Cosa importa della lunga coda alla timbratura? La temperatura nel frattempo è scesa. All’inizio era piacevole e rinfrescante ma da un po’ ha cominciato a sollevare un po’ di pelle d’oca sotto l’abbigliamento estivo rigorosamente richiesto alla partenza. Ci copriamo, senza troppa vergogna.

Un caffè e si riparte. La folla resta alle spalle ed in breve rieccoci da soli nel buio della spettacolare salita al Passo San Marco. Nuvoloni hanno nascosto le stelle e qualche solitaria goccia di pioggia bagna le nostre visiere. Speriamo non piova, anche se, da buoni motociclisti, siamo disposti ad accettare il maltempo senza lamentarci. Sarà che l’oscurità muta le sensazioni, ma sembra che la strada non abbia che poche decine di metri rettilinei tra i milioni di curve che si rincorrono l’un l’altra nascondendo, come se la notte non bastasse, tutto quello che si trova oltre. Ma cosa ci fa un gruppo di capre sull’asfalto?

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Che bello guidare così, guardando verso valle e scorgendo il serpente luminoso disegnato dai fari delle moto che salgono dietro di noi sui tornanti. Mi sento davvero bene, quasi euforico, ispirato dal tracciato tortuoso che sto percorrendo e che mi diverte come un bambino. L’andatura di Roberto è perfetta, veloce quanto basta da non concedere distrazioni ma altrettanto turistica da permettere di assaporare ogni metro di strada. Improvvisamente eccoci in vetta. Un piccolo spiazzo sterrato nero come la pece con un monumento invisibile ed un cartello che avvisa i viandanti di essere a 1.992 metri di altitudine. Una breve sosta e di nuovo in sella. Mancano ancora tanti chilometri.

Morbegno, Colico ed infine Dervio, il giro di boa. Qui sostituzione del road-book con il secondo che ci guiderà alla fine del percorso e tappa di ristoro. Un grande prato e le strutture messe a disposizione dai locali Alpini permettono un riposino a chi ne sente il bisogno e di riempire lo stomaco a chi ha fame come noi. Salamella fumante, panino al prosciutto, torta, bibite e caffè. Adesso si ragiona, anche se sono le quattro un quarto del mattino. Mentre gustiamo la nostra cena (o colazione?) la luce fioca dell’alba inizia a definire il profilo delle montagne circostanti.

Passato Bellano arriviamo al secondo “Controllo Timbro” di Vendrogno (Valsassina), nettamente più snello del primo, quasi da non spegnere nemmeno i motori. Proseguendo ripassiamo dalla rotonda dove abbiamo chiesto informazioni all’automobilista e ripercorriamo a ritroso un breve tratto del percorso dell’andata. Giunti a Lecco deviamo verso Bellagio costeggiando il lago. La strada è impegnativa e segue l’andamento della costa con tutte le sue forme. Il panorama ora è chiaro, spettacolare, intenso. Peccato che io stia dormendo. Mentre guido.

Civenna, terzo ed ultimo “Controllo Timbro”. Scendo dalla moto e sfrutto l’occasione per riprendermi dal torpore. Ammiro Roberto che ha tenuto testa alla stanchezza senza accusare colpi di sonno. Il panorama sotto il muretto della piazzetta che ospita il check-point si stende per decine di chilometri sopra il lago. L’impeccabile organizzazione offre anche qui caffè, tè e dolci. Da adesso in poi purtroppo è un semplice trasferimento al punto d’arrivo, fissato a Fino Mornasco presso lo spiazzo antistante il GRIFO’S CAFE’ dove tutti noi veniamo ricompensati dalla fatica notturna con una buona colazione (ora si può davvero chiamare così), le foto della partenza, una maglietta ed il quadretto commemorativo dell’evento. Caspita, è già finito tutto?

 

Qualche dato:

  • 290 km di percorso

  • 728 partecipanti

  • 594 moto iscritte

  • Circa trenta ritirati

  • Tre moto recuperate

  • Un solo incidente con i danni maggiori alla moto

 

Un ringraziamento a:

  • G3 MOTO di Seregno

  • GRIFO’S CAFE’ di Fino Mornasco

  • Croce Rossa di Muggiò

  • Alpini di Dervio

 

Complimenti particolari vanno all’Organizzazione della Manifestazione per l’efficienza, l’impegno e la cortesia di tutti i volontari e per aver devoluto un euro di ogni iscrizione all’Associazione “INFORMAZIONE DONNA BAMBINI ANCORA ONLUS”

 

 

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2 comments

  1. Garolini Ivanna

    Volevo chiedere se anche quest’anno farete il giro del lago in notturna quale sarebbe la data?
    Semplicemente perché quella notte non si può dormire

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