di Carlo Nannini (Kiddo)
In un mio recente blog, reintitolato dalla spett.le direzione ” I pericoli della primavera in moto”, ho chiuso scrivendo che per la guida sportiva in moto su strada sarebbe stato meglio aspettare un po’, intendendo credevo ovviamente ( confido sempre molto nell’intelligenza dei miei simili) per “sportiva” quella guida dinamica lasciando scorrere la moto entro i limiti del codice della strada che un po’ tutti ricerchiamo quando andiamo a farci una girata sui passi di montagna.
Questa affermazione ha in realtà dato la stura a una serie di commenti ovvio-perbenistici sul fatto che per strada non si può correre e che la guida sportiva si può praticare solo in pista.
Al di là del fatto che nessuno ha parlato di correre per strada, credo ci possa essere una notevole differenza fra la guida sportiva intesa nel senso della vita persa, a cercare il limite senza rispettare le più elementari norme del buon senso e della riserva di sicurezza per sé stessi e gli altri e quella naturale armonia che ogni motociclista cerca anche nella guida su strada.
Muoversi in sella dondolandosi con la moto a cercare la giusta traiettoria, spingere su pedane e manubrio, stringere il serbatoio con le ginocchia e sentire con tutto il corpo il proprio mezzo lavorare. Senza dover violare il codice, senza cercare di ammazzarsi, senza tagliare le curve semplicemente arrivare in cima al Passo e dire “cavolo ho guidato proprio bene!”
Non è guida sportiva questa?
Solo a me i commenti del genere suonano ipocriti e falsi soprattutto se è motociclista chi li fa? Non si sono mai lasciati andare al piacere della guida su una bella strada di montagna fidandosi del grip oppure hanno squadrato le gomme guidando solo fra un punto panoramico e l’altro? Se i motociclisti sono tutti d’accordo che si guida sportivamente solo in pista, cosa ci fanno quegli eserciti di supersportive in cima alla Raticosa? Come mai quasi ogni volta che faccio un tratto di strada con qualche nuovo amico motociclista vedo che ci si dà bellamente il gas?
Credo che spesso si adoprino delle frasi fatte che tutti condividiamo ma che in realtà siano un po’ vuote e prive di senso, perché a tutti piace divertirsi alla guida della propria moto e che anzi siano fatte proprio per questo. So che mi tirerò addosso un sacco di critiche soprattutto in merito all’esempio educativo che dovrei dare ai più giovani e influenzabili, ma il buon vecchio buon senso, la gradualità nell’acquisire esperienza e il rispetto del prossimo credo siano le migliori regole.