di Carlo Nannini (Kiddo)
Alzi la mano chi non ci ha fatto almeno un pensiero una volta, di prendersi un vecchio modello, quasi un rottame da due soldi e farci una special, secondo i propri gusti, la propria fantasia o abilità manuale. Cucirsi addosso una moto unica, fatta solo per noi, idealizzata nelle forme e nell’utilizzo.
Di solito si comincia con qualcosa di facile col cercare una vecchia enduro mono, tipo un Dominator per farci la scrambler, sognando, un giorno, di poter mettere le mani su una BMW K75 tre cilindri (la 100 ne ha quattro, io non lo sapevo) e riuscire a tirarci fuori una café racer, o (questo è una mia fissa personalissima) una Guzzi NTX 750 della polizia per farci una sorta di motard. Ecco, vedi?, ognuno ha il suo trip, ed è bello così, perché la special è una roba personale, che adatta la moto al motociclista e non viceversa, o almeno all’idea che abbiamo di noi stessi. Chi non si vede come un figo della madonna a intraversare sullo sterro il Monster 600 trasformato flat track con l’MT 60 nella pista di terra battuta? Poi magari un’altra cosa è provarci.
Allora via, si comincia a battere qualche sito specializzato in anunci alla ricerca del Domi, non importa se un po’ arrocchettato, tanto ci devo cambiare quasi tutto. Poche centinaia di euro, al massimo un millino, e la base è in garage.
Il più delle volte, se avete la capacità meccanica di chi scrive, non si va oltre lo smontaggio (parziale) del mezzo, ma evidentemente, vista la quantità di special che affollano la rete, ci sono tanti bravi artisti della modifica a giro per il mondo, e infatti si vedono decine e decine di moto stupende, anche se a dire il vero le categorie sono spesso delineate e un po’ ripetitive come la bobber, la scrambler, la café racer, etc. Addirittura le Case motociclistiche si stanno sempre più adattando al gusto special, basta pensare alle recenti scrambler Ducati e BMW oppure Yamaha con le trasformazioni XSR.
Mesi di duro lavoro, con una moto che è quasi sempre un eterno cantiere dove la difficoltà maggiore è quella di non stravolgere misure come quelle del diametro dei cerchi che renderebbero il nostro mezzo fuorilegge, e finalmente arriva il momento di postare le prime foto per sottomettere la nostra creatura al giudizio dei social, dove verrà squartata senza pietà da qualcuno che magari non è capace neanche di cambiare una candela.
Ovviamente però la soddisfazione di aver finito la prima special è tanta, finalmente abbiamo fatto la scrambler col Domi, oppure la café racer col K75, o il motard con l’NTX, ormai irriconoscibili, che verrà esposto magari al Bike Expo a Verona.
La prima prova su strada è gioia pura, eppur si muove, si fissa con gli amici al Piazzale Michelangelo o dallo Strizzi per l’aperitivo dove la creatura suscita l’ammirazione generale, e magari un’occhiata interessata della turista americana con le infradito a febbraio. Poi ovviamente si fa un giretto fino a Strada in Chianti, dove se si è lavorato bene non si smonta nulla, ma spesso non è così. Beh, si, ci siamo persi la targa e il vecchino con la Panda ci ha inseguito da Greve a Lucolena per rendercela, però è pur sempre un prodotto artigianale, si sa che tutto perfetto non sarà, è il suo bello!
Vabbé il giro di prova si è fatto, poi si potrebbe farci un po’ di sterrato con lo scrambler, certo andava meglio da originale, e poi con tutto il lavoro che mi è costato, più di qualche pezzo di Eroica non è il caso, oppure con la K75 potrei andarci al mare con la turista americana, ma quella che era una moto piacevole per la girata è diventata una strizzamaroni anche da solo, la donna non ci viene, figurarsi con l’NTX che sembra uscito da Mad Max e adesso vibra così tanto che dopo cento metri mi sembra di aver guidato il martello pneumatico dello stradino. La Monster 600 da flat in compenso è un orpello inguidabile, le pieghe su strada non ce le fai più e la pista di terra battuta non riesco a trovarla; ho provato a infilarmi nell’ippodromo delle Cascine ma mi hanno mandato i vigili. A cavallo.
Però che bella da guardare, la mia bimba quando scendo in garage, quando la lavo, certo con i sacchi della nettezza sui filtri di carta che sbucano fuori sennò nel carburatore ci trovo i pesci rossi. Passa un mese, due, tre, la special non riesci mai a prenderla perché, è dura ammetterlo ma è così, nonostante i soldi spesi, il fatto che me la sono fatta proprio come volevo, era la moto che nessuno aveva fatto prima, insomma, non ha utilità pratica, andava meglio prima di spenderci soldi e fatica. Chissà come mai. Niente off, niente viaggi, niente sparate sui Passi, insomma, è solo un’altra moto da aperitivo.
Alla fine ti rassegni all’evidenza e fai qualche foto al Domi completamente magheggiato per metterlo in vendita ad un terzo del prezzo che hai speso per farlo, ma comunque il triplo del valore di mercato, elencando tutte le modifiche fatte, motivando la vendita con “per cambio progetto”, motivazione data anche da chi era riuscito solo a smontare la moto (in parte).
Finalmente, dopo qualche mese di attesa, chiama un tipo che ha preso tutti i numeri di chi ha messo in vendita un Dominator in base alla vicinanza da casa sua, senza leggere né la descrizione né il prezzo. Tanto è un Dominator, cosa vuoi che costi?!
“ciao, ho visto l’annuncio del Domi, quando potrei venire a vederlo?”
“quando vuoi, come hai visto ci ho lavorato molto e ti garantisco che la cifra che chiedo non copre neanche quella per comprare i pezzi”
“ah, no, a me non importa molto come è messa, sai, volevo farci una special…”
nella foto di copertina la special di Officina Stakko