Qualche tempo prima di intraprendere il nostro viaggio in Vallonia, la regione meridionale del Belgio a lingua francese, avevamo provato a documentarci in proposito su qualche libro di itinerari in moto.
Niente. Letteratura completamente assente, qualcuno sembrava averla fatta sparire come il pianeta Kamino. Nel mezzo fra Francia e Olanda sembrava ci fosse un buco.
Altri motociclisti erano stati ovviamente in Normandia, in Germania, pure in Olanda. Ma Belgio, niente! Tantomeno Vallonia.
Eravamo quindi un pò in apprensione: magari ci saranno state un sacco di cose belle da vedere tipo musei, mostre, concerti; insomma tutta quella roba che, e diciamolo, via, a noi motociclisti non ce ne può battere de meno ma avremmo dovuto verificare solo la drammatica assenza di belle strade, panorami, costruzioni scenografiche, motivi enogastronomici di sosta rimarchevoli. Tutti elementi che, al contrario, spostano il piatto della bilancia a favore dell’interesse per un Paese da parte del motociclista.
Ci sentivamo quindi dei veri e propri Cristoforo Colombo alla scoperta di un nuovo mondo, ma col serio rischio di rimanere delusi. D’altronde, se nessuno c’era mai stato, ci sarà pure stato un motivo.
Girando per le Fiandre, la Vallonia e le Ardenne, le occasioni di meraviglia non mancano, soprattutto quando si scoprono le cittadelle di Dinant o Namur, arroccate su speroni rocciosi così come il castello di Bouillon, quello di Goffredo di Buglione.
Stessa cosa per la cucina, evidentemente condizionata dalla gastronomie francese dove però la carne alla griglia la fa da padrone (ci ha non poco sorpresi di poter gustare una bistecca o una tagliata alta cinque centimetri a Durbuy, incantevole cittadina medievale incastonata fra gole di roccia e foreste) insieme alle ottocento e più birre belghe, che inutilmente, abbiamo provato ad assaggiare tutte.
Le patatine fritte, tanto rinomate, ci hanno invero un pò deluso. Diciamo che in media non sono quelle congelate del fast food ma con quelle che sbucciamo a mano in casa… ciao.
Le strade da fare in moto? Ci stavo arrivando. Ovviamente siamo lontani dai budelli di curve delle Alpi o degli Appennini, ma belle strade ce ne sono, eccome, e spesso offrono dei panorami bellissimi su strapiombi rocciosi e vallate, tanto che la Vallonia belga è attraversata in lungo e in largo da motociclisti olandesi, francesi, tedeschi ma anche inglesi e norvegesi.
Così come gli eserciti di tutta Europa hanno adoperato questi luoghi come terreno di scontro nei secoli passati, così adesso sono il punto di incontro di un sacco di mototuristi, non italiani.
La cosa ci ha un pò sorpreso quindi, anche perché a guardar bene la cartina, a salir su dalla Svizzera non è che questa regione sia poi così lontana dall’Italia e potrebbe essere una meta molto interessante per un viaggio non molto impegnativo di pochi giorni per i motociclisti nostrani.
Non piove moltissimo durante i mesi caldi, anche se noi abbiamo beccato, ci hanno detto, un caldo eccezionale e il traffico sulle strade extraurbane è quasi inesistente. Gli asfalti non sono malaccio e probabilmente ci sono percorsi ottimi per gli amanti dell’offroad, tanto che gruppi di enduristi olandesi vengono in Vallonia per passare dei fine settimana a girare per i boschi.
A vedere tutti i motociclisti che da ogni parte d’Europa scorrazzano bellamente per Ardenne e Fiandre, quindi, noi mototuristi italiani ci siamo sentiti come Cristoforo Colombo quando diceva “ho scoperto un nuovo mondo! ”
Ma che hai scoperto, oh bischero. E gli indiani che c’erano da prima?!