Forse è l’età a indurre alla nostalgia.
C’è chi guarda con malinconia a periodi lontani e storicamente infelici con un velo di rammarico, più che per i tempi stessi, per la propria giovinezza.
Ci ho riflettuto e sono arrivato alla conclusione, che per me non è così, almeno per quanto riguarda le motociclette.
Preferisco quelle di oggi, con una ciclistica perfetta, ottimi freni, un’erogazione costante. Degli ottimi marchingegni a due ruote. Belli, perfetti, performanti e facilissimi da guidare, che anche un neofita, dopo un po’ si sente un drago (cosa per altro pericolosa, che affronterò più avanti con un’altro dei miei farneticanti scritti, se avrete la pazienza di leggermi).
Eppure, pur non avendo nostalgie legate al motociclismo della mia gioventù – se non quelle inerenti alcuni modelli cui sono affezionato per averci condiviso tanta strada – una cosa la rimpiango: il caro, vecchio, carburatore.
Certo, l’iniezione elettronica è una gran bella cosa. Più efficienza nel rendimento, meno problemi legati alla pressione atmosferica, altitudine, umidità dell’aria ecc., meno inquinamento. Eppure, senza l’elettronica, se la moto si fermava, avevi ottime probabilità di ripartire.
Se non c’erano danni rilevanti ed eri certo di averla trattata nella giusta maniera, controllando l’olio, evitando di farla “picchiare in testa”, senza prendere a calci il cambio, quindi eliminando le ipotesi di grippaggi, sbiellaggi, o rotture di ingranaggi, se la moto si era fermata – dicevo – o si trattava di benzina o di corrente. Una volta controllato che la benzina ci fosse e che questa arrivasse correttamente al carburatore (non di rado – soprattutto con i vecchi carburanti – i filtri dei serbatoi potevano risultare intasati), allora si procedeva con l’ipotesi corrente. Si smontava la candela, si faceva fare qualche giro al motore, con la pedivella o con il motorino d’avviamento e si verificava la scintilla. Diverse volte però era proprio il carburatore a essere il colpevole, a causa di un po’ di sporco, di un getto intasato, o qualche piccolo problema comunque risolvibile con un cacciavite e una pinza. Al giorno d’oggi, se la moto si spegne e non parte, non si sa che cosa fare. Basta un sensore andato a puttane, e la moto è ferma, bloccata, senza possibilità di intervento in strada.
Sarà forse per questo – ed anche per la crisi – che molti stanno cercando vecchi modelli a carburatori da pochi soldi e tante soddisfazioni.
E forse lo farò anch’io!
Bell’articolo! 🙂