di Carlo Nannini (Kiddo)
Fino a qualche anno fa, si poteva ricorrere esclusivamente, per dare una buona ragione alla moglie per una bella girata in moto, che si andava con gli amici sulle dolomiti perché Mario si era appena lasciato con la donna e si stava un po’ insieme per tirarlo su, ma non sempre la signora firmava il permessino per il fine settimana. Poi il motociclista moderno si è evoluto, e come scusa per andare in moto c’era la classifica mototuristica della Federazione Motociclistica Italiana, che dava un premio a chi faceva più chilometri o raggiungeva determinate mete. Per queste motivazioni, un amico si fece fino a Caponord con una Hornet con una staffa per il bagaglio saldata alle pedane posteriori, cosa che rendeva la moto assolutamente inguidabile fino a che non sistemò il bagaglio sul serbatoio. È segnato ancora oggi dall’esperienza.
Negli ultimi anni, però, l’homus motociclisticus si è fatto furbo, e ha trovato il modo di dare un senso (o quasi) alla ricerca quasi ossessiva di passare più tempo possibile in sella alla moto, anche se per un lasso di tempo limitato.
Il motociclista si è inventato la gara di endurance!
Fra le numerose offerte del mercato, alcune fra le più importanti si svolgono nel mese di giugno, quando in teoria le condizioni climatiche dovrebbero essere le più adatte a passare tante ore sulla moto.
Durante il ponte del 2 giugno, ad esempio, si disputa la Centopassi ( www.centopassi.net ), che ad alcuni anni di distanza dalla prima edizione che venne inaugurata in collaborazione con Ducati (si vinceva una Multistrada) è forse la più massacrante e tecnologica.
La gara consiste nel percorrere un massimo di 100 passi di montagna all’interno della lista fornita dagli organizzatori agli iscritti tramite una chiave di accesso (ma i passi fra cui scegliere, oltre 700 in tutta Italia, saranno più o meno sempre gli stessi) qualche settimana prima della partenza, così come il punto di arrivo e il trasponder in grado di rilevare la posizione e la velocità dei concorrenti. Il partecipante dovrà elaborare un percorso che includa nei quattro giorni di gara il massimo numero possibile di passi o valici e il massimo dell’altimetria, che vale, insieme al numero effettivo di passi superati una volta al massimo e al chilometraggio come fattore da considerare per l’elaborazione della classifica. Inviata la foto del tachimetro all’organizzazione la mattina della partenza, si avrà totale libertà a condizione di rispettare le regole del codice stradale. Molti dei valici dell’elenco saranno off road, per cui avrà valore anche una gara per chi ha incluso questo tipo di percorso. La gara non prevede posti di sosta programmati, e la reale difficoltà della gara consiste nella capacità di gestire il viaggio.
Si capisce benissimo che sono tutte scuse per stare insieme, guidare la propria moto, e potrebbe senz’altro venire il dubbio che, se ho proprio voglia di fare chilometri posso benissimo farlo senza pagare una tassa di iscrizione e andarmene dove voglio; ma se in alcuni casi è la gara contro gli altri ad essere la spinta prioritaria a partecipare ad un evento del genere, bisogna riconoscere che questi mi consentono soprattutto di misurarmi con le mie capacità di pianificare un percorso, di gestire la concentrazione dopo molte ore di guida, di rendere il mototurismo qualcosa di competitivo.
Certo, in nessun caso, nessuno mi impedisce di fermarmi ogni tanto per sgranchirmi le gambe e fare due belle foto.