di Kiddo
Qualche tempo fa, mi capito’ di vedere un video di un prototipo che a questo punto sara’ in fase di ultimazione: una sorta di moto stradale elettrica che mi ha fatto rabbrividire. Si trattava di un veicolo a due ruote con un sistema interno di giroscopi, evidentemente simile a quello delle navi -per quanto posso capirci io- fatto in modo tale che diventava una sorta di sempreinpiedi, uno di quei balocchi che avevamo noi da piccoli che, per quanti cazzotti tu provassi a dargli, ritornava in posizione eretta perche’ aveva un peso nella base.
Grazie all’elettronica, il veicolo in questione risultava assolutamente impossibile da far cadere, anche trainato lateralmente da un pick up. Ovviamente ci si immagina che alla guida di un oggetto del genere, a meno che non si vada a fare un frontale con un ostacolo sia impossibile cadere; anche esagerando nell’angolo di piega, anche dando tutto il gas possibile a centro curva. Chi lo guida si deve preoccupare di non impattare con qualsiasi cosa e di aggrapparsi bene ai comandi, pena farsi scrollare di groppa come su un toro meccanico. La capacita’ di gestire l’ingresso in curva, tenere d’occhio eventuali sconnessioni, gestire il gas in apertura o la frenata e’ del tutto ininfluente. Si sta sopra, si da il gas e ci si fa portare. Stop. Perche’ preoccuparsi di guidare, almeno nel senso che gli diamo noialtri pronti per il museo?
Se ci pensiamo bene, pero’ tutti i sistemi elettronici di ultima generazione sono votati a finalita’ simili. I TC di ultima generazione sempre piu’ evoluti, gia’ vecchi mentre sto scrivendo sono in grado di valutare, oltre allo slittamento del posteriore, l’angolo di piega della moto e gestiscono la potenza in base a questi parametri, tanto che anche secondo i tecnici e’ quasi impossibile cadere. Lo so che qualsiasi Crociato della Sicurezza sara’ gia’ pronto coi coltelli affilati e percio’ devo stare attento a quello che scrivo, lo so che traction control e ABS salvano ogni giorno migliaia di vite, evitano collisioni, amputazioni, danni fisici e psicologici enormi, pero’ la finalita’, il cammino che e’ stato intrapreso credo che sia proprio quello della ricerca di un mezzo salendo sul quale sara’ impossibile farsi male, o quasi. Moto che non cadono, semplicemente. Che frenano senza bloccare le ruote se sto andando incontro ad un ostacolo, sulle quali l’unica preoccupazione sara’ di dondolarsi dando il gas e basta.
Il miraggio e’ piu’ vicino di quanto ci possiamo immaginare, solo che tutto questo porta ad una domanda, e non ditemi che non ve la siete mai posta: ma chi guida, il pilota, contera’ poi qualsosa? La parte forse piu’ bella e gratificante dell’andare in moto, oltre al suono, al vento, all’essere immerso nella natura, non e’ forse quella di mettere alla prova le proprie capacita’? Pensare che guidando bene, magari in sicurezza, scioltezza, con stile il proprio mezzo, magari difficile, magari impegnativo, sul quale mi devo muovere, che non sopporta le manciate di gas a centro curva, sul quale devo buttarmi giu’ col corpo, col quale devo gestire la frenata, dal quale scendo pensando che “si, l’ho guidato bene”, regala la soddisfazione piu’ grande che si possa desiderare. Credo che un motociclista che almeno una volta ha provato questa sensazione, di riuscire in qualcosa di cosi’ difficile e meraviglioso come la sintonia perfetta col proprio mezzo, di essere lui, capace di portarlo dove vuole in una meravigliosa cacofonia di sensazioni, difficilmente sarebbe capace di barattare tutto questo per mettere il culo su un sempreimpiedi, fosse anche l’ultima moto al mondo.
Nessun controllo elettronico, nessun espediente tecnologico potra’ mai sostituire l’esperienza data dalla gradualita’ nell’acquisirla, tanto che forse, l’illusione di potersi mettere alla guida di un mezzo troppo potente per le capacita’ di chi guida, nell’illusione che ci possa essere la mano invisibile dell’elettronica a proteggere e trarre d’impaccio da qualsiasi situazione, le mappature, i riding modes, puo’ rischiare di diventare ancora piu’ pericoloso.
La sbandataccia dovuta al brecciolino, la frenata dove anche i sistemi elettronici presentano dei limiti, prima o poi si presentano nella vita di ogni motociclista, e niente, in quei momenti, potrà essere d’aiuto come l’istinto acquisito con l’esperienza fatta su mezzi assolutamente privi di elettronica.