Dopo Harley Davidson anche Ducati entrerà nel mondo delle moto elettriche? Lo scopriremo solo vivendo.
Ha fatto sollevare più di un sopracciglio la dichiarazione dell’ad Ducati, Claudio Domenicali, a proposito della possibilità di produrre moto elettriche made in Borgo Panigale. “Non siamo lontani” ha detto, ed è saltata subito agli occhi, anzi alle orecchie, la contraddizione di una non troppo lontana intervista alla rivista inglese Motor Cycle News in cui papale papale disse: “Elettrico? Solo se ci obbligheranno”. Ora, nel mondo degli affari e della politica, ché di questo si tratta, certe esternazioni, anche contraddittorie, più che vere e proprie dichiarazioni di intenti sono messaggi lanciati a chi ha orecchie per intendere.
Giochiamo un po’ a fantaproduzione
Voci di corridoio parlano di un interessamento di KTM all’acquisizione di Ducati Motor Holding. Che seguono quelle (al momento rientrate) di una dismissione da parte del gruppo Audi-Wolksvagen scottato dalle vicende dei dati truccati sulle emissioni dei motori auto. La KTM per prima ha creduto nell’elettrico per il fuoristrada, settore mooolto interessante, la Freeride è una realtà anche se le vendite sono frenate dalla – per ora – scarsa autonomia. Del cda KTM fa parte Bajaj, colosso di un paese pieno di contrasti, l’India, ma dal potenziale immenso. Mettiamoci anche che la filiale thailandese, altro mercato asiatico in vertiginosa espansione, ha già allestito un prototipo stradale su base Ducati. Bene, se tanto mi dà tanto basta fare 2 + 2 per immaginarci una futura E-Scrambler, modello dalle mille declinazioni perfetto per un’operazione pilota del genere.
Poi per carità, si tratterà di vedere la reazione dell’utenza, il motociclista è per natura un tradizionalista che fa fatica ad accettare cambiamenti, il ducatista poi, ve lo dico con cognizione di causa, è una specie di talebano che ancora deve metabolizzare il V4.
Ci sarà la scossa?
Ma anche uscendo dalle logiche di uno specifico marchio e ragionando in termini generali (senza toccare la spinosissima questione inquinamento, argomento che ci porterebbe lontano), le obiezioni al passaggio dal motore endotermico all’elettrico sono sempre le solite degli albori: il sound che manca quasi completamente (ma secondo me prima o poi qualcuno si inventerà un sistema di mp3 e altoparlanti con vari rombi a scelta, per me il 3 cilindri MV 500, grazie), il peso delle batterie e il loro smaltimento, e l’autonomia, quest’ultima legata a doppio filo alla capillarità della rete di ricarica e soprattutto ai tempi di attesa.
Problemi tuttora irrisolti, basti pensare, in un ipotetico prossimo futuro, alla capacità di assorbimento di un condominio con tutte le auto e moto elettriche che fanno il “pieno” la notte, oppure alla possibilità per un attuale benzinaio di poter disporre di batterie cariche per sostituire al volo quelle scariche; ci sarà un modello unico per tutti o specifico per ogni mezzo? Ma, e torniamo agli affari e alla politica, se chi governa le sorti del mondo deciderà che il petrolio, e tutto ciò che gli gravita attorno, non converrà più, state pur certi che le soluzioni arriveranno in tempi meno lunghi del previsto. Ma lo scopriremo solo vivendo, o, come dice il poeta: the answer, my friend, is blowin’ in the wind.
Intanto andiamo un po’ a vedere cosa ci riserva anche in questo campo, il Motor Bike Expo a Verona dal 17 al 20 gennaio. Vi ricordo che ci saremo anche noi di Moto-ontheroad, padiglione 7 area turismo. Vi aspettiamo!