Tra i motociclisti la delusione è palpabile: siamo ancora lontani dal bomba liberi tutti, e forse nemmeno troppo vicini alla possibilità di girare in motocicletta, anche individualmente.
Diciamolo chiaramente, molti si erano illusi non dico di ricominciare a girare in moto come se nulla fosse, ma almeno di poterla usare per qualcosa in più del trasferimento casa–supermercato–congiunto e ritorno. Invece la situazione è tale che le attività motorie individuali sono consentite, solo che motorie non vuol dire in moto, e andare a dondolarsi tra le curve della val d’Orcia o a dare gas sull’asfalto del Bracco è considerata, giustamente, attività prettamente ludica, e come tale non è ancora consentita.
E hai voglia a dire che un giro in moto non mette a rischio la salute di nessuno, il che di per sé potrebbe essere anche vero, ma il fatto è che la situazione sanitaria rispetto a due mesi fa non è cambiata granché, contro il virus che ci sta rovinando l’esistenza gli scienziati non hanno ancora strumenti di contrasto sicuri ed efficaci, e i governi prendono decisioni in base alle indicazioni dei medici, i quali non sono molto ottimisti.
Tra le pieghe della legge
Qualche ordinanza regionale pare possibilista, e anche le norme dell’ultimo decreto lasciano spiragli interpretativi a chi ha voglia di cavillare. E le discussioni tra appassionati si fanno accese: “Non è espressamente vietato, quindi se voglio posso andare a fare una camminata anche a 100 km da casa raggiungendo il luogo in moto”.
Formalmente corretto, ma cosa ci scrivo sull’autodichiarazione, che ricordiamo è sempre necessaria? E insomma, perché mai dovrei fare il furbetto per aggirare un decreto che, disquisizioni giuridiche a parte, è chiarissimo nell’indicare linee guida e obbiettivi? Perché, al di là di tutte le considerazione medico sanitarie, dovrei rischiare di dover discutere con qualche Carabiniere, al quale probabilmente girano le scatole più che a me? Quale aspetto del mio stato psicofisico cambia irrimediabilmente se ancora per qualche tempo, speriamo breve, rinuncio a fare qualcosa che mi piace da matti ma è comunque un gioco e non è che se non lo faccio muoio? Senza considerare che in caso di incidente le assicurazioni potrebbero far storie: “Quale stato di necessità aveva per essere proprio su quella statale? La barista dello chalet è una sua parente? Lo sa che la sua moto era oltre il confine di regione?”
Parola d’ordine: PAZIENZA
Tutti abbiamo visto le immagini dal drone della polizia col tizio disteso in spiaggia e la pattuglia a redarguirlo, e tutti lo abbiamo considerato un atteggiamento fin troppo rigido. Però se tutti avessero fatto come quel signore la spiaggia sarebbe stata piena in barba a qualsiasi decreto, così come lo sarebbe il piazzale della Raticosa in caso di apertura alla possibilità di uscire in moto senza un valido motivo, pur con tutte le precauzioni richieste.
Ecco perché dobbiamo avere ancora tanta pazienza. Anche perché, diciamo chiaramente anche questo, molti di quelli che “oddìo ora basta non ne posso più senza moto sclero!”, sono gli stessi che sospendono l’assicurazione per nove mesi l’anno e ora sembra debbano partire tutti per fare il giro del mondo. Un po’ come quei bambini che non toccano un giocattolo per mesi, e quando glielo togli dalla cameretta fanno le bizze.