Site icon Moto On The Road | viaggi in moto, avventure in moto, turismo in moto

A proposito di carburatore: Angeli Custodi

 di Kiddo

La recente esternazione del sig. Direttore sul suo blog, in merito al senso di nostalgia che irrimediabilmente coglie chi ha vissuto epoche in cui le moto avevano un sistema costruttivo più semplice delle attuali con iniezione, e sulle quali potevi anche azzardarti a mettere le mani qualora si fermassero, mi ha riportato alla mente l’aneddoto che vado a raccontarvi.

Parla di come riavviare una moto di vecchia concezione ferma da tempo, e di come un amico riuscì a farla ripartire… per telefono.

 

Angeli Custodi

 

In letteratura, sono numerosi gli episodi in cui il provvidenziale intervento di una figura mistica, dalle capacità divine, interviene per aiutare le persone in difficoltà o per mutare radicalmente, col loro intervento, la storia degli uomini.

Abbastanza noto è quell’episodio in cui un giovane dai capelli biondi e lunghi e dall’innegabile carisma, introdottosi nelle stanze di una giovane signorina, ne annunciò la gravidanza, senza che questa ne avesse mai goduto la parte più piacevole. Vabbeh; evento questo che avrebbe poi indubbiamente mutato il corso della storia e dato vita alla società occidentale come oggi noi la conosciamo.

Ma noi siamo qui per parlare di moto, e ci mancherebbe…

Ho anche io il mio Angelo Custode, e gestisce il Motoclub della Futa.

In realtà, mi ha salvato il culo durante una gara a Jesolo, modificandomi l’assetto della moto in modo da farmi correre un po’ più dignitosamente. Ma l’intervento davvero soprannaturale, si è verificato proprio tempo fa. Stavo smadonnando nel disperato tentativo di accendere il Dr 350 senza neanche la speranza di riuscirci e rassegnato in partenza a portarlo dal meccanico del paese per farmi ripulire di nuovo il carburatore, che squilla il telefono. E’ il mio amico Paolo.

“Hei, vecchioooo, sei nel Mugello? Dai che vengo a riscuotere quella birra!” (quella che gli avevo promesso a fine gara).

“Macchè -rispondo io- sono a Firenze, sto cercando di riaccendere il Dr, solo che è fermo da sette mesi…”

“allora fai così: chiudi la benzina, inclini la moto dalla parte sinistra a 40 cm da terra per una ventina di secondi, poi dai 3 pedalate senza dare gas, vedrai che alla terza si accende”

Faccio come mi dice, ancora senza la minima speranza, e infatti la moto non va.

“Macchè, è morta ti dico”

“allora adesso apri la benzina e dai tutto gas, trova la massima compressione sulla pedivella e vedrai che adesso va.”

e nulla.

“questa non ha proprio voglia, se non si smonta il carburatore…”

“Nooo, ripeti tutta la trafila, se non va in moto è perché non arriva corrente.”

Richiudo la benza, riinclino, spedalo, riapro, sgasso, rispedalo. Niente. Richiudo, ripeto tutta l’operazione e mi pare di sentire qualcosa che si muove, là sotto. Ripeto ancora, il Dr sembra dare segno di vita. Al quarto ciclo fa un timido segno di mettersi in moto, al quinto si accende e si spenge subito dopo. Al settimo sfumazza e borbotta, poi giocando col minimo, il gas e l’aria lo tengo in vita. Certo che la benzina è più vecchia di me… ma il Dr brucerebbe anche il vinsanto, e fiammeggiando dallo scarico esplode in tutta la sua virilità. Faccio un giro di prova, non mi ricordavo che andasse così bene, nonostante le gomme sgonfie. Che spettacolo! Richiamo il mio angelo custode:

“Diavolo di un Paolino, mi hai riacceso la moto per telefono, meno male che non conoscevi mia moglie quando è rimasta incinta, sennò la ingravidavi con la forza del pensiero!” 

Exit mobile version