Una moto, la Indian Warrior 500, a torto poco considerata
di Pier Peio
Quando devo recarmi a Milano, rigorosamente in moto e assolutamente per strada normale, non faccio mai i salti di gioia, mentre per recarmi a Genova posso sbizzarrirmi su svariati passi e per andare a Torino ci sono delle belle strade collinari, per il capoluogo lombardo trovi solo pianura, 4 curve, contando le rotonde e poi è più dritta della Route 66, quindi una vera noia mortale. Almeno potessi tenere il motore allegrotto! Eh no, non posso, per via dei velox che spuntano in ogni dove come funghi.
Fortunatamente a Novara c’è l’officina dei Soiatti dove far tappa. E’ imboscatissima e quasi introvabile, senza un’insegna ma al suo interno padre e figlio sanno riportare all’antico splendore qualsiasi moto vintage, dal cross, alle classiche passando anche per le vecchie glorie che calcavano le piste. A queste ultime si aggiungono le belle special e café racer.
Passare da Novara e non fare un salto dai Soiatti, per un appassionato di moto, è come andare a Roma e non andare in Vaticano o andare ad Amsterdam e non visitare il quartiere a luci rosse… (scherzo ovviamente). Anche il collega e amico Flap ci è stato di recente e prima di lui tanti giornalisti del settore, più o meno famosi, ma la moto di cui vi voglio parlare non se l’è filata nessuno: eppure lei ha fatto storia, anche se in negativo.
La moto in questione è una Indian Warrior 500 del 1951, bicilindrica parallela chiaramente ispirata alla scuola anglosassone, pensata e realizzata per contrastare l’invasione delle bicilindriche inglesi sul suolo statunitense. Purtroppo non andò così e la Warrior rappresentò il canto del cigno per lo storico marchio a stelle e strisce.
Augh, ultimo guerriero indiano, l’onore e la gloria vanno tributati a tutti i combattenti e non soltanto ai vincitori!
ps
se volete notizie sullo storico marchio
L’indian non solo doveva contrastare la sua rivale in casa ma anche le straniere!
Comunque hanno sempre mantenuto una linea personale. Anche se questa nasceva per opporsi alle inglesi,lo faceva con lo stile proprio e per questo mi piace!