di Gabriele Peterlini
Mezzo punto, solo mezzo punto a segnare il confine tra il vincitore ed il primo degli sconfitti….mezzo punto pesantissimo. Non è stata sfortuna per Tom, non è stata fortuna per Max.
Nelle gare la sfortuna non esiste. Un motore che va in fumo durante la gara, la caduta di un pilota, sono eventi che tutti scongiurano, ma che tecnici, piloti ed addetti ai lavori mettono pur sempre nel bilancio preventivo di una stagione sperando di tirare le somme senza dover fare il conto anche con gli zeri di rotture e cadute.
E le somme di quel conto li si tirano sempre a fine anno. I numeri di questo 2012 dicono molto ed i numeri, si sa, non mentono mai.
Analizzarli aiuta a comprendere meglio che quel piccolo mezzo punto di vantaggio servito a Biaggi per battere Sykes, in realtà ha un peso importante perchè arrivato grazie alla determinazione del Pilota e al lavoro dello squadrone Aprilia. Quel mezzo punto insomma, ha pochissimo a che fare con la semplice fortuna o sfortuna….a seconda dei punti di vista.
I numeri dicono che Biaggi ha vinto 5 gare, tante quante ne ha vinte Melandri. Sykes ne ha vinte 4. Una situazione di sostanziale equilibrio.
A dire il vero Melandri e la Bmw erano lanciatissimi verso un mondiale che ormai sembrava aver preso la strada del loro box grazie ad un secondo posto e 3 vittorie consecutive nelle tappe di Aragon e Brno. Nel gran premio di Mosca Melandri passa al comando della classifica iridata, ma poi incappa in ben 4 cadute in 5 manche disputate. Quattro dolorosissimi ruzzoloni arrivati subito dopo aver conquistato il primo posto in classifica.
Difficile appellarsi alla sfortuna. Cinque zeri nelle ultime 6 gare (Macio salterà anche gara 2 di Portimao per i postumi della caduta di gara1) dicono che il problema di Melandri potrebbe essere stato di natura tecnica o di concentrazione del pilota. Riteniamo più veritiera la seconda ipotesi visto che le cadute sono arrivate praticamente sempre a gare appena iniziate e, in alcuni casi, quando era in prima posizione.
Sykes e Biaggi sono stati decisamente più regolari del ravennate. Lo sono stati durante tutto l’anno.
Max probabilmente ha messo in cassaforte il suo titolo conquistando ben 95 punti (su 100 disponibili) nelle 4 gare dove ha avuto a disposizione il gommone da 200 mm che Pirelli ha portato nelle tappe di Philip Island e Misano. Tolto il gommone Biaggi ha dovuto subire la rimonta di Melandri prima e di Sykes dopo.
Ma Biaggi ha tenuto botta. La determinazione che ha caratterizzato le prestazioni di Biaggi durante tutto l’anno la si può misurare chiaramente in quelle rare occasioni in cui il romano è finito a terra. Una su tutte quella nel gp Gp di Germania: Max cade ad inizio di gara 2 quando era in terza posizione e dopo aver vinto gara 1.
Si rialza e corre immediatamente verso la moto. La rialza, salta su e si lancia in una difficilissima rimonta che a fine gara gli porterà i 3 punti della tredicesima posizione conquistata. Tre punti sembrano un bottino piccolo piccolo dopo una gara corsa tutta in rimonta, ma servono anche quelli ed il corsaro lo sa bene. Tre punti sono 6 volte il distacco che lo separerà da Tom Sykes a fine anno. Durante l’anno abbiamo visto piloti ben più giovani di Max che dopo essere caduti han pensato più che altro ad imprecare contro la malasorte piuttosto che avvicinarsi di corsa alla propria moto finita a terra.
Ci sono poi altri 2 punticini racimolati a Brno grazie al Team Aprilia che dal box fa partire un ordine ben preciso indicando all’altro pilota ufficiale (e gentiluomo) Laverty di cedere il quarto posto a Max http://www.moto-ontheroad.it/cms/rubriche/lo-sport/eugene-laverty-ufficiale-e-gentiluomo/. Due punti sono 4 volte il distacco finale tra Tom e Max.
Punti importanti, punti pesanti. Quelli che han fatto la differenza in un mondiale per noi indirizzato in casa Bmw ed invece conquistato con determinazione e coraggio da un Pilota eccezionale e da un team dal contenuto umano e professionale di livello assoluto.
I nostri migliori auguri a Max Biaggi e a tutto il team Aprilia, Campioni del mondo non certo per caso.