di Carlo Nannini (Kiddo)
Ho appreso della strage avvenuta negli USA con nove morti e molti feriti, qualche giorno fa dal blog del direttore di Moto-ontheroad, rimbalzata dai grandi media di comunicazione e poi sui canali televisivi nazionali come nota di colore di cronaca nera relegata in coda al notiziario. Una roba del tipo “i soliti delinquenti su due ruote” che mi ha dato sinceramente molto fastidio.
Si perché probabilmente se si parla di “biker” come categoria di utenti del mezzo a due ruote che scorrazzano su strade asfaltate dritte per andare da un bar all’altro, cercando di vincere l’inevitabile tedio che un’attività insana di questo tipo può generare rendendosi sporchi brutti e cattivi ma soprattutto pericolosi e armati, allora posso capire che si parla di un mondo che non conosciamo, di delinquenti che stanno al motociclismo come i deficienti che vanno allo stadio la domenica solo per spaccare e picchiare stanno allo sport.
Ma se sento parlare di questa gente che tiene nella bisaccia di pelle mazze da baseball, coltelli e pistole allora no, quelli non sono motociclisti!
Io di motociclisti ne ho visti tanti, in trent’anni che vado in moto. Nelle borse di ogni tipo che legano, agganciano, industriano di attaccare alla moto portano di tutto: tende, sacchi a pelo, catene da neve ( uno le aveva per venire ad un raduno sull’Amiata a maggio), tute antiacqua, calzini e mutande di ricambio, un bel libro che leggono mezza pagina alla volta, sempre la stessa perché poi crollano per la stanchezza, cartine geografiche che studiano continuamente per cambiare percorso, inventarsi un collegamento, cercare di scoprire se quella strada bianca poi sbuca dove pensavo io…
Mazze da baseball, mai.
Oppure conosco motociclisti che sudano dentro a tute di pelle alla ricerca dell’emozione di una bella traiettoria in una serie di curve, che si emozionano all’idea di scalare una pietraia in salita, che il viaggio più bello, la foto che vorranno attaccare in salotto, è quella che non hanno ancora fatto, e programmano altri viaggi, altre scoperte, altre emozioni che non dimenticheranno mai.
Fanno centinaia di chilometri per vedere di persona un amico conosciuto su un forum, si ritrovano, bevono una birra, passano la serata a raccontare i viaggi fatti e a fare tesoro dei consigli degli altri, per una passione che come nessuna unisce, affratella, ci rende umili e desiderosi di salutare i nostri simili con un cenno della mano, quando lo incrociamo.
Ecco, questi sono i motociclisti che conosco io, e a vedere quei tizi che cercano il prossimo bar dove devastarsi o la prossima rissa, penso che possano anche possedere una motocicletta, ma motociclisti no, non credo proprio.