Moto, belle ragazze e musica: potrebbe sembrare il normale connubio di una manifestazione motoristica, quanto di più semplice si possa mettere assieme per dare enfasi a un evento. Una soluzione quasi banale. Così non è stato per la festa Headbanger che si è tenuta la sera del 17 dicembre a Milano. Certo, gli elementi apparentemente erano gli stessi, ma come in una sapiente ricetta è il gusto, le dosi, la qualità degli ingredienti a fare la differenza.
La musica è stata grande, perché sul palco della Salumeria della Musica – storico locale milanese – c’erano i Four Tiles, una band composta da musicisti di grande esperienza. Tra loro il mitico chitarrista di Elio e le Storie Tese, Cesareo, poi il batterista storico di Lucio Dalla, Roberto Gualdi. A tenere banco, da vero animale da palcoscenico, il cantante e bassista tedesco Guido Block che, sfoderando un perfetto e fluente italiano, nelle pause fra una canzone e l’altra è stato un vulcano di simpatia.
A chiudere il quartetto Stefano Xotta (Sebo) un chitarrista che trasuda rock da tutte le note. A lui l’onore di strapazzare Grace, la chitarra elettrica prodotta da Headbanger in collaborazione con Ibanez, uno strumento esteticamente grezzo, con un grosso marchio a fuoco da far ricordare i western.
Le ragazze, abbigliate in stile woodstock, pantaloncini jeans e stivali a frange, non erano le solite modelline, tanto belle quanto fredde, ma ricordavano con la loro freschezza e giovinezza, un epoca di grandi concerti e grandi ideali. Qua e là, disseminate nella sala, i modelli Headbanger, come fossero stati parcheggiati dagli avventori, inseriti nell’atmosfera con assoluta naturalezza.
Uno dei momenti migliori è stato quando Giorgio Sandi, patron della Headbanger, è salito sul palco a spiegare la filosofia delle sue moto. Musica, motori e ragazze, la vibrazione che può offrire il rock, la stessa che regalano le moto prodotte in Franciacorta. Moto che Sandi definisce sporche e cattive, perché volutamente imperfette. Carburatori e niente elettronica, vibrazioni e sensazioni.
Ha strapazzato i giovanissimi in prima fila, che assistevano al concerto in maniera fredda e quasi annoiata, spiegando che è proprio vivere la musica, le emozioni di una moto, comunicare, saltare, ballare, a fare la differenza nella gioia di vivere.
La lezione ha sortito i suoi effetti, perché il concerto a svoltato e negli ultimi pezzi l’elettricità fra musicisti e pubblico è divenuta palpabile. Un evento di moto e rock da fare invidia agli americani.
Ah, dimenticavamo: a far da bevanda, le bottiglie Headbanger, una birra artigianale e non pastorizzata, grezza e viva, proprio come le motociclette protagoniste della festa.