Sicilia terra di storia, cultura, antichi borghi, e anche vecchi circuiti stradali. Appunti e suggerimenti per un giro nel parco delle Madonie in moto.
Dopo la full immersion storico-culturale del Sicily Coast to Coast, ci era rimasta ancora voglia di sapori, di profumi e perché no, di strade piene di curve. Così decidiamo di lasciarci alle spalle la lunga estate della costa sudorientale, e mettiamo le ruote sulla SS124 che da Grammichele porta a Caltagirone (impossibile non fermarsi nella patria delle ceramiche) e a San Michele di Ganzaria, su un asfalto tutto sommato buono ma soggetto ai capricci del terreno argilloso e franoso, il che si traduce, e sarà quasi una costante del giro, in frequenti dossi che mettono a dura prova il settaggio delle sospensioni. Poco male, chiudiamo il gas della Guzzi V85TT e ci godiamo l’altra costante delle nostre Madonie in moto: un paesaggio da sogno dentro al quale saremo immersi dall’inizio alla fine.
Ci infiliamo sulla 117bis, stradone che sale veloce verso Enna e che, segnaliamo, lambisce Piazza Armerina, sede della Villa romana del Casale i cui spettacolari mosaici meritano da soli un viaggio. Prendete nota e prendetevi il tempo per una visita, che c’è da rimanere a bocca aperta.
Quando arrivi dietro una curva e…
In ritardo sulla tabella di marcia continuiamo a salire, la strada è bagnata e serve concentrazione, certo è che il panorama fa di tutto per distrarci e allora si va con un filo di gas mentre nel casco è tutta una serie di ooohhh… uuuhhh… fino a che, ormai a sera inoltrata, da dietro una curva appare improvvisamente Gangi. Ed è un WOW! La foto non rende giustizia all’incendio di luci che d’improvviso ci si para davanti.
Madonie in moto, i borghi più belli d’Italia
Al mattino le nostre Madonie in moto prevedono la visita alle Petralie, plurale. Sono due paesi eletti, come Gangi, tra i Borghi più belli d’Italia: Petralia Sottana e Petralia Soprana. Sotto un cielo plumbeo ma che di nuovo ci risparmia la lavata, volgiamo lo sguardo tutto intorno e ci rendiamo conto che un altro tipo di incendio ha devastato la zona. Il 4 agosto scorso tutto, ma proprio tutto, è stato inghiottito dalle fiamme. Facciamo chilometri in mezzo a un paesaggio surreale con l’odore di bruciato che ancora penetra nelle narici. Boschi, terreni, allevamenti, pascoli, tutto appare distrutto. Impressionante.
La dieta? Da lunedì!
Ci fermiamo per un pranzetto leggero in un caratteristico locale di Petralia Soprana. Chi chiede un piccolo antipasto, chi giusto un primo tanto per fermare l’appetito. E ci portano un piatto di pasta al ragù di carne, funghi, finocchietto e pan grattato che ha le dimensioni dell’Ayers Rock! Da queste parti alzarsi da tavola e poi riuscire a chiudere la cerniera di giacca e pantaloni potrebbe non essere scontato.
Oltre alla dieta ormai rimandata a lunedì, un’altra cattiva notizia ci aspetta: il MACSS, Museo di Arte Contemporanea Sotto Sale, è chiuso causa effetti da pandemia (il sito però non ne faceva cenno). Si tratta di una miniera di salgemma che custodisce decine di opere di artisti che hanno scolpito blocchi di sale, in pratica l’unico luogo al mondo in cui possono conservarsi. Vabbè, appena riaprirà avremo la scusa per tornare.
A Gangi occasioni per dare una mano al territorio da salvare
Torniamo sui nostri passi e torniamo verso la nostra base a Gangi: visto da lontano così adagiato sulla collina sembra quasi una colata di miele. Gironzoliamo tra le vie e veniamo a sapere che nel centro storico ci sono tantissime dimore abbandonate che aspettano soltanto di essere acquistate per essere portate a nuova vita. Il prezzo? UN EURO! Nessun obbligo per la destinazione finale, unico vincolo la ristrutturazione entro cinque anni dal rogito. È un territorio merita di essere conosciuto e valorizzato, lo spopolamento di questi borghi è peccato mortale che va contrastato, e potrebbe essere un buon investimento post pandemia. Se l’articolo interessa sappiate che abbiamo i contatti diretti con gli assessori competenti.
L’indomani è giorno di rientro, e decidiamo di allungare il nostro giro nel parco delle Madonie in moto andando a cercare altri borghi e altre curve. Per esempio coniugando le due cose lungo l’antico circuito che fu teatro della Targa Florio.
Sorprese
A Geraci Siculo ci infiliamo negli strettissimi ripidi stradelli del paese. Servono buone gambe e buoni freni, e tanto equilibrio per non far danni sul ciottolato, soprattutto se bagnato dalla pioggia caduta poco prima (e che di nuovo ci risparmia). E rimaniamo stupiti quando un abitante del luogo esce appositamente di casa e ci consiglia, in dialetto stretto, di andare a vedere il Salto del Ventimiglia, una terrazza trasparente che sporge nel vuoto. Sconsigliabile a chi soffre di vertigini.
Targa Florio
Scendiamo verso Castelbuono attraverso un bellissimo toboga immerso in una sughereta, poi a Isnello che pare adagiata su un fondale dipinto, Collesano col suo Museo della Targa Florio, infine Scillato dove riprendiamo l’A19 verso casa a conclusione di un bellissimo tour nel parco delle Madonie in moto, immersi in paesi e paesaggi della Sicilia più vera. Ah, e nonostante nuvoloni neri come presagi in 500 km non abbiamo preso una sola goccia d’acqua. Si vede che tra noi e questi luoghi l’amore è reciproco.
Abbiamo viaggiato belli paciosi sulla Guzzi V85TT messaci a disposizione da Motoperformance di Ragusa. (https://www.motoperformance.it)
Ci siamo protetti con casco modulare Nolan N90/3 (https://www.nolan.it/it/caschi-apribili/n90-3)
Abbiamo portato i bagagli nella borsa impermeabile Kappa WA404R (https://www.kappamoto.com/Borse-soffici-moto/Sella/WA404R)
Abbiamo cenato di gusto e dormito come sassi a Gangi presso il Casale Villa Rainò, coccolati da Piera e ascoltando i racconti del sig. Aldo. (http://www.villaraino.it)
Abbiamo distrutto sul nascere qualsiasi tentativo di dieta da Salvatore, in piazza San Michele a Petralia Soprana. (https://www.facebook.com/profile.php?id=100039871305507)