6 Nations Raid
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6 Nations Raid II° parte: prosegue l’avventura tra Montenegro e Albania

Prosegue il nostro viaggio. La seconda parte del nostro 6 Nations Raid ci porta ad attraversare prima il Montenegro e successivamente l’Albania, dove ci imbarchiamo al porto di Durazzo per ritornare in Italia.

Il 6 Nations Raid non è ancora finito, continuamo ad attraversare in sella alla nostra Honda Africa Twin DCT, nuovi percorsi in fuoristrada. Siamo sempre in alto, scendiamo da una montagna all’altra, affrontiamo diversi tipi di terreno, rimaniamo spesso stupiti di tanta bellezza inaspettata.

Da Žabljak (Montenegro) fino Shkodër (Albania)

Prosegue il nostro viaggio, questa volta la tappa di 200 km, con circa 80 km in fuoristrada, ci ha portati da Žabljak (Montenegro) fino a Shkodër in Albania. Il gruppo di motociclisti è ormai affiatato, abbiamo tutti trovato intesa nel seguirci alla giusta distanza, pronti ad essere di supporto a chi si venga a trovare in difficoltà.

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La stanchezza non c’è, l’adrenalina ci permette di affrontare con lo giusto spirito le difficoltà incontrate lungo il percorso. A titolo di cronaca, qualche problema tecnico è emerso, una moto che fatica a mettersi in moto, qualche pezzo perso lungo il percorso, e  un paio di cadute (una mia); ma l’esperienza mi insegna che è ora di badare ad essere più costanti e meno impulsivi, a risparmiare non tanto la meccanica, la mia Africa Twin è un mulo, quanto gli pneumatici tassellati che sono veramente maltrattati.

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Il percorso questa volta è leggero, distese infinite racchiuse dalle cime delle montagne, l’erba mossa con forza dal vento che talvolta sembra essere un mare in continuo movimento. Ogni tanto incrociamo qualche abitazione rurale, case piccole con tetti spioventi, un abbeveratoio per il bestiame, un cane che abbai al nostro passaggio, tutto qui. Viene da chiedersi come si riesca a vivere in questi posti così disabitati, affascinanti per gli esploratori, ma terribilmente difficili da vivere durante il periodo invernale.

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Ma noi stiamo solo “rubando” con lo sguardo un po’ dei loro paesaggi infiniti; immagino quanto debba essere suggestivo ammirare il cielo stellato da questo punto di osservazione, verrebbe voglia di fermare le moto, montare una tenda, accendere un fuoco e aspettare la notte.

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Al crepuscolo attraversiamo il confine con l’Albania, e conquistiamo la città di Shkodër. Cena veloce, qualche racconto condiviso sulla tappa odierna, e velocemente ci tuffiamo a letto; abbiamo bisogno di recuperare le forze per affrontare l’ultima tappa.

Da Shkodër fino Peshkopi (Albania)

Ci lasciamo alle spalle la metropoli di Shkodër con oltre 100.000 abitanti, fin qui siamo stati abituati fin qui ad incrociare la presenza di poche persone che si potevano quasi contare con le dita.

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Dopo una novantina di chilometri di asfalto, in questo caso non particolarmente interessanti, ci infiliamo in un tratto fuoristrada diverso da tutti quelli percorsi fino ad ora. Saliamo su una strada larga non più di 2 metri sul costone delle montagne, ci arrampichiamo senza difficoltà sempre più in alto, lungo la strada di terra battuta; talvolta attraversiamo piccole cittadine abbandonate, o comunque parzialmente disabitate. Siamo fortunati, perché le nostre due ruote ci permettono non solo di trovarci a contatto diretto con l’ambiente, ma anche di avere un punto di osservazione unico, cosa che ci permette di soddisfare ogni nostra curiosità.

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Non mancano le fermate, ci va di portare a conclusione questa nostra bellissima esperienza gustandoci gli ultimi panorami che si mostrano ogni volta diversi; quello di questa tappa è  più rude, si contrappone a quello di un verde intenso dei giorni precedenti, in Albania il paesaggio è più brullo, e anche il cielo assume dei toni di azzurro meno intensi.

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Certo è che continuiamo a divertirci con i nostri mezzi, perché l’alternanza di diversi tipologie di tracciato necessita sempre di parametrare il nostro tipo di guida. Arriviamo nel tardo pomeriggio nella città montana di Peshkopi a 650 m.s.l.m., si cena insieme e il giorno successivo lascio il gruppo per raggiungere la città di Durazzo distante 225 km; parto da solo con il traghetto che mi porterà a Bari della compagnia Adriaferries.

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Alle ore 4.00 sono in strada, una pioggia incessante, in alcuni tratti di neve,  e sono messo a dura prova. Solo grazie al navigatore satellitare raggiungo il porto di Durazzo.

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Ad attendermi la motonave…una bella cabina, pulita e accogliente, una fantastica doccia calda, e anche della buona pasta italiana; dopo 6 giorni apprezzo lo spaghetto al dente, me lo sono proprio meritato.

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Gentile l’equipaggio, con i quali passo dei piacevoli momenti, loro nel raccontarmi come si affrontano le onde di un mare imbufalito, io nello spiegargli come è meglio affrontare le salite più ripide.

Si ringrazia:

Compagnia di Navigazione Adria Ferries per la tratta Durazzo-Bari.

www.adriaferries.com

Testo e foto: Amedeo Roma

Materiale utilizzato nel nostro reportage:

Honda CRF1000L  Africa Twin DCT ABS

Pneumatici Continental TKC80

Casco Givi X.01 TOURER 

Giacca Hevik NAMIB

Pantalone Tecnico Hevik TERRAIN

 

 

 

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