Tanti lo praticano, molti sognano di farlo! Il fuoristrada in moto è bello, ma come iniziare? Il Kiddo ha qualche consiglio da dare.
Il mondo del fuoristrada in moto affascina sempre più appassionati attratti dalla possibilità di ampliare la scelta dei percorsi, delle mete da scoprire, dal divertimento che offre e da quanto insegna nel saper guidare e gestire la moto in condizioni di aderenza precaria, in una parola, la propedeuticità. Così s’impara pure una parola nuova. Dal momento che chi scrive si è sempre considerato un eterno principiante, sa che il peggior nemico di chi vuole iniziare a fare fuoristrada in moto è sicuramente l’ansia.
La scelta della moto:
Allo stesso modo, iniziare con una racing può essere altrettanta fonte di stress eccessivo dal momento che sono moto che richiedono una guida molto fisica e i percorsi su cui si trovano a loro agio spesso non sono gli stessi su cui potrà iniziare senza patemi un principiante; a questo si aggiungono le problematiche di spostare la moto da casa a un punto di partenza per un percorso ad un altro tramite carrelli o furgoni. O si vive in prossimità di una rete infinita di sentieri percorribili (e diteci dove sta) oppure iniziare con moto del genere non è molto semplice.
Con queste premesse, ci sentiamo di consigliare il neofita, se non vuole provare a mettere le ruote dall’asfalto con la propria maxi adatta al turismo, di valutare l’acquisto di una dual sport, anche (forse meglio) datata, ad esempio Honda Dominator o XR, Yamaha Ténéré, TT o XT, Kawasaki KLR, Suzuki DR, KTM LC4. Spesso con una spesa poco superiore ai mille euro ci si mette in garage un mezzo quasi indistruttibile che con un po’ di manutenzione quasi esclusivamente dovuta al peso degli anni permette degli spostamenti anche a medio raggio, di cacciarsi senza grossi problemi in qualche guaio e di affrontare qualche scivolone con la dovuta serenità, ché tanto c’è poco da sciupare.
L’abbigliamento:
uno degli errori che più spesso si commettono quando si approda a una nuova specialità è quello di vestirsi con abbigliamento tecnico eccessivamente specialistico. Ovviamente in fuoristrada va messo come detto in conto la caduta, a velocità più o meno basse, ma proprio indossare protezioni sovradimensionate ed eccessivamente rigide può essere fonte di mancanza di mobilità e quindi controllo. Una pettorina da cross con protezioni del petto, ginocchiere molto rigide, stivali specialistici possono essere vitali per chi percorre sentieri o piste da cross ad alte velocità, ma per iniziare molto probabilmente è preferibile la vecchia tuta da strada in tessuto (con le dovute protezioni su schiena, spalle, gomiti, ginocchia) accantonata in garage che lascia spazio ai movimenti e vi fa sentire a vostro agio.
La compagnia:
Forse la componente più importante; dal momento che spesso si inizia a fare fuoristrada perché i nostri amici ci vanno e ci hanno fatto venire la voglia, come è giusto che sia. La cosa fondamentale, riguardo alla compagnia, è che ce ne sia una. Forse l’unica regola in merito al fuoristrada in moto è “mai da soli”, per una serie infinita di ragioni, la più importante delle quali è ovviamente avere qualcuno che immortali con una foto le vostre prodezze, ma anche qualcuna meno fondamentale come avere un aiuto se ci si trova in difficoltà in un tratto più impegnativo o per un problema meccanico, consigliarsi sul percorso da prendere, farsi prendere per il culo per lo scivolone nella pozza gigantesca.
Il pericolo di aggregarsi a qualcuno più esperto di noi è sempre quello che lui sottovaluti la difficoltà del percorso o sopravvaluti le nostre capacità, a volte per far vedere quanto è bravo lui o incolpevolmente, ma col risultato di farci partire da subito con il magone, con le conseguenze sopra descritte, anche perché spesso si cerca di dissimulare l’ansia per non sentirsi di peso, cosa che non deve mai accadere. Andare a cacciarsi nei guai fuoristrada deve essere comunque un piacere e non ce l’ha certo ordinato il dottore.
I percorsi:
Si fa un gran parlare, recentemente, delle recenti proposte di legge che vogliono limitare l’accesso dei mezzi a motore sui sentieri. Premesso che ovviamente nessun sentiero è “naturale” per definizione perché non si è mai visto un sentiero oppure una qualsiasi forma di strada nascere di notte come i funghi, la proposta di divieto è inerente a tutti quelle strade che non sono state costruite a loro volta con mezzi meccanici, escludendo giocoforza quasi ogni tipo di “strada” anche sterrata ma includendo i sentieri tracciati col calpestio o con mezzi manuali, limitazione che sinceramente troviamo anche condivisibile.
Ad ogni modo, stavamo compilando una serie di suggerimenti per principianti, ai quali ci sentiamo di sconsigliare tracciati che possono quasi inevitabilmente risultare molto impegnativi come, appunto, i sentieri naturali. Le tantissime strade sterrate o bianche che scopriremo quando cominceremo a battere il territorio alla loro ricerca sono una fonte continua di divertimento, scoperta e riscoperta di luoghi sconosciuti, di angoli remoti, di paesaggi che sentiremo nostri e che sarà ancora più bello condividere.
Proprio con questo spirito, e anche volendo evitare qualsiasi tipo di problema di percorsi sui quali sia permesso andare, sono molte le proposte di tour entro-fuoristrada. Non facciamo qui riferimento alla più classiche “cavalcate” per enduro che non rientrano nello spirito di questo vademecum ma a eventi su facili strade bianche o poco più che permettono di conoscere meglio porzioni di territorio sempre spettacolari. Su Moto-Ontheroad ne abbiamo presentate alcune, sulle quali sarà una goduria portare la vostra dual o maxienduro.