La tappa del Miller Park a Salt Lake City viene buona per segnare un punto di svolta ormai definitivo nel campionato mondiale dedicato alle derivate di serie. Le case motociclistiche Europee hanno ormai sorpassato quelle giapponesi.
Il dato emerge soprattutto al termine di gara 1 con le tre moto Ducati, Bmw ed Aprilia presenti nel parco chiuso sotto al podio della gara vinta da Checa (Ducati).
Lo spagnolo ha tagliato il traguardo precedendo Melandri (Bmw) e Biaggi (Aprilia) rispettivamente secondo e terzo.
Al momento la classifica costruttori vede proprio le 3 moto europee in testa al mondiale.
Un ipotetico podio tutto Europeo caratterizzato da una presenza importante del made in Italy.
Va detto infatti che anche nel team BMW la presenza di tecnici e manager italiani è davvero imponente, forse il vero valore aggiunto nel team tedesco. Dunque le tre case europee davanti a tutte le giapponesi.
Una supremazia tecnica ormai costante e consolidata anche dalla seconda vittoria assoluta della BMW arrivata al termine di gara2 con Marco Melandri.
Le case Europee sfidano le Giapponesi proponendo soluzioni tecniche tra le più variegate: motore bicilindrico per Ducati montato su telaio in traliccio di tubi e forcellone mono braccio. V4 per Aprilia su telaio in alluminio e 4 cilindri in linea BMW sempre su telaio in alluminio.
Siamo solo a metà di un mondiale molto tirato, Sykes con la Kawasaki va forte al pari di Rea (secondo in gara 2) con la Honda.
Tutto può ancora accadere, ma il podio di gara 1 di Salt Lake City credo rispecchi abbastanza fedelmente l’ordine dei valori in campo sia per le moto che per i piloti.
Sui piloti è curioso notare che nella giovane SBK (25 primavere in questo 2012) l’età anagrafica non sembra rappresentare un ostacolo al conseguimento delle vittorie.
Checa e Biaggi sono gli ultimi due campioni del mondo della categoria che per uno strano destino si sono ritrovati vincitori dell’iride entrambi a 39 anni compiuti, entrambi su moto Italiane, Aprilia per Max e Ducati per Checa. Melandri con i suoi 33 anni è il più giovane dei tre piloti in sella alle moto europee che sono andate a podio in gara1. Due piloti Italiani ed uno Spagnolo, tutti e tre provenienti dalla categoria Moto Gp.
A questo punto il paragone con la categoria Moto Gp nasce quasi spontaneo.
Nel vecchio Motomondiale (quella del 2012 è la 64° edizione) le giapponesi Honda e Yamaha sono le padrone della categoria.
I piloti hanno un’età media di poco superiore ai 20 anni. La scuola migliore al momento è sempre quella Europea con una supremazia Spagnola nonostante il Campione del mondo in carica della Moto Gp sia l’australiano Casey Stoner che a soli 27 anni ha già annunciato il suo ritiro dalle competizioni a fine anno.
In moto gp l’Italia è rappresentata soprattutto dal binomio Rossi/Ducati con il pilota di Tavullia ormai considerato un vecchietto dall’alto dei suoi 33 anni. Rossi è sesto nel mondiale con un distacco di ben 48 punti dalla vetta dopo 4 gare disputate. Il primo italiano in classifica è Andrea Dovizioso, quinto su Yamaha M1 del team satellite Tech3 con 46 punti di ritardo da Lorenzo capoclassifica.
Un quadro, questo del Motomondiale, che vede la tecnica Italiana ed i piloti italiani decisamente in affanno. Una situazione diametralmente opposta a quella della SBK dove di fatto siamo protagonisti assoluti.
Sarebbe interessante analizzare nel dettaglio il perché di queste differenze nelle prestazioni dei due campionati, ma per ora vi lasciamo salutandovi con una simpatica conclusione: Il vecchio Valentino Rossi è ormai sufficientemente maturo per fare il salto in SBK!