La Pasqua in moto ha rappresentato l’apertura di stagione per la maggior parte dei mototuristi. Quest’anno salta, ma teniamo viva la nostra passione.
Cari lettori,
non vi scrivo per l’ennesima esortazione a stare a casa. So che la stragrande maggioranza dei cittadini è responsabile e che la caccia all’untore/jogger ha trovato molti di voi dissenzienti, soprattutto ora che le vere responsabilità di una epidemia così violenta stanno venendo a galla.
Vi scrivo dalla “eccellente Lombardia esempio mondiale di qualità sanitaria”.
Il mio pensiero non può evitare di correre soprattutto nelle belle valli bergamasche (piene di motociclisti di tutte le età), massacrate dalla cupidigia di alcuni imprenditori e dalla stoltezza dei vertici regionali, che spero debbano pagare per tutto questo, non solo politicamente, ma (se accertato) anche penalmente.
La Pasqua è sempre stata l’apertura della bella stagione motociclistica, il momento in cui molte assicurazioni venivano attivate, le motociclette ripristinate e i sogni cominciavano a uscire dal cassetto.
Tutti noi ricorderemo sicuramente “delle belle Pasque in moto”.
Dobbiamo accettare questo come un tempo sospeso, che cristallizza i nostri propositi, ma non ne annichilisce il desiderio.
Ci sarà il tempo di tornare in moto anche quest’anno, e lo dovremo fare con la massima prudenza.
Se una cosa questa epidemia ci sta ricordando è il valore immenso della vita.
Buona Pasqua a tutti