C’è un parallelismo fra la fedeltà alle donne e quella alle moto? Il binomio donne e motori, una storia infinita fra testa e passione.
Spesso si parla di donne e motori, ma ognuno di noi ha un amico che ragiona quasi continuamente ed esclusivamente di donne. Le storie che ha, che ha avuto, la tipa che gliel’ha data in un modo, quella che non gliel’ha data in un altro, quella che ha conosciuto alla coop, quella che gli ha fatto un bombolone mentre erano in bicicletta.
Di solito sono compagnie divertenti perché hanno sempre una storia avvincente da raccontare, e te che magari non hai una vita sentimentale così tumultuosa ascolti rapito da quante avventure differenti può far vivere una cosa apparentemente semplice e democraticamente uguale una all’altra come la gnocca.
“Storie di donne e motori, d’infedeltà e innamoramento”
Io di storie di donne sono più di vent’anni che non ho più da raccontarne, in compenso ho sempre intrattenuto gli amici, soprattutto se motociclisti, con le mie storie di moto.
Le avventure che ho vissuto, i viaggi, le esperienze più diverse; prima come semplice appassionato, poi come collaboratore di varie testate giornalistiche e reporter.
Ma soprattutto, con le storie delle moto che ho avuto.
In questa materia sono un vero Don Giovanni, un amatore infedele e avventuriero, che passa con disinvoltura da una sella all’altra, da un manubrio a un paio di tronchetti subendo e seducendo, scambiando, vendendo, barattando tanto che raramente ho speso o perso grosse cifre in questo andirivieni quasi continuo.
Come l’amico che ha sempre una storia di potta a portata di racconto, a me viene sempre chiesto cosa ho di nuovo in garage, quale modello semirecente, quale moto.
Solo che recentemente mi è successa una cosa strana. Possiedo attualmente una vecchia endurona che mi porta dappertutto: al lavoro, in fuoristrada, a trotterellare senza fretta in città, anche in due. Non è un fulmine di guerra, ogni poco si rompe qualcosina perché ha 24 anni sul gobbino e le faccio fare vitaccia; però è piacevole, mi riporta sempre a casa, fuoristrada è intuitiva, erogazione dolcissima, consumi ridotti.
Insomma una di quelle moto che prendi con l’idea di usarla per un pò di tempo e liberartene, che sai già che sarà una storia che dura poco, un pò come l’amico donnaiolo con una storiella fra le tante.
Un amico, conoscendomi, mi ha chiesto di vendergliela quando mi fosse venuta a noia. E lì è successa la cosa strana. All’inizio ho preso tempo, perché non avevo visto nulla che potesse sostituirla, lui ogni tanto mi richiama, io invento una scusa per rimandare la vendita e credo che a questo punto troverà qualcos’altro, con mio malcelato sollievo.
Perché la verità è che quel vecchio bidone, giorno dopo giorno, fra una pozza enorme da guadare e una raspata di rovo sulla carena, fra una gita al trotto al Piazzale e una scesa da incubo sui sassi smossi, con quella estetica intramontabile e quella ostinazione a mettersi in moto nonostante i numerosi acciacchi dei quali soffre, mi ha conquistato.
Mi ha fatto innamorare con la sua ostinata dedizione, con quell’essere al di fuori del tempo, tanto che sempre più spesso penso “chi se ne frega se è vecchia? È un oggetto di ferro e plastica, quello che si rompe si aggiusta. Basta che non mi lasci a piedi…”
E quindi me la tengo io, la mia moto, e non la cambio, almeno per ora.
Chiaramente il pericolo per quanto mi riguarda, scrivendo di moto, è di non aver più storie da raccontare, un pò come l’amico donnaiolo se si sistemasse con una sola: sai quanto diventerebbe noioso senza le sue storie di donne?
Dai, tranquilli, magari finché non si rompe la tengo, ma come insegna il nostro amico, si possono sempre guardare le altre!
Le foto per gentile concessione degli amici Moe e Ryan di www.cyclegarden.com