Il test di un paio di gomme tassellate mi condurrà dove non dovrei avventurarmi, ma che devo fare: è uno sporco lavoro e qualcuno lo deve pur fare!
Una azienda turca di pneumatici per moto, Anlas, ci ha mandato un treno di gomme tassellate da provare, le Capra X. Mi piace anche il nome.
Sinceramente prima di metterle sul mio vetusto Ténéré XTZ 660, il monocilindrico 5 valvole che in foto tutti mi scambiano per il Superténéré 750 ma che pesa la metà e va anche molto meno, le ho guardate con non poco sospetto. Insomma non sapevo se avevo molta voglia di metterle su.
Sì perché poi lo so come va a finire, si parte con un treno di gomme un po’ più specialistiche sulla maxienduro tranquilla che si era preso per fare un po’ di strade bianche e si finisce a spingere una racing da guerra per una pietraia viscida, o a scendere un dirupo chiedendosi <<Ma chi cavolo me l’ha fatto fare?!>>.
Capiamoci, in passato ne ho fatto, di enduro, anche solo perché se scrivi di moto bene o male ti piace almeno provarle tutte, e il fuoristrada mi ha sempre affascinato.
Solo che poi, piano piano ho smesso, perché al momento che con molta fatica riuscivo, attraverso un periodo di uscite abbastanza costanti a prendere la mano e fiducia, ne alternavo altri in cui non riuscivo mai a prendere la moto da fuoristrada e dovevo ricominciare tutto da capo, spesso uscendo con una gran paura di farmi male, di cadere, di trovarmi davanti ostacoli che non avrei superato. Alla fine la domanda era sempre perché continuare a praticare uno sport che non facevo serenamente e che mi dava ansia, per cui ho preso la decisione consapevole di smettere del tutto. Poi trovi addirittura da scrivere su una rivista che si chiama Moto ON The Road e credi che i tuoi giorni nel fango siano finiti.
Solo che poi chiaramente come si può rinunciare a tutti quegli eventi (che fra l’altro a voi lettori piacciono tanto) che prevedono un po’ di sterrato, a volte anche mediamente impegnativo? E allora tocca cercarsi un vecchio cancello, affidabile e facile, col quale fare anche un po’ di fuoristrada.
Solo che non volevo cominciare a smonticchiare roba, alleggerire, taroccare per rendere il Ténéré più performante. Non mi frega nulla. Neanche gli specchietti ripieghevoli ci voglio vedere, tengo i suoi, tutti e due certo nel caso un cinghiale mi affianchi da destra. Il portatarga che sembra una vassoio da pizza al metro? Va benissimo! Le frecce (tutte e quattro) soggette alle peggiori botte e da un chilo e mezzo l’una? Al loro posto! Così come la carena di plastica, i supporti per il faro (doppio) di ferro (sarà dodici chili buoni lui da solo), le pedane del passeggero, lo scarico originale. La mia moto, solchi lasciati dagli arbusti sulle plastiche a parte, deve rimanere come quando è uscita dal concessionario. Certo, le intenzioni erano quelle, perché poi trovi l’amico che ti fa: <<Dai, andiamo a vedere se sbuca quella stradina>>. E invece di continuare a percorrere qualche strada sterrata ti trovi in una fangaia che non finisce più.
Oppure, come nel mio caso, un’azienda turca ti propone di provare il loro pneumatico da fuoristrada, e te da professionista cosa dici, di no?!
Tanto lo so, che questo è il primo passo verso la perdizione e che mi troverò a smadonnare di notte al freddo spingendo un K 250 4T coperto di fango come una pantegana.