L’OMS prende ad esempio la Svezia per la fase 2, il loro metodo è però quello che hanno applicato con successo dal primo momento. Perché non da noi?
Siamo stati il primo paese occidentale ad aver avviato il famoso lockdown, la prima grande democrazia ad aver applicato il metodo cinese, un metodo coercitivo, basato sull’imposizione.
Ma è stata davvero l’unica scelta possibile?
Per molte settimane si è instaurato un clima di apprensione nel Paese, per altro additando in coloro che andavano a passeggiare o correre i responsabili della diffusione del virus. La verità è che la maggior parte dei morti sono stati nelle RSA a causa di una scellerata gestione dei contagiati, per aver chiuso le scuole obbligando i genitori a utilizzare i nonni per tenere i figli, nel non aver imposto norme precise nei luoghi di lavoro (chiudendoli fino all’attuazione di queste) e soprattutto nel non aver spiegato chiaramente alla popolazione cosa si poteva fare per non contagiarsi e contagiare.
Tutto questo senza prendere in esame le responsabilità di aver privatizzato una parte del sistema sanitario, puntando su una eccellenza supposta (e il temine potrebbe avere un doppio significato…).
Ora come ci troviamo? Con una fase 2 dove le norme di comportamento sono tanto imprecise, quanto lasciate alla discrezionalità delle forze dell’ordine. Così ci troveremo ancora di fronte a casi di sceriffismo dove il poliziotto, il carabiniere, il finanziere o vigile urbano di turno, possono arrogarsi il diritto di sanzionare un cittadino in base a norme aleatorie.
Eclatanti i casi come quello della famiglia fermata e pesantemente sanzionata perché stava portando a una visita di controllo la figlia che aveva da poco subito un trapianto di midollo osseo. Sanzione poi tolta vista la grande diffusione mediatica della cosa. Ma per chi non è riuscito ad avere la stessa attenzione ed è incorso in questo sceriffismo?
Non sarebbe stato più opportuno fin dal primo momento (oltre a giustamente eliminare eventi e situazione di assembramento) spiegare attentamente quali sono i comportamenti a rischio e sanzionare solo quelli?
Perché mai questa privazione dei diritti fondamentali individuali è stata messa nella discrezionalità delle forze dell’ordine (che per altro hanno globalmente cercato di operare saggiamente)?
Alla fine l’unica soluzione, perorata anche dal Comitato Scientifico, è stata quella dell’isolamento forzato ed ora che si scopre che il virus non sparirà come per incanto, si sta pensando di conviverci, cosa che si poteva fare da subito prendendosi le responsabilità delle vere carenze.
Quelle persone che sono fuggite da Milano all’annuncio del blocco totale e che sono state insultate a destra e manca, hanno poi aderito all’invito dei governatori regionali all’auto-isolamento per almeno 14 giorni e questo ha fatto si che l’epidemia nel sud sia ampiamente sotto controllo. Una chiara dimostrazione di responsabilità di persone che nessuno si è preoccupato di dire in che condizioni sarebbero dovute rimanere, come i tanti studenti che hanno solo un posto letto in camere condivise.
E ora siamo a disquisire su chi siano gli affetti veri o presunti e ad essere sottoposti al giudizio di un saggio agente di polizia o di un improvvisato sceriffo.
Questa nostra propensione al governo forte viene da lontano, ha radici nella nostra storia recente del secolo scorso, ma anche del passato più lontano. Lo Stato è sempre stato (scusate il gioco di parole) il rappresentante di forze straniere, una istituzione da cui resistere, possibilmente da fregare. Quindi il senso civico un optional su cui non contare e favore della più chiara, facile e semplice dittatura, tanto rimpianta da molti italiani.
In questa nostra propensione il vero problema: dobbiamo ancora imparare a essere cittadini e non sudditi.
Nel nostro ambito io sono sicuro che ad esempio i motociclisti saprebbero ben comportarsi. Che rinuncerebbero ad abbracci e pacche sulle spalle, tenendo le debite distanze, che spiegando per bene le cose e prendendo le giuste precauzioni si potranno anche attivare degli eventi.
Forse il nostro popolo dovrebbe pensarsi maggiormente adulto e non come un bambino da mandare a letto presto.
L’immagine di copertina è quella del nostro raduno Il Buono, Il Brutto, Il Biker (che non verrà effettuato quest’anno)