Kiddo, da buon toscanaccio sarcastico e provocatore, si chiede come mai non vediamo mototuristi scandinavi in Italia.
di Carlo Nannini (Kiddo)
La Atlanticvegen, la strada dell’oceano atlantico immortalata in tantissime immagini pubblicitarie che collega un mucchietto di isolotti sparsi in prossimità della costa norvegese centro occidentale con nove ponti, un’opera di ingegneria assolutamente spettacolare, termina ad una trentina di chilometri da Kristiansund. La strada dell’Atlantico richiama un sacco di turisti, e fra questi molti motociclisti, tanto che la vicina città diventa in qualche modo punto di incontro per i tanti che passano di qua’, spesso per proseguire il viaggio in direzione Nordkapp.
Due motociclisti al buffet della colazione dell’albergo, che sarà quasi sempre il pasto principale della giornata, si riconoscono sempre, già mezzi vestiti con pantaloni tecnici e stivali, e di solito c’è il tempo per due chiacchiere.
Il gruppo di francesi armati tutti di bmw k1300 mi racconta che stanno andando verso Caponord, vengono dalla Trollstigen come noi.
Il signore svedese che ha parcheggiato la R1200gs davanti all’entrata e nessuno gli ha chiesto di metterla nel parcheggio come a noi, si sta facendo un giro per la zona, che stranamente non aveva mai visitato, e mi confida di avere la gomma dietro finita.
“Ah, e sticazzi?!”
Lampeggia sulla mia fronte come una delle scritte al neon che si vedono nelle lavanderie cinesi.
Cambiamo argomento, visto che il pane da toast non vuole ancora saperne di uscire dalla affascinante macchinetta tostapane, e il rubizzo motociclista mi confida che, avendo un parente che abita in Italia, una volta si, ci è venuto in moto, giusto il tempo di andare sullo Stelvio.
Il reattore del neon si sta già riscaldando quando una folgorazione mi prende, e una domanda sorge spontanea: ma perché da marzo a ottobre, in Italia non siamo invasi letteralmente da mototuristi scandinavi? Come è possibile che un motociclista svedese medio sia stato in Italia in moto una sola volta e per caso, invece di considerarla come dovrebbe, una sorta di paradiso terrestre del motociclista? Come mai non trovo mai un norvegese in moto sul Muraglione?
Come reporters per Moto-Ontheroad abbiamo avuto la possibilità di conoscere i Paesi nordici, abbiamo potuto apprezzare il discreto numero di appassionati che le popolano e che inevitabilmente possono dare sfogo alla voglia di andare in moto solo per pochi mesi l’anno, ma perché non vengono giù da noi, magari con un volo di appena due ore e prendendo moto a noleggio?
Nel Paese do’ sole, nel Paese do’ mare, in moto si va praticamente tutto l’anno, perché dunque non fare di questo tipo di turismo una delle punte di diamante delle eccellenze italiane?
Chi si occupa di accompagnare turisti in moto a spasso, per esempio, delle strade della Toscana, perché non si rivolgono a questo tipo di utenza, magari riempendo di volantini i dealers e concessionari di moto?
Il motociclista scandinavo, oltretutto, è abituato a rispettare limiti del codice stradale severissimi, è disciplinato e sarebbe un ottimo cliente, anche perché solitamente, almeno per quanto riguarda la Norvegia, in confronto da noi è tutto assolutamente a buon mercato. In confronto al motociclista nostrano, è un Paperon dé Paperoni!
Noi di Moto-Ontheroad andiamo a visitare questa o quella nazione; ma all’estero si interessano a noi? In sostanza, dov’è il Kiddo norvegese?
In attesa di trovare risposta a tutte queste domande, vogliamo lasciarvene una sola, ma che le comprende tutte, ossia, per parafrasare il celeberrimo intervento durante il dibattito alla Casa del Popolo di Vergaio nel film “Berlinguer ti voglio bene” con un Benigni d’annata chiederemo:
“La Norvegia, la Norvegia, la Norvegia… oh l’Italia?!”
Berlinguer Ti Voglio Bene – Il Culturale: https://youtu.be/oG0wxxijZR8