Fuoristrada vietato alle moto! Ai 4×4! Alle bici! A piedi! Pure ai cinghiali e ai caprioli! Ma è davvero così o qualcuno spara titoli a casaccio?
Non bastasse il divieto di circolare in caso di neve, non bastasse la prospettiva delle assicurazioni non più sospendibili, non bastasse la notizia del divieto di trasportare un passeggero (era una fake, citrulli, chi mai usa più il Televideo?), ecco che la notizia del fuoristrada vietato alle moto è arrivata come un fulmine a ciel sereno, e ovviamente è rimbalzata sui social come la pallina magica che avevamo da piccoli, quella che una volta lanciata in salotto faceva strage di quadri e soprammobili, presente no?
Oddìo, va bene avere la memoria del pesce rosso, ma proprio fulmine a ciel sereno non direi visto che se ne parla da un paio d’anni. Ma soprattutto la faccenda mette in risalto una volta di più la vera piaga dell’informazione: i social! Ergo: quel malefico tasto condividi. Ergo: la gente pigia quello e a posto così. Ergo: nessuno si prende la briga di leggere una sola riga di testo oltre il titolo, così come si giudica il film senza averlo visto. E anche le riviste specializzate ci mettono del loro a far scattare l’allarme rosso titolando per raccattare click e argomentando in maniera assoluta dando per scontate cose che non lo sono affatto.
Ricapitoliamo
Esce questo decreto (non ancora attuativo, pare) in cui si parla della regolamentazione della viabilità forestale e silvo-pastorale. E tutti dicono che fin da subito non si potrà più appoggiare una ruota, nemmeno di bicicletta o monopattino o carriola, su un metro di strada che non sia asfaltata (già ce le vedo le betoniere a incatramare le strade bianche del Chianti). Ovviamente il 99,9 periodico per cento dei commenti sono strali contro fazioni politiche di questo o quel colore, contro lobby di ecologisti affiliati al CAI, e soprattutto propongono soluzioni fai-da-te tipo “chissenefrega io tolgo la targa e vo lo stesso e non vorrei essere nei panni di chi mi ferma”, della serie Terminator ti fa una sega proprio, personalmente mi viene voglia di essere d’accordo col divieto.
Leggere oltre al titolo: pratica sconosciuta
Ma ‘sto decreto qualcuno lo ha letto per caso? Ok, è scritto in un burocratese stretto, ma non risulta da nessuna parte che non si possa più andare in moto o in bici o a cavallo sull’Eroica o sul Belagaio o su qualsiasi altra delle migliaia di km di strade sterrate che attraversano in lungo e in largo il nostro Paese. Come detto cita la viabilità forestale e silvo-pastorale, ma qualcuno si è chiesto per caso: e che caxx’è?
Semplificando, è ciò che i motociclisti, sottoscritto compreso, definiscono genericamente e impropriamente “fuoristrada”, cioè sentieri nei boschi, manto erboso, terreni coltivati e simili. Che è cosa del tutto diversa dalle “strade a fondo naturale” che dovrebbero interessare la maggior parte degli appassionati di ruote polverose. In una foto a corredo di un articolo si vedono chiaramente le moto lungo un sentiero del CAI, cioè un classico esempio di fuoristrada: E’ GIA’ VIETATO, lo è sempre stato, se qualcuno è stato beccato in moto sulla Via degli Dei sa di cosa si parla! Quindi cambia poco, se non che, non essendo più quel tipo di strade assoggettate al codice della strada, eventuali ricorsi a eventuali multe saranno respinti a prescindere.
Nel decreto inoltre si specifica che sono le singole regioni che dovranno stabilire in autonomia quali strade rientrino in quelle categorie, ed eventualmente assumersi l’obbligo della manutenzione. Esattamente come adesso. Per esempio il passo di Foce a Giovi, o quello di Croce Arcana sono percorribili sul versante toscano, ma è vietato svalicare in Emilia Romagna. Dopodiché i confini tra legalità o meno sono sempre labili, oggi come ieri, e se si viene fermati in offroad le conseguenze potrebbero dipendere molto da come ci si pone nei confronti del forestale, e altrettanto da quanto mal di testa aveva sua moglie la sera prima. Comunque un ripassino a queste semplice regolette non fa mai male.
La precisazione del Ministero
Insomma, se mi sbalio mi corigerete, ma intanto lo stesso Ministero delle Politiche Agricole ha emanato una precisazione che recita, aperte virgolette: “È opportuno rammentare che la competenza primaria in materia è delle Regioni, ed ogni regione e provincia autonoma ha già una sua legge regionale che disciplina la fruibilità di tali viabilità … in vigore già da anni, senza alcun contraccolpo sul tema della fruizione della viabilità forestale.
Nulla si innova in merito al transito autorizzato sulla predetta viabilità, fermo restando che le strade e le piste forestali non sottostanno ai criteri di sicurezza previsti per la viabilità ordinaria, poiché si tratta di viabilità esclusa dal Codice della Strada. Inoltre è compito delle Regioni disciplinare le modalità di utilizzo, gestione e fruizione della viabilità forestale tenendo conto delle necessità correlate all’attività di gestione silvo-pastorale ed alla tutela ambientale e paesaggistica”. Chiuse virgolette.