20.000pieghe, il raid motociclistico per mototuristi mai sazi di curve

La 20.000pieghe non ha bisogno di presentazioni, giunta ormai alla XI edizione, riscuote sempre un enorme successo. Quest’anno c’eravamo anche noi.

La formula della 20.000pieghe è vincente, mototurismo, amicizia, panorami e strade tutte da guidare. E poi avvincenti prove speciali, tracce da studiare e un’organizzazione impeccabile. Si svolge ogni anno in una regione d’Italia diversa e questo è il motivo per cui, chi ha già partecipato, torna l’anno successivo. Un modo divertente per visitare i luoghi più belli del nostro Paese, con la certezza di non rimanere mai delusi.

20.000pieghe
20.000pieghe 2019

E’ proprio vero, per capire come funziona bisogna esserci.

Il nome “20.000pieghe” potrebbe lasciar intendere che la manifestazione sia dedicata a piegatori incalliti e scalatori di passi. Sbagliato.
Si tratta di un evento essenzialmente turistico, condito da prove di abilità, e strutturato in modo tale che ognuno sia coinvolto.

Quest’anno la regione protagonista è stata il Friuli Venezia Giulia. Luogo di partenza il comune di Arta Terme, che ha accolto gli oltre 160 partecipanti e i loro mezzi con una ospitalità esemplare.

Arrivata ad Arta con la mia Suzuki Vstrom 650, ritiro il materiale e mi metto al lavoro. Più per spirito di emulazione che per piena consapevolezza, scelgo un tavolo dell’area riservata all’interno di Palazzo Savoia, e apro la cartina stradale della regione.

Sembra un po’ come unire i puntini della Settimana Enigmistica. Punti di interesse dove scattare il selfie che da diritto ai punti, i luoghi di ristoro, la partenza della prova speciale e i controlli orari. Tutto deve combaciare.

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Si inizia a tracciare il percorso.

Roadbook alla mano, inizio a tracciare il percorso. Ogni tanto alzo gli occhi per vedere gli altri come se la cavano, sembrano tutti molto a loro agio. Mi rimetto a testa bassa sulla carta e cerco di sbrogliare la fitta rete di stradine sperando di trovare il percorso indicato. Tra carta, GoogleMap e TomTom mi si intrecciano gli occhi.

Fatto, sono molto soddisfatta. Il prossimo anno però devo partecipare in squadra. In questo caso c’è sempre uno che studia il percorso e gli altri che si bevono una birra intorno al tavolo. Chi ha studiato il percorso ovviamente il giorno ha anche il compito di guidare il gruppo. La soluzione ideale, se sei uno degli amici che beve la birra.

La mattina dopo sono pronta. Si parte.

Alla partenza della 20.000pieghe 2019
Alla partenza della 20.000pieghe 2019

Si parte scaglionati. Navigatore acceso, pettorina allacciata e via.
Ho capito già dai primi 500 metri come sarebbe andata a finire: individuata la prima pettorina numerata davanti a me mi sono accodata. E’ così bello godersi questi posti fantastici senza la preoccupazione di essere sulla traccia giusta.

In effetti le Dolomiti non deludono mai, i paesaggi ti fanno entrare subito in armonia con la natura e il verde intenso dei prati, in contrasto col blu saturo del cielo, rendono la guida ancora più goduriosa. Dappertutto casette di legno e campanili che spiccano dai centri abitati e alzando gli occhi le vette maestose. Un vero paradiso.

Ogni tanto uno sguardo al navigatore e la soddisfazione di aver tracciato il percorso corretto.

Ma ecco a bordo strada un gruppo di moto, sono dei nostri, vuoi vedere che è ora del primo selfie? Sì in effetti vedo tutti che si fotografano quindi mi accodo anche io, selfie, foto al panorama, il laghetto, due chiacchiere, un occhio alla cartina.

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Postazione selfie raggiunta.

Ok, si riparte. Mi giro. Ecco, lo sapevo, ho perso quelli davanti a me. Moco male, trovo subito un’altro gruppo da seguire. Si va. Loro capiscono che mi sto accodando e mi aspettano. Ecco cosa intendevano quando dicevano che alla 20.000pieghe quello che conta è l’amicizia e la voglia di divertirsi e stare insieme. Bello.

Sconfiniamo in Austria e in Slovenia, costeggiamo fiumi turchesi e percorriamo nastri d’asfalto che sembrano tavoli da biliardo. L’andatura è turistica, con tutta la tranquillità di godersi i panorami e rispondere ai saluti dei bambini che vedono passare questo esercito di motociclisti. Non si smette mai di emozionarsi leggendo la gioia e la sorpresa nei loro occhi sorridenti.

Ci siamo. E’ ora del primo controllo orario. Nonostante abbiamo tenuto un passo tranquillo dobbiamo fermarci per evitare di arrivare troppo presto. Ci si toglie il casco e ci si gode per qualche minuto il fresco all’ombra. Si controlla il roadbook, si scambia qualche parola e poi si va. Controllo orario superato e punto ristoro raggiunto.

20.000pieghe 2019
20.000pieghe 2019

Inizio a capire. Tutti i selfie, i controlli orari, i luoghi di ristoro, elencati nel roadbook, sembravano una complicata combinazione di elementi. Invece no.

Tutto avviene in modo molto naturale, i tempi sono calcolati con un ampio range di tempo per permettere ad ognuno di procedere col proprio passo, e c’è tempo per tutto: soste, foto e contemplazione. In corrispondenza dei punti previsti per il selfie spesso si trova già un gruppo di pettorine ferme, quindi non è una caccia al tesoro, si intuisce subito che è l’ora della foto. E poi il personale dell’organizzazione è numeroso e si ritrova nei punti cardine dell’evento: le prove speciali, il pranzo, e lungo il percorso. Si incontrano poi ovunque altri partecipanti con cui confrontarsi, quindi è impossibile perdersi. Quasi impossibile.

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Sosta per godersi il panorama.

Dopo la sosta pranzo decido che è il momento di proseguire “in solitaria”, per vedere l’effetto che fa. Saluto i commensali e parto. Io con la mia Vstrom e i pensieri nel casco. Seguo il percorso e mi sento libera. Prima sosta per fotografare il panorama, seconda sosta per immortalare la chiesetta; la cosa mi sta sfuggendo di mano. Però il bello di stare soli è che si può decidere quando e dove fermarsi in libertà. Mi piace. Forse sono in ritardo. Ma mi godo questi attimi.

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20.000pieghe. Solo bei panorami

La prova speciale mi attende, e ho un orario da rispettare per la partenza. Sono curiosa di vedere in cosa consiste questa famosa prova speciale. Mi hanno spiegato che bisogna percorrere circa 15 km in un tempo di 20 minuti esatti. Più ci si avvicina al tempo esatto e più punti si ottengono. Tutto senza mai mettere i piedi a terra, o almeno fare in modo che nessuno dell’organizzazione se ne accorga. Direi che ce la posso fare. In effetti è una prova semplicissima, alla portata di tutti, ed è divertente proprio per questo: non richiede abilità particolari e non bisogna essere piloti provetti. Basta solo la voglia di giocare.

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Prova speciale

Anche il pranzo e i momenti di ristoro alla 20.000pieghe si rivelano un’occasione per conoscere nuove persone, scambiarsi impressioni e raccontarsi la mattinata. C’è un bel clima, e tutti quanti partecipano con l’intenzione di stare bene e divertirsi.

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Pranzo in baita

Il tempo vola, e guidare in un contesto così non stanca. Vallate, montagne e fiumi sono lo scenario ideale e lungo il tragitto c’è anche il tempo per soffermarsi nei luoghi della storia italiana.

Volgendo lo sguardo durante la guida si scorge l’itinerario dei fortini della Grande Guerra. Tracce storiche che abbiamo già seguito durante i nostri viaggi in moto, anche in Slovenia, e in cui mi riprometto di tornare con calma.

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Sulle tracce della Grande Guerra

Tanta anche l’emozione mentre si rivolge il proprio pensiero alle vittime della diga del Vajont. Vicenda di cui si è parlato e scritto molto, ma essere sul luogo della tragedia è come immergersi nella vicenda e sentire la sofferenza di tutte quelle persone e quei bambini la cui vita si è interrotta per sempre e dei loro famigliari.

Non poteva certo mancare un passaggio sul Monte Zoncolan, da cui si gode una meravigliosa vista sulla Carnia, famoso per la pendenza impegnativa e i tornanti ostici. In realtà, forse, più in bici che in moto, ma emblematica è la scritta che troviamo come “benvenuto”.

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Sullo Zoncolan

Ma nulla ferma i partecipanti della 20.000pieghe e in cima, ad accoglierci, una vista splendida.

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I tornanti del passo Zoncolan
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In cima al passo

Si ritorna ad Arta Terme.

La sera, all’arrivo, si consegna il roadbook della giornata e si ottiene quello per la giornata successiva. Di corsa a fare la doccia e poi giù nella hall dell’albergo a preparare il percorso del giorno dopo.

Durante le tre tappe sempre la stessa bella atmosfera, ci si incrocia spesso per la strada, e l’ultimo giorno già ci si conosce un po’ tutti.
Qualcuno partecipa in coppia, altri in squadre e molti singolarmente. C’è chi entra in spirito competitivo, chi si gode soprattutto la parte turistica e chi coglie l’occasione per stare in compagnia dei propri amici.

Il premio per tutti è quello di aver trascorso 5 giorni in moto attraverso le strade più belle della regione, senza pensieri, e con altri appassionati.

Leghiamo i bagagli e torniamo a casa, ripercorrendo in parte le strade già viste nei giorni scorsi, e godendo ancora una volta di paesaggi bellissimi e aspettando la prossima edizione della 20.000 pieghe.

20.000pieghe 2019
Si torna a casa

Abbiamo utilizzato durante la 20.000pieghe il casco Scorpion EXO-3000 AIR CREED nella colorazione titanium/black/neon yellow.

Questo casco modulare si presta in modo ottimale a viaggi in moto e si è rivelato un compagno di avventure molto versatile.

Innanzi tutto la grafica è molto accattivante, moderna ma senza cadere in eccessi, si abbina perfettamente ad ogni tipo di moto dalla vocazione turistica.

Scorpion EXO-3000 AIR CREED nella colorazione  titanium/black/neon yellow

Gli interni sono molto morbidi al tatto e realizzati in un tessuto che non provoca irritazioni o fastidi di alcun genere. Sono completamente rimovibili e lavabili, quindi anche la manutenzione è molto semplice da realizzare. Il cinturino è dotato di chiusura micrometrica che permette di indossarlo e toglierlo in un attimo.

La calzata di questo dello Scorpion EXO-3000 AIR CREED risulta sempre perfetta in quanto è dotato di Airfit Concept, un sistema che permette di gonfiare con semplici pressioni dei cuscinetti interni, laterali e posteriori, facendo aderire in maniera ottimale le imbottiture alla testa del pilota.

Questo casco ha un visierino parasole, estraibile attraverso un comando scorrevole latereale, che è ben dimensionato e ripara egregiamente dai raggi solari. Ha la visiera con sistema Pinlock ® , che crea una intercapedine di aria con la visiera evitando il formarsi di appannamenti, che limitano la visibilità.

Casco modulare Scorpion EXO-3000 AIR CREED

Alzare e abbassare la mentoniera di Scorpion EXO-3000 AIR CREED è semplice  e rapido e lo scatto è preciso e sicuro.

Le prese d’aria presenti sulla calotta sono molto efficaci, lato che ho apprezzato molto specialmente con le alte temperature.

Unico neo di questo casco è la rumorosità, che specialmente nei trasferimenti in autostrada, ha reso poco confortevole il viaggio. Aspetto per me trascurabile in quanto, ove possibile, scelgo strade secondarie, ma potrebbe influire sulla scelta di chi è abituato a utilizzare questo tipo di viabilità.

Per maggiori dettagli è possibile consultare il sito ufficiale Scorpion.

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