Esplicitamente vietata sul libro di esame della patente AM (per motorini a marce), l’impennata resta la soddisfazione segreta di ogni motociclista.
Mio figlio maggiore è alle prese con l’esame per la patente AM, che sarebbe quella per il cinquantino con le marce. Sarà che sente i discorsi in casa miei e di mia moglie, entrambi motociclisti, ma ha insistito lui per prendere un motorino a marce, cosa che gli sta complicando al momento non poco la vita. Iniziare è un casino: un sacco di cose che il cervello deve elaborare come la frizione, i giri del motore da ascoltare in salita e discesa, quando e come cambiare… un casino.
La fase dell’esame teorico, i quiz della patente AM, per fortuna è passata senza troppi problemi, ma ovviamente per un genitore con ben tre patenti (A, B, C), rimettersi dopo vent’anni da quando ha preso l’ultima a fare i test per invogliare il pupo a fare altrettanto significava mettersi alla prova non poco. Non faccio tanti errori, anzi una scheda su una decina addirittura senza, non male.
Solo che leggendo alcune cosette sul libro che hanno dato al ragazzo per studiare, un paio di considerazioni mi vengono proprio spontanee.
La prima riguarda il mantenere la moto in prossimità del margine destro, ovviamente per non ingombrare troppo alla guida di un veicolo che si suppone mediamente più lento degli altri.
Solo che se si considera l’esperienza diretta, l’idea di stare nella parte della corsia dove c’è quasi sempre più buche, più sporco e che si mantiene più tempo bagnata soprattutto in curva e dalla quale si è visti con difficoltà da chi vuole ad esempio uscire da una stradina, non è così esaltante! Un sacco di cadute coi motorini avvengono proprio perché ci si impaurisce nel vedere un’auto sbucare da una strada laterale all’improvviso. La macchina magari si ferma per dare la precedenza, ma l’istinto di quello col motorino è di inchiodare col freno davanti finendo così a terra!
Nonostante la risposta giusta da dare sui quiz, quindi, chi va in moto impara sempre a stare nel mezzo della propria corsia, a meno di non essere di ostacolo, chiaro, per essere più visibile e avere più visibilità.
Altra cosa esplicitamente vietata sul libro della patente AM che comincio a leggere con spirito critico è l’impennata.
Assurdo! Impennare la moto, anche per brevi tratti, anche solo di potenza del motore o in prima marcia, anche a detta di amici istruttori di guida sicura con decenni di esperienza in sella a una moto permette di conoscerne intimamente la geometria del telaio, la distribuzione dei pesi, il carattere del motore e delle sospensioni. Non si può dire di aver guidato una moto se non la si è messa su una ruota, preferibilmente quella davanti, o almeno non ci si è provato.
La generosa progressione di un LC4 KTM che invita a snocciolare dalla seconda alla quarta, l’elefantiaca e un po’ nervosa maestosità di un R1200GS senza controlli di trazione, l’effetto molletta dei panni di una Multistrada 1200 in modalità Enduro se si ha l’accortezza di sedersi sulla sella del passeggero oppure il serio rischio di ribaltamento improvviso dovuto al mono senza leveraggi; la prevedibile sincerità di un XT 600, la confidenza iniziale di un telaio perfetto precedente al panico dovuto anche in questo caso al mono senza leveraggi di una Kawasaki Versys, la masturbatoria segalignità di un SX 50… e si potrebbe continuare per ogni modello mai prodotto da qualsiasi casa motociclistica.
Impennare una moto è come farci l’amore, sentire cosa ti dice, urla o sussurra il/la partner nel momento più intimo e segreto. Te la rivela, ti può far innamorare di una che non apprezzavi poi così tanto, come mi successe ad esempio col KTM 690 o ti può far cadere un mito, come dovetti dolorosamente ammettere per la Yamaha TDR 250.
Da queste pagine facciamo quindi partire la consapevolezza motociclistico-popolare che impennare non è solo un atto di sboronismo e pura libidine personale, ma atto propedeutico essenziale alla conoscenza del mezzo che dovrebbe diventare a tutti gli affetti una parte integrante del programma di scuola guida da inserire come prova di esame pratico. Insomma, con una moto ci va fatto l’amore.
Mio figlio è in alto mare.