di Carlo Nannini (Kiddo)
Il termine tecnico è “hype”, ovvero l’aspettativa anche esagerata creata da media, social, pubblicità intorno a qualcosa che deve uscire: un film, un libro, un disco. Nel nostro caso, una moto.
Mi riferisco, e si intuiva anche dal titolo, al gran polverone alzato dalla diffusione di poche immagini della nuova Africa Twin, dopo che si era vista in forma di maquette zaccherata all’ultimo Salone Eicma, e finalmente in azione.
Lo scalpore è stato immenso, e almeno sui social ha creato scompiglio, tanto che in molti gridavano al miracolo, chi voleva mettere la tenda davanti al concessionario, chi metteva in vendita anche la suocera in previsione dell’uscita della nuova Africa 1000.
Certo il dubbio che si tratti di una minoranza rumorosissima di appassionati ultrasfegatati viene, ma rimane il fatto che per alcuni giorni sui forum dedicati alle moto e alle maxienduro in particolare non si è parlato d’altro.
Il modello promette un indirizzo di uso votato prevalentemente al fuoristrada, e infatti si chiama CR, sigla che si associa ai modelli racing offroad, e per questo ha creato grande interesse, solo che ci domandiamo in che cosa si spera che la nuova Africa sia degna erede dello straordinario modello che fece la sua comparsa in versione 650 cc ormai 27 anni orsono?
Nella possibilità di fare offroad? Nella qualità costruttiva che Honda significava in quegli anni? O forse ci si aspetta di ritrovare inalterato il fantastico mix di una telaio da cross con sovrastrutture da turistica che caratterizzava la vecchia Africa?
No, chiedo, perché a quanto mi risulta in commercio ci sono diverse proposte marchiate KTM, Triumph, BMW, che hanno pluricilindrici con anteriore da 21″, potenze varie ( e non sono certo i tanti cavalli a fare una buona moto da offroad), qualità costruttive variabili, attitudini diverse e alla fin fine, ma questa certo è una mia impressione personale, non mi pare che chi le compra, ci faccia poi questo gran fuoristrada.
Forse, chi usa questo tipo di moto offroad, fa parte della minoranza rumorosa che sta preparando la tenda davanti al concessionario Honda, e che a suo tempo , quando si cominciò a parlare di un’altra salma eccellente rinata come l’araba fenice, la mai troppo compianta Superténéré, si rassegnò ben presto all’evidenza che l’ineluttabilità di un mercato che cambia e di costi di produzione lontanissimi da quelli di venti trent’anni fa non possono riportare alla luce gli stessi modelli, che devono soddisfare una larga fetta di pubblico in un mercato sempre più combattuto.
Ci auguriamo che la nuova Africa rinverdisca i fasti di un modello che ha portato in capo al mondo generazioni di motoavventurieri, e chi scrive è uno di loro; ma prima, vediamo come va.