Ci sono tantissime variabili nella guida in moto da rendere impossibile fidarsi ciecamente delle proprie doti. Quindi molta attenzione e sicurezza passiva.
di Amedeo Roma
Purtroppo alcuni recenti eventi, la morte del pilota spagnolo Luis Salom e successivamente di un amico motociclista, Paolo Colangeli, ha riacceso in me e il Direttore alcune considerazioni: il pericolo è sempre dietro l’angolo, anche se ci fidiamo molto delle nostre capacità. In questi ultimi anni siamo spesso bombardati da eventi che lasciano il segno, un brutto incidente o addirittura la morte di qualcuno che conoscevamo o che faceva parte di un gruppo di amici “virtuali” di facebook. Infatti, i nuovi strumenti di comunicazione, proprio come sono i social di oggi, ci aggregano, quasi come una famiglia allargata. In queste condividiamo passioni, notizie, si organizzano eventi…insomma si diventa amici. Purtroppo, e più spesso di quanto si possa pensare, si leggono proprio sui social notizie di persone che hanno avuto incidenti, o addirittura non sono più tra di noi. Tutto questo deve farci pensare.
Fa riflettere anche la morte, avvenuta recente del giovane pilota spagnolo, deceduto durante le prove del GP di Catalogna a soli 24 anni, eppure Luis correva in un circuito, indossava l’abbigliamento specifico da pista a salvaguardare l’integrità del pilota in caso di caduta. Eppure nulla è servito. Oltretutto per le gare mondiale in circuito esiste una commissione che valuta i punti più pericolosi nei circuiti e, interviene per aumentare la sicurezza. Ora, nel caso specifico, forse la commissione non ha poi lavorato così bene, la prova è nel fatto che per la gara è stato deciso di modificare il circuito, proprio per evitare il ripetersi di un incidente simile a quello del povero Luis.
In effetti, sembra abbastanza scontato il fatto che in un punto così veloce, non avendo sistemi che frenano il pilota/moto durante una caduta, neanche le barriere a “cuscino” possono bastare. Purtroppo il pilota è stato investito proprio dalla sua moto. Forse, si sarebbe potuto evitare la tragedia se invece del semplice asfalto della via di fuga, ci fosse stata della ghiaia. Luis era un pilota professionista e, anche se era giovane aveva una grande esperienza poiché aveva iniziato la sua carriera già dal 2007 nel campionato spagnolo. Proprio in questi giorni è venuto a mancare, per un incidente stradale Paolo Colangeli di Macedonia Adventures. Paolo era un motociclista espertissimo, 57 anni di Terni, con una esperienza su due ruote e di lunghi viaggi di altissimo livello; eppure Paolo ha perso la vita, sembra per una banale caduta: scivolando a bassa velocità è finito contro i maledetti guard rail.
Io e il Direttore abbiamo condiviso spesso viaggi o test moto. Claudio ha un’esperienza più che quarantennale in sella ad una due ruote, con anche diversi anni di partecipazione alle pericolose gare in salita. La mia passione a due ruote, invece, ha appena oltrepassato i 30 anni. Non sono mancate le corse in pista, campionato SP 125 negli anni 90 e, ormai da più di dieci anni collaboro con riviste in test moto. Tutto questo per dire che – insomma – siamo due “vecchi lupi di mare” in sella ad una due ruote. Eppure solo recentemente ci siamo resi conto che la nostra lunga esperienza poco è servita in questo ultimo anno nell’evitare due cadute, per fortune senza conseguenze fisiche, dove le moto hanno sofferto decisamente di più. Cadute del tutto simili. La prima, la mia, avvenuta in sella alla BMW S 1000 XR, moto in test strapiena di qualsiasi componente elettronico a migliorare la sicurezza: ABS, controllo di trazione…ecc. Eppure tutti questi dispositivi non hanno evitato che cascassi come un “pero” in ingresso di curva…mentre ero a spasso in Lunigiana.
Nel rialzarmi, senza conseguenze fisiche, mi sono accorto che l’asfalto era invaso da un bel velo di sabbia/terra umida…impossibile evitare la caduta. Eppure penso di avere abbastanza esperienza alla guida. Anche Claudio non si è sottratto ad una innocua caduta qualche mese fa, eppure come dice lui: “erano ben ventisei anni che non andavo in terra”. In un recente evento, il furbinentreffen, nel percorrere un tratto di strada praticamene a strapiombo sul mare, nel momento di inserimento in curva Claudio è “volato” via, scivolando anche lui come un “pero”…e per fortuna andavamo veramente piano. Purtroppo ci siamo accorti tardivamente che quel tratto di strada era scivoloso in maniera incredibile, l’umidità della notte unita alla salsedine del mare…aveva fatto diventare l’asfalto come un lastrone di ghiaccio su cui era difficile anche trovare aderenza semplicemente a piedi. Claudio che non fa nemmeno un metro fuori dal garage senza le opportune protezioni, fortunatamente ha attutito bene la schienata in terra, ma è rimasto turbato dall’incomprensibilità dell’accaduto, dalla mancanza di qualsiasi avvisaglia di perdita d’aderenza, nonostante avesse sviluppato una buona sensibilità sul bagnato, supportata per altro dall’elettronica.
Tutto questo per far emergere una riflessione a tutti, viaggiare in sella ad una due ruote è stupendo, ci rende liberi ci fa diventare un po’ tutti amici. Purtroppo però l’esperienza non annulla completamente il rischio di cadere e di farsi male…ricordiamocelo sempre.
Ciao Luis, ciao Paolo.