Una delle zone più caratteristiche del Friuli, ai piedi del mitico Zoncolan, da vivere motociclisticamente con la formula dell’ Albergo Diffuso di Sutrio – Borgo Soandri
L’Italia dei borghi, dei piccoli centri, delle cittadine è la parte migliore del nostro Paese. Certo, ci sono le immortali città d’arte, ma è invece proprio nelle piccole realtà territoriali lungo tutto lo stivale che si può conoscere l’Italia più vera, ricca di tradizioni e di sapori preziosi, dove scopri sempre una pasta mai assaggiata, un formaggio particolare, un vino autoctono, un panorama inaspettato. È questa Italia delle mille differenze che piace di più ai motociclisti, ed è per questo che vi suggeriamo questa destinazione in Friuli: l’ Albergo Diffuso di Sutrio – Borgo Soandri.
Ma cos’è un Albergo Diffuso?
Si tratta di una forma di ospitalità che per semplificare definiremmo a metà strada tra l’accoglienza alberghiera e il bed & breakfast. In realtà l’albergo diffuso è molto di più, è in primis un progetto di conservazione e riqualificazione del patrimonio abitativo dei piccoli centri, soprattutto in questo periodo dove si assiste a un forte accentramento verso grandi nuclei urbani.
Infatti – per quanto riguarda la Regione Friuli – i progetti legati all’albergo diffuso, godono di finanziamenti fino al 50% dell’importo di ristrutturazione, con un limite di 200.000 Euro. Una gran bella iniziativa che sta permettendo di vivere una nuova vita per molte realtà locali, destinate altrimenti al declino, sia demografico che strutturale.
L’albergo diffuso fornisce gli stessi servizi di un albergo: accoglienza in una reception, prima colazione compresa e consegnata in stanza all’ora concordata, pulizia delle camere, ma tutto questo inserito nella realtà del borgo e senza le convenzioni, gli orari e i formalismi tipici degli alberghi. Un sistema che i motociclisti apprezzano molto, visto che possono portarsi la moto quasi sempre a portata di camera.
Abbiamo scelto di parlarvi dell’ Albergo Diffuso di Sutrio – Borgo Soandri, perché è stato uno dei primi, ed è posto in un territorio che offre molte cose interessanti, ma che è anche il punto di partenza di possibili itinerari motociclistici.
Albergo Diffuso di Sutrio, qualche itinerario:
Siamo a 30 chilometri dal confine austriaco, con molte belle strade e i passi che questa nazione offre su questo versante. Ci si può spingere fino a Lienz e tornare passando da San Candido, Santo Stefano di Cadore, attraverso il parco naturale di Tre Cime. Un percorso di circa 200 chilometri di strada e circa tre ore e mezza di guida.
https://goo.gl/maps/GkzUtpwcuEE2
Il secondo che suggeriamo è un itinerario più lungo che potrete poi modificarvi a seconda delle vostre esigenze. Si va in direzione Cividale del Friuli, si entra in Slovenia direzione Caporetto – dove vi consigliamo una sosta storia al Museo di Caporetto, emozionante ed educativo e l’ossario italiano. Si prosegue poi per la bella Bled con il suo lago. Tornando, consigliamo il Passo Vršič, con rientro in Italia su Tarvisio.
In totale quasi 400 chilometri e poco meno di 7 ore di guida (ma potete accorcialo a piacimento).
https://goo.gl/maps/J2W3FfCbBfC2
Se volete andare un po’ al mare avete Lignano a circa 120 chilometri, Grado a 110 e Trieste a 140.
La vetta di una montagna molto cara ai ciclisti e non solo, lo Zoncolan, si trova solo a circa 15 chilometri.
Potete includere questa tappa nel ritorno da un bel giro che dall’ Albergo Diffuso di Sutrio – Borgo Soandri, andrà in direzione di Zuglio, poi Ampezzo. Su questa strada potreste fare una deviazione, ma solo se avete delle enduro e una capacità di guida appena discreta su tratti accidentati, in Località Pani. Una divagazione che vi offrirà scenari indimenticabili.
Da Ampezzo, attraverso il Passo Pura si proseguirà in direzione Sauris di Sotto, poi Prato, Ovaro e finalmente il mitico Zoncolan. A pochi chilometri dalla vetta c’è la malga Pozof, dove una sosta non si può perdere. Qui oltre gli ottimi piatti cucinati e serviti sul momento, si possono acquistare formaggi decisamente genuini e visitare le parti antiche di questa malga. Totale dell’itinerario sono 130 chilometri, ma il tempo richiesto è di oltre tre ore.
https://goo.gl/maps/yJzyRBiqVPq
È evidente che in una zona così ricca di opportunità basta dotarsi di una carta geografica o di un computer per disegnare molteplici itinerari. Ci si può spingere attraverso le Dolomiti Friulane verso il cuore delle Dolomiti, oppure andare verso la pianura. Scegliere di visitare le città vicine come Tolmezzo e Udine, o approfondire la scoperta della Carnia.
Ma magari si può anche scegliere di passare una mezza giornata alle vicine Terme di Arta, nelle piscine termali e il resto del giorno girellando per il paese alla scoperta di angoli suggestivi, in attesa di cenare in uno dei diversi ristoranti che il borgo propone.
Dal punto di vista gastronomico vi consigliamo di non perdere gli Cjarsons, uno dei piatti più tipici della cucina friulana. Ogni ristorante, ma anche ogni casa, propone la sua ricetta e quindi non ne troverete mai due versioni anche solamente simili nel gusto. Si tratta di un primo di pasta ripiena, con all’interno una incredibile quantità di erbe e spezie su una base di patate. Un piatto che metterà d’accordo carnivori e vegani. L’impasto di sola acqua e farina viene lavorato e portato alla forma simile a quella di agnolotti o i pansotti liguri. All’interno, oltre patate ed erbe, c’è chi ci mette biscotti tritati, cioccolata, uvetta, cannella e molto altro ancora. Se l’interno è estremamente variabile, vengono da tutti immancabilmente conditi con burro chiarificato e una spruzzata di ricotta affumicata. Un piatto che è una delizia.
Che volete fare, da buoni italiani, siamo partiti per “fare moto” e siamo finiti a tavola. Buon viaggio e buon appetito.
MATERIALI UTILIZZATI
Nel nostro viaggio abbiamo utilizzato i dispositivi di comunicazione Sena 10S e la videocamera Prism.
Il 10S è l’ultima versione di interfoni Sena per caschi da motociclista. Si può parlare con 3 compagni di guida tramite audio HD, fino a 1 miglio (1,6 km ) di distanza, ricevendo chiamate, ascoltando musica e altro ancora.
Nella confezione Dual – con due interfoni – abbiamo trovato i dispositivi, i cablaggi e i microfoni per caschi Jet/modulari o integrali e il manuale di uso. Un’App dedicata (per dispositivi Android e IOS) consente di mettere in connessione il proprio smartphone con il Sena 10S, utilizzandone le varie funzioni vocali, dalla chiamata all’ascolto musica, fino alla connessione con i sistemi di navigazione.
L’istallazione dell’interfono può avvenire tramite aggancio a morsa o nastro 3M. Noi abbiamo utilizzato il secondo rimanendone pienamente soddisfatti. La connessione tra dispositivi è pratica e immediata. La comunicazione sotto i 100 Km/h è perfetta, ma salendo di velocità – così come per tutti gli interfoni – il rumore del vento crea un inevitabile disturbo. In definitiva il Sena 10S è un ottimo interfono, di facile istallazione e di facile utilizzo. Il notevole raggio di azione è superiore alla media.
Prism Tube Sena
La videocamera Prism Tube Sena è un prodotto di uso semplice ed efficace. Una volta istallata sul casco o su una superficie della moto, la si può posizionare perfettamente utilizzando l’App dedicata. Il notevole angolo di ripresa quasi sempre includerà una parte del casco o della moto, ma questo in realtà accrescerà il valore reality di ripresa. Prism Tube Sena registra in qualità 2K Quad HD, 1440p: 30fps. La sua attivazione in movimento è semplice anche con i guanti, facendo scorrere una parte mobile lungo il tubo. Noi abbiamo trovato il sistema molto comodo, ma nel caso si prenda dell’acqua sarà bene pulire accuratamente la superficie della parte scorrevole, per mantenere il movimento fluido.