Proposta in tre differenti versioni, per soddisfare ogni tipo d’utente, ma con un unico filo conduttore: bella e facile con prezzi da 8.470 euro. Ecco la prova Moto Guzzi V7 2014
Si rinnova una delle più amate dagli italiani, qualche aggiornamento per l’estetica e qualche piccolo aggiornamento tecnico. D’altra parte le vendite di questo modello hanno superato le 3.200 unità prodotte nel 2013, sintomo che l’utenza è decisamente soddisfatta.
Nel 2014 si presenta in tre differenti allestimenti, mentre rispetto al modello precedente cambia l’alternatore, ora in bagno d’olio in sostituzione a quello a secco, con un impatto estetico migliore per via del nuovo coperchio in alluminio.
” Prova Moto Guzzi V7 2014 “: le versioni
Moto Guzzi V7 Stone è proposta in tre colorazioni, Rosso vivo, Verde metallizzato e Nero opaco. L’estetica è essenziale, il nero è protagonista per una estetica look total-black, via le cromature trasformate in nero, per far risplendere ancora di più alcune componenti meccaniche come i cilindri e la lucentezza dei tubi di scarico. Tutto il resto è Black. La differenza tecnica con gli altri due allestimenti sta nelle ruote in lega leggera, in alternativa alle più classici cerchi a raggi. Il prezzo è di Euro 8.470.
Moto Guzzi V7 Special è quella che più si avvicina allo spirito originale del modello V750 del 1974, la prima moto di Mandello a montare i freni a disco. La grafica “Essetre”, richiama proprio la sua progenitrice, ed è disponibile in due basi cromatiche: argento metallizzato con fasce nere, più”normale” ed elegante, altrimenti la rivisitazione moderna dalla sua antenata in nero con fasce arancioni. Il logo sul serbatoio è in rilievo, proprio come quello originario, i cerchi a raggi sono verniciati in nero. La differenza con gli altri due modelli sta nel “baffo” di protezione degli steli della forcella in alternativi ai soffietti para-polevere. Il prezzo è di Euro 8.870.
Moto Guzzi V7 Racer è prodotta in edizione numerata, con targhetta posizionata sulla piastra superiore delle sterzo. L’estetica è il suo vero punto di forza, anche lei proposta in un nuovo look total-black, presente sui fianchetti, specchietti, supporto dei silenziatore e protezione pedana. Il serbatoio, da ben 22 litri di capienza, è cromato evidenziando il contrasto con le parti in nero; poi c’è il numero “7” (il numero del campione del mondo 250 Enrico Lorenzetti), piazzato sulle tabelle del cupolino e del codone. La nuova sella monoposto è rivestita in alcantara e skai, a richiesta è disponibile anche la sella biposto e le pedane per il passeggero. Altri dettegli impreziosiscono l’insieme, come il telaio, mozzi-ruota e forcellone, verniciati tramite uno speciale trattamento in rosso; il codono e cupolino rendono la V7 Racer personale e ancora più originale, con tanto di richiamo alla castomizzazione. La liste delle prelibatezze prosegue con l’installazione di pedane arretrate-regolabili ricavate dal pieno, perno di sterzo alleggerito, una speciale protezione per la piastra di sterzo, protezione dei corpi sfarfallati e staffe di supporto silenziatori realizzati in alluminio anodizzato. Infine ci sono due ammortizzatori Bitubo WMY01, registrabili nel precarico molla, in estensione e compressione in dodici differenti impostazioni. Il prezzo è di Euro 10.220.
La ciclistica prevede il classico telaio a doppia culla, realizzato in acciaio ALS con la porzione inferiore imbullonata, elemento distintivo dei modelli V7. Decisamente importante l’inclinazione del canotto di sterzo di ben 27°50’, con risvolti positivi sulla stabilità. La forcella di tipo tradizionale ha steli da 40 mm, con escursione di 130 mm; al posteriore doppio ammortizzatore ed escursione che si l’imita a 118 mm (sul modello Racer ci sono ammortizzatori più raffinati Bitubo). I freni sono solo due, un “discone” anteriore flottante da 320 mm, ed un altrettante importante nel diametro disco da 260 mm al posteriore. I cerchi sono in lega a seri razze per la V7 Stone, a raggi per le altre due versioni.
Il motore arriva da lontano, visto che il suo debutto risale al 1977, ovviamente nel corso degli anni è stato costantemente rinnovato. In questa ultima versione, da 744 cc, ci sono tutte le ultime degli ultimi modelli prodotti a Mandello. Il corpo farfallato singolo è un Magneti Marelli MIU3G da 38 mm, ed ha il collettore di alimentazione rettilineo a Y, introdotto proprio sui V7, per poi essere esteso anche alle ultime novità California 1400. Su questo propulsore la potenza massima è di 35 kW (48CV) a 6200 giri/minuto, mentre la coppia massima raggiunge il valore massimo di 60 Nm a soli 2800 giri/m. Quindi la potenza non è esaltante, ma questo propulsore si distingue maggiormente per avere una coppia robusta, che unito al cambio a 5 rapporti ha il doppio beneficio di limitare l’uso del cambio e influire in maniera positiva sui consumi. Infine, come da tradizione, la trasmissione finale è a cardano, quindi con totale assenza di manutenzione.
Prova Moto Guzzi V7 2014: Stone, Special e Racer: su strada con il nostro tester
Allacciatevi il casco, indossate un giubbino di pelle, guanti alla moda…si parte. Un chilometro, due chilometri, un paio di curve, due frenate. Ci siamo.
Si perché nella nostra ” Prova Moto Guzzi V7 2014 ” abbiamo riscontrato che le tre versioni sono proprio facili. . Il piano di seduta è a 805 mm da terra, ma non ci sono ingombri particolari quando si stendono le gambe per poggiare i piedi in terra, infatti i due “cilindroni” sbucano appena più avanti. Il peso è limitato, la casa dichiara 179 kg con tutti i liquidi, tranne il carburante, ed in effetti si ha la netta sensazione della limitata mole in qualsiasi circostanza. Nella manovre da fermo si è sempre sicuri, grazie anche alla pastosità del bicilindrico dal “cuore buono” e da una frizione dal comando leggero e dallo stacco perfettamente modulabile. Nella nostra ” Prova Moto Guzzi V7 2014 “, abbiamo riscontrato che l’impostazione di guida è comoda, tipica di questa tipologia di moto, quindi il busto è eretto, senza carica ne avambracci ne polsi; il manubrio è collocato alla giusta distanza ed è abbastanza largo, insomma la presa è sicura. Leggermente differente la postura assunta sul modello V7 Racer, il manubrio è più basso e più chiuso, quindi si è leggermente più flessi con il busto verso l’anteriore.
Proprio sul manubrio è installata la strumentazione a due quadranti circolari con in mezzo un modulo aggiuntivo dove sono riportate le spiedi di servizio; classica la grafica degli indicatori di velocità e giri, peccato però che i numeri risultino troppo piccoli e quindi poco visibili durante la guida.
Un pelino largo, invece, risulta la zona di collegamento tra sella e serbatoio, ma è pur sempre vero che comunque il peso del corpo non tende a scivolare verso l’avantreno, quindi tutto sommato non ci sono particolari fastidi. Le pedane poggia-piedi risultano un pelino troppo vicino al piano di seduta, costringendo ad una eccessiva angolazione delle ginocchia, mentre sul modello V7 Racer sono posizionate in maniera più sportiva, quindi maggiormente arretrate.
Nella ” Prova Moto Guzzi V7 2014 ” abbiamo beneficiato di una sella con un ampia sezione di seduta, e che lascia anche una certa libertà di movimento longitudinale, l’unico appunto è quello di essere fin troppo sostenuta, causando qualche fastidio al posteriore. Stessa sensazione per quanto riguarda il funzionamento della sospensione posteriore, troppo rigida nell’affrontare le asperità dell’asfalto, come contro però l’assetto più rigido regala una armonia e sicurezza quando si procede più spediti.
” Prova Moto Guzzi V7 2014 ” il motore:
Ovviamente non chiedetele di fare la sportiva, perché la cosa non le interessa. Il bicilindrico eroga 48 CV, possono bastare, se si ha voglia di godersi il panorama, di guidare con dolcezza senza cercare necessariamente sensazioni forti. Ruotando la manopola del comando dell’acceleratore, fin dai regimi più bassi, il V7 sale di giri con fluidità, sempre pronto a riprendere anche nelle marcie più basse e senza esitazioni. Se si vuole sentire un po’ più di brio bisogna insistere nel salire di giri, portandosi vicino ai 6.000 giri/min. indicati. L’impianto frenante è adatto alla tipologia e prestazioni offerte; il singolo freno anteriore non è troppo esuberante e non tende a bloccaggi improvvisi, mentre il disco posteriore è assolutamente utile per ottenere spazi d’arresto più limitati. Le uniche differenze di guida che si hanno nelle tre versioni sta nella differenza dei cerchi, la V7 Stone ha cerchi in lega decisamente più rigidi rispetto a quelli in raggi degli altri due modelli, e proprio quelli a raggi riescono in parte a dissipare le piccole asperità dell’asfalto.
Il vento in faccia, si grazie. Non c’è una protezione alla pressione dell’aria, anche il piccolo cupolino presente solo nella versione Racer, ha una funzione puramente estetica, eppure si apprezza la totale assenza di qualsiasi forma di riparo. È un po’ ritornare indietro, sentire l’aria, assaporare i profumi, procedere senza fretta e senza “filtri” o ripari. Insomma due ruote, due cilindri, due freni, e magari partire proprio in due con la propria compagna, anche lei sta comoda, ovviamente se acquistate il modello Racer…siete destinati a star soli.
Un’ultima considerazione al margine della ” Prova Moto Guzzi V7 2014 “: basterebbe uno scarico alto e un “tassello stradale” per fare diventare la Moto Guzzi V7 – magari magari nella versione special – una fantastica scrambler. Ma forse qualcuno ci ha già pensato…
Altre info: www.motoguzzi.it
SHEDA-TECNICA: v7 Stone-V7 Special-V7 Racer
Cilindrata: 744 cc
Alesaggio: 80 mm
Corsa:74 mm
Distribuzione: 2 valvole ad aste in lega leggera e bilancieri
Potenza max all’albero: 35 kW (48CV) a 6200 giri/minuto
Coppia max all’albero: 60Nm a 2800 giri/minuto
Impianto di scarico: catalizzatore a 3 vie con doppia sonda Lambda
Raffreddamento: Aria
Telaio: tubolare a doppia culla scomponibile in acciaio ALS.
Interasse: 1449 mm
Avancorsa: 109 mm
Inclinazione cannotto di sterzo: 27°50’
Sospensione anteriore: forcella telescopica idraulica, Ø 40 mm
Escursione: 130 mm
Freno anteriore: disco flottante in acciaio inox Ø 320 mm, pinza Brembo a 4 pistoncini differenziati e contrapposti
Freno posteriore: disco in acciaio inox Ø 260 mm, pinza flottante a 2 pistoncini
Ruota anteriore: 18″ in lega leggera 100/90 (V7 Stone)
18″ in alluminio lucidato, a raggi, 100/90 (V7 Special-V7 Racer)
Ruota posteriore: 17″ in lega leggera,130/80 (V7 Stone)
17″ in alluminio lucidato, a raggi,130/80 (V7 Special-V7 Racer)
Altezza sella: 805 mm (785mm opt.)
Lunghezza: 2.185 mm
Altezza: 1115 mm
Altezza minima da terra: 179 mm (V7 Stone)- 182 mm (V7 Special-V7 Racer)
Capacità serbatoio carburante: 22 litri (riserva 4 litri)
Gamma colori V7 Stone: Nero Ruvido, Rosso Corposo, Verde Agata
Gamma colori V7 Special: Essetre (argento, nero)
Gamma colori V7 Racer: Racer
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