Ancora una difficile gara per Phil Read. Ma anche questa volta si è fatto beffe dell’avversario. Auguri grande Campione!
Negli anni Settanta i numeri di gara dei piloti del motomondiale non erano dei feticci come oggi, e venivano assegnati gara par gara, a casaccio o quasi, spesso in base all’ordine cronologico dell’iscrizione in direzione di gara presso il circuito. Alla prima prova del motomondiale 1975, a Le Castellet, il numero 1 fu assegnato a Teuvo Lansivuori, finlandese di poche parole e grande amico di Saarinen, il numero 2 a Agostini, e così via. Il campione del mondo in carica era Phil Read, che quando seppe che il numero 1 era già stato assegnato si innervosì non poco. “Beh – disse – il campione del mondo sono io, se non posso avere l’uno prenderò il numero precedente”. E fu così che in quella gara corse con il numero 0 sulla sua MV Agusta.
Licenziato per aver vinto il mondiale
Qualche anno prima, nel 1968, dopo aver vinto il titolo della 125, avrebbe dovuto scortare il compagno di squadra Bill Ivy alla conquista di quello in 250, così come da accordi coi dirigenti Yamaha. Nell’ultima gara a Monza gli stette dietro per un po’, non senza punzecchiarlo per farlo innervosire. Fino a che lo superò e andò a vincere gara e secondo titolo, in barba agli ordini di scuderia. Fu licenziato, ma si vendicò tre anni dopo quando da privato battè la sua ex squadra ufficiale.
Bel caratterino, non c’è che dire
Che gli deve essere servito anche oggi che ha 81 anni, quando il malefico Covid-19 se lo voleva prendere e portare via. E’ stata una delle sue gare più difficili, ma lui ha aperto il gas e gli ha fatto una pernacchia, anzi, conoscendolo gli ha fatto il dito medio.
Phil Read è stato dimesso il 10 aprile dall’ospedale NHS di Canterbury. “Mi sono liberato di questo indicibile virus – ha scritto sui social – ma ho ancora bisogno di ossigeno per i miei polmoni malati di broncopneumapatia cronica ostruttiva”. Residuo di un’infezione contratta un anno fa.
Forza Campione, ti aspettiamo incrociando le dita, e appena possibile indosseremo ancora il tuo casco.
(il casco qui sopra è il mio, le altre foto sono tratte da pinterest e facebook)