Una gara straordinaria, ricca di incertezze, corsa sul filo dei 300 km/h su l’asfalto bagnato del circuito del GP d’Inghilterra, ha portato sul podio ben tre piloti italiani. Viva l’Italia.
di Amedeo Roma
Chi ci segue sa che noi di moto-ontheroad, non seguiamo il mondo delle competizioni, per quello ci sono testate specializzata. Eppure, almeno per questa volta, non possiamo che gioire per un risultato così bello ed importante nel recente GP inglese con lo sventolare del tricolore nelle tre prime posizioni.
Anche noi quando siamo liberi da impegni, la domenica ci capita di piazzarci davanti alla TV, di gasarci e di tifare i nostri piloti preferiti; ovviamente ognuno di noi ha il proprio. Per fortuna questa ultima domenica di agosto, sono rimasto a casa, e mi sono “gustato “ un GP spettacolare.
Si parte, in sella. Prima partenza, tempo incerto, viene dato il cartello di gara con pista asciutta. Giro di allineamento, prima della fatidica partenza al semaforo…piove non ci sono dubbi, correre con gli pneumatici slick vuol dire stendersi in pochi metri. Tutti i piloti rientrano ai box, per il cambio moto, ancora non è ben chiaro se verrà ridata una nuova procedura di partenza, o se tutti partiranno immediatamente dai box. In pochi secondi la corsia della pit lane è completamente invasa da meccanici impazziti, piloti che saltano da una moto all’altra, sembra che Màrquez si presenterà alle prossimi giochi olimpici per il salto della cavallina. In sostanza l’immagine che viene trasmessa dalla TV, sembra provenire dal famoso mercato di Porta Portese di Roma, per la confusione che si è creata il pochi secondi.
Fermi tutti, la procedura di partenza viene bloccata, la ripartenza è spostata di 20 minuti. Già 20 minuti, frenetici, dove i piloti devono parlare con i meccanici, anche se l’assetto delle moto per il bagnato è già pronto sulla seconda moto, ma si sa qualche piccolo aggiustamento degli ultimi minuti potrebbe essere la carta vincente. Sempre nei 20 minuti, i piloti si devono confrontare con i tecnici delle gomme, rilasciare qualche accenno d’intervista, sorridere a qualche tifoso…e cercare quel minimo di tranquillità per trovare la serenità e convinzione per affrontare l’asfalto bagnato ad una velocità anche superiore ai 300 Km/h.
Si parte, via, e nelle prime curve, il buon Jorge Lorenzo, in squadra con Valentino Rossi su Yamaha, fa la voce grossa, infilandosi alla prima curva davanti a tutti; dietro si piazza il buon Marc Márquez su Honda, insomma le prime avvisaglie sembrano voler mettere nuovamente gli spagnoli tra i dominatori. Valentino non parte benissimo, peccato, si sta giocando il mondiale ed è a pari punti con il suo compagno di squadra, Jorge…lo spagnolo, quello che si è piazzato in prima posizione. Ok, gara finita. No!
Il pesarese non si perde d’animo, furbo com’è, tenace come un ragazzino appena arrivato al moto mondiale, si mette in carena, e sorpasso dopo sorpasso in pochi giri infila tra gli altri Marquez, e successivamente anche Lorenzo. Che bravo, il tutto condito da Guido Meda, commentatore della MotoGp su sky…che si è fatto piazzare anche lui un divano in studio….per poter riproporre il famoso ritornello: “tutti in piedi sul divano”. Per il bene di Guido, spero che si sottoponga più volte l’anno ad una visita da un cardiologo.
Il Vale avanza sicuro, per nulla intimorito dall’asfalto bagnato, sfreccia veloce sul rettilineo, frena tardi e salta da una parte all’altra, nei cambi di direzione, come un grillo. Dietro, un’ombra lo segue, il campione del mondo spagnolo Márquez, probabilmente sta studiando la guida di Vale. Peccato, sicuramente negli ultimi giri saprà dove infilare il nove volte campione del mondo. Il povero Lorenzo, sembra in difficoltà, ogni tanto infila qualche giro buono, ma sostanzialmente per qualche ragione non è in giornata, o non lo è la sua moto…o non lo è la visiera del suo casco, visto che alla fine della competizione in un immagine fa risaltare il fatto di avere la visiera appannata.
Si fa vedere anche Daniel Pedrosa su Honda, ma purtroppo il pilota spagnolo non ha mai gradito troppo la guida sul bagnato, e spesso gli è mancata la grinta per farlo emergere negli duelli a due. Un po’ di casino lo fanno i piloti in sella alle moto clienti, Cecchinello sarà abbastanza “incacchiato”, il suo Jack Peter Miller, riesce in un sol colpo a buttare alle ortiche un suo probabile ottimo risultato, oltre a quello del suo incolpevole compagno di squadra Cal Crutchlow.
L’asfalto bagnato, stimola i piloti, in cerca di gloria, in un certo senso appiattisce un po’ le prestazioni delle moto. A Danilo Petrucci sta cosa deve esser risuonata più volte nella testa, visto che giro dopo giro guadagna posizioni in sella alla sua Ducati ”vecchia” del 2014. Il ternano guida bene, si esalta e ci fa esaltare…divertire…e ad ogni sorpasso il nostro cuore aumenta di qualche battito. Manteniamo la calma, anche se non è cosa facile, soprattutto quando poi si unisce Andrea Dovizioso su Ducati ufficiale. Le due rosse, anzi no una bianca ed una rossa, di due stagioni diverse, ma sempre provenienti da Borgo Panigale, spingono forte, danzano lungo le curve, frenano forte…e continuano ad inanellare giri veloci. Lo stile di guida di Petrucci e grintoso, spavaldo e sicuro, tira delle “staccate” da cardiopalma; speriamo lo abbiano avvertito che la pista è bagnata, perché lui non sembra farci troppo caso. La sua guida grintosa mi ricorda un certo pilota australiano degli anni 90’ Wayne Gardner. Il Dovizioso lo segue, anche lui come un ombra, proprio come Márquez su Rossi, ogni tanto sembra provare l’attacco, in fondo lui ha la moto ufficiale, con due pinne in più piazzate ai lati delle carena…sembra il musetto di una F1.
Qualche giro in più, e la coppia di testa…scoppia; Márquez è fuori, cade in terra…gara finita, peccato, ma per fortuna ritorna ai box senza un graffio. Il ragazzo, perché oltre ad essere pilota è anche questo, al suo rientro ai box si fa apprezzare anche per il bel gesto di “sostenere” un bimbo suo tifoso che piange per la delusione della caduta del suo idolo.
Emozioni finite? No..no. I due ducatisti, si sono gasati, viaggiano in seconda e terza posizione, e Valentino sembra aver problemi con gli pneumatici, visto che i tempi salgono, mentre progressivamente scendono quelli di Petrucci e Dovizioso. Il divario scende, finisce che vanno a prendersi la prima e forse anche la seconda posizione, i battiti del cuore salgono…ad ogni giro, la paura di vederli “stendersi” è tanta e sarebbe un vero peccato. Ultimi tre giri, Dovizioso ha lasciato da solo il Petrucci, meglio portare a casa un bel terzo posto; come dargli torto, poi per come erano andate le prove, con un 12°, è già una mezza vittoria.
L’asso pesarese in sella alla Yamaha, non è certo un pivellino, probabilmente ha calato il ritmo solo per risparmiare le gomme per gli ultimi giri, e infatti ritorna a girare forte, non lasciando spazio al secondo di provare un attacco.
Il risultato finale? Tre Tricolori che sventolano. Valentino Rossi (Yamaha)-Danilo Petrucci (Ducati Pramac)- Andrea Dovizioso (Ducati).
Fossero sempre così le gare….forse la Domenica me ne starei volentieri a casa.