di Peio
Capita, com’ è giusto sia , che i figli crescano, e con loro in maniera esponenziale la voglia e la passione per la moto. Il 125 al primogenito va stretto, è ora di passare al 250 motard. Di dare in permuta l’ XR 125 per 4 lire non se ne parla e così resta lì, in un angolo del box. Ogni tanto ci pensa il secondo genito 12enne a sgranchirle il pistone nel campettino sotto casa ( la fortuna di abitare in campagna ) poi piano piano il costo della benzina nell’arco di un anno e mezzo è praticamente passato da poco più di un euro a quasi due e a quel punto ritrovarsi nel garage un frullino da 40 km con un litro diventa una risorsa. Nonno Carlin mi diceva: “fin che t’ ha dal post, sbata via nen !” ( fin che hai del posto non buttare via niente! Parole sagge!
Dal mucchio del ruffo, una vecchia stalla dove sono solito stipare i rimasugli motociclistici , son saltati fuori una piastra e un bauletto…e voilà, poca spesa tanta resa: la piccola utilitaria è servita. Ottima per le commissioni nel traffico e per i piccoli spostamenti, la mantengo veramente con gli spicci. Un vecchio pistone da camion sulla scrivania è adibito a salvadanaio, nell’arco del mese tutte le monetine varie finiscono li e mediamente ci saltano fuori 25 , 30 euro, quanto basta per stufarsi di girare.
Ci sono delle volte però in cui si è sparata anche delle tratte da oltre 400 chilometri. Ci sono andato alla Motobefana organizzata dai Guareschi a Parma nel 2012. Casale Monferrato – Parma, oltre 200 km di strada normale. Ora del ritrovo 8,30, partenza 4,30 del mattino. Praticamente piena notte e un freddo porco, ma ci volevo assolutamente andare, a dispetto di quell’unico biglietto da 50 euro nel portafoglio, miracolosamente scampato al salasso delle feste di Natale, tra regali ai pargoli, parenti , cene e varie. A Tortona comincio a capire come mai tanti dubitino della mia sanità mentale e non posso che dar loro ragione.
A Voghera mi ferma una pattugli dei carabinieri: pensavo a un normale controllo, non mi chiedono neanche i documenti ma si limitano a dirmi: “Ma non ha freddo?” “Un po’, ma ci sono abituato” Poco prima di Piacenza un miraggio, un distributore con annesso bar. Un tè bollente, sento il liquido caldo scendere nella gola, nello stomaco e da lì sembra irradiarsi in tutto il corpo, mi sento sbrinare come un vetro gelato di ‘auto investito dal flusso d’ aria calda della bocchetta del riscaldamento.
Ho percorso a spanne circa 3/4 dell’andata e il termometro di una farmacia segna – 6. Preferivo non saperlo, ora mi sembra di avere ancora più freddo. Comincia a fare giorno, sono in perfetto orario calcolando una velocità di crociera di 80 Km/h, i vari centri abitati a 50, un paio di caffè. Velocità media di circa 50 / 55 km/h, ma il tempo è dalla mia. Alle porte di Parma faccio il pieno, fatico a farci stare un deca di verde. A volte anche avere la moto che consuma poco è uno stress, se non ci sta tutta lasciarla lì mi da un fastidio terribile, così opto per la V Power. Crepi l’ avarizia, pieno raso: fatti un goccetto di roba forte piccola mia, te la sei meritata. Arrivo a destinazione con un buon quarto d’ ora di anticipo e l’aria festosa della manifestazione mi fa dimenticare il freddo. Faccio l’iscrizione, il buono per il pranzo e mi tornano 5 euro di resto: sono un signore i cinquanta sono bastati e avanzati.
Alle 15,00 riprendo la strada del ritorno, non fa freddo come all’andata ma si è alzato un forte vento, naturalmente contrario. La piccola Hondina sembra quasi essere frenata da una mano invisibile e a ogni folata l’ ago del contachilometri passa di colpo da 80 a 65, per poi risalire piano piano. Sembra niente, ma al ritorno ci ho impiegato un’ora e un quarto in più. Tutto bello, mi sono divertito con niente, ma arrivato a casa l’ ho mollata nel box e non l’ ho più cagata per qualche giorno.
Lei è la più piccola e la più complice, di solito la prendo e comincio a girare per le strade del Monferrato senza meta per il puro gusto di sentirmi in movimento. Per perdermi tra i panorami, pensieri e ricordi.. intraprendendo quotidianamente il mio piccolo viaggio senza meta.