Oggi siamo a Roma e cercheremo di spiegare come fotografare un quadro e portare a casa con noi qualcuna delle opere dei “I Grandi Maestri. 100 anni di fotografia Leica”, in mostra al Complesso del Vittoriano fino al 18 febbraio 2018, unica tappa italiana.
L’esposizione, attraverso oltre 350 stampe d’epoca originali, tra le più famose della storia della fotografia, omaggia la Leica, la prima macchinetta fotografica provvista di pellicola 35 mm. Un percorso che si snoda in 16 sezione tematiche, dagli anni Venti del Novecento fino ad oggi, dalla nascita del fotogiornalismo, alla fotografia usata come strumento di propaganda, dalle scene di vita quotidiana alle icone del mondo della moda e dello spettacolo. Ad accompagnarci in questa lezione per imparare a fotografare un quadro, ci saranno i nomi più celebri del settore.
Robert Capa con il discusso “Il miliziano colpito a morte”, Alfred Eisendtaedt ed il celebre “V-J Day a Time Square”, Nick Ut il fotografo vietnamita vincitore del premio Pulitzer con il suo scatto diventato icona delle atrocità della guerra in Vietnam, Alberto Kordo ed il suo prezioso rullino con l’immagine simbolo del Che Guevara, ed ancora Henri Cartier-Bresson, Sebastiao Salgado, Garry Winogrand, William Eggleston, Fred Herzog, Gianni Berengo Gardin e Piergiorgio Branzi, Paolo Pellegrin, Valerio Bispuri e Lorenzo Castore.
Dopo questa breve presentazione della nostra illustre “modella” per imparare a fotografare un quadro, passiamo al bon ton da adottare in uno spazio espositivo.
Buona regola è accertarsi che nel Museo o Galleria privata che si intende visitare, sia consentito fare fotografie, quasi sempre è proibito l’utilizzo del flash, che potrebbe rovinare i dipinti.
Generalmente dietro il divieto di fotografare un quadro in un Museo c’è la volontà di salvaguardare il copyright delle opere, in alcuni la proibizione sta nel fatto che, se ognuno di noi perdesse anche pochi secondi per uno scatto, gli spazi sarebbero sempre affollati, ed è recente a tal proposito l’introduzione specifica del divieto di utilizzo dei selfie stick. Ci sono poi le motivazioni legate alla sicurezza ed al terrorismo.
Espletata questa formalità passiamo alla parte puramente tecnica.
La prima regola da tenere in considerazione è la posizione. Dopo aver collocato perfettamente in bolla la macchina fotografica, ove possibile si consiglia l’uso del cavalletto, la posizione da assumere deve essere davanti all’immagine, con la linea immaginaria dell’obiettivo che passa nel centro del quadro, il fine è quello di evitarne le deformazioni trapezoidali. Cercate di inquadrare l’intera opera facendo in modo che entri interamente nel mirino, riducendo al minimo lo spazio circostante.
L’immagine può essere ripresa con o senza cornice in base all’uso che intendiate farne o a vostro gusto.
Sulla luce e le teche di vetro che riflettono poco si può fare.
L’illuminazione ideale avrebbe una luce diffusa e regolare, senza superfici che riflettono nelle vicinanze, come finestre o altri quadri con cornici in vetro, o luci dirette. Per i riflessi una soluzione potrebbe essere quella di portare un cartoncino scuro con un foro per l’obiettivo che andrebbe a coprire lo sfondo, eliminando parte del problema, anche se sicuramente non è la soluzione più pratica.
Dove fosse possibile, potete usare dei softbox posizionati a 45° rispetto all’asse fotocamera-quadro.
Al momento dello scatto la macchinetta deve essere ferma, dove non sia possibile utilizzare il cavalletto per motivi di sicurezza o semplicemente perché sprovvisti, è utile impostare l’autoscatto per cercare di minimizzare il più possibile le oscillazioni delle mani.
Per l’esposizione il consiglio è quello di regolarvi con il mezzo scatto, su alcune macchine se premete a metà il tasto per scattare la foto ve la calcolerà in automatico.
Il tempo va definito in funzione del diaframma, considerando che stiamo fotografando una superficie piatta, senza profondità, un’impostazione ideale potrebbe essere 5,6 o 8.
Altra regola fondamentale per fotografare un quadro è quella di Bilanciare il bianco, cioè evitare che le superfici bianche appaiano di un altro colore. Potete tranquillamente usare le impostazioni standard della macchina, come nuvoloso, sole, luce artificiale gialla, luce artificiale blu ecc,.
Fate sempre più di uno scatto.
Il risultato non sarà quello di un professionista, ma sarà possibile, partendo da una buona base, eseguire dei piccoli ritocchi nella post-produzione e migliorare il risultato finale.
Tutte le informazioni sulla Mostra “I Grandi Maestri. 100 Anni di fotografia Leica“.