UN TERRITORIO DALLE MOLTE ETNIE, DIVERSE RELIGIONI, INNUMEREVOLI TRADIZIONI E STORIA: QUESTO È IL GANSU. UN VIAGGIO NELLA CINA MENO CONOSCIUTA.
Non potevamo resistere all’invito ufficiale dell’Ufficio del Turismo Cinese per visitare il Gansu, provincia sita proprio nel cuore di questa enorme e popolosa nazione. Il Gansu confina con Mongolia Interna, Xinjiang, Qinghai, Sichuan, Shaanxi e Ningxia, spingendosi anche nel territorio mongolo per una parte del Deserto del Gobi.
In questa provincia si trovano anche diverse etnie di cui la maggioritaria è la Han, e poi le minoranze Hui, Tu, Uiguri, Mongola,Tibetana, Dongxiang, Kazakhi, Salar, Manciù, Bonan e Yugur.
Un crogiolo di tradizioni e usanze che convivono in questo stato laico, dove la libertà di espressione religiosa si manifesta palesemente.
I colori, i paesaggi e le atmosfere sono spesso complicati da far percepire attraverso un testo, per questo abbiamo pensato di offrire ai nostri lettori la possibilità di apprezzare le immagini del nostro itinerario e leggere il nostro racconto di viaggio, sfogliandolo nella maniera classica.
La Cina rimane il grande mistero dei tempi moderni: una società con partito unico, dove convivono capitalismo e comunismo, una sorta di ossimoro economico che però ha fatto di questo paese la prima potenza industriale del mondo e dove modernità e tradizione sembrano appartenere ora più che mai alla coscienza collettiva di questa immensa popolazione.
I cinesi stanno riscoprendo e mettendo in valore le proprie tradizioni, le diversità, la storia e i monumenti, non sempre in maniera stilisticamente ineccepibile (da un punto di vista occidentale), ma sicuramente efficace.
Come già appurato nel nostro viaggio in Hunan, i siti storici e archeologici sono strutturati per affrontare una massa di persone imponente, un turismo interno capace di muovere diverse centinaia di milioni di persone.
In Gansu ci siamo spostati visitando alcune delle cose interessanti di cui la provincia dispone, ma siamo ben lontani dall’aver visto tutto il potenziale di questo territorio di 1/3 più grande dell’Italia.
La Prefettura autonoma di Linxia Hui
Il nostro viaggio parte dalla città Yongjing situata nella Prefettura Autonoma di Linxia Hui, lungo il corso del Fiume Giallo. Una città architettonicamente moderna le cui origini però datano 5000 anni.
Partecipiamo come prima cosa al “2017 Silk Road Tourism Promotion”, una manifestazione di promozione turistica della Via Della Seta, su cui Yongjing è situata. L’evento è ricco di suggestioni e nella serata l’intera città si trasforma in uno spettacolo di luminarie, con centinaia di chilometri di luci che corrono lungo tutti i palazzi.
Da questa città si raggiunge su barche a motore – con una risalita di circa 3 ore del fiume fino alla diga di Liujiaxia – il tempio di Bingling, uno dei siti archeologici più importanti della Provincia.
Si tratta di una serie di grotte lavorate e scolpite in migliaia d’anni. Il tempio di Bingling ha nella gigantesca statua Maitreya Buddha con un’altezza di circa 27 metri, il suo punto centrale. Il complesso è visitabile tramite un’ampia passerella che costituisce un anello di diverse centinaia di metri lungo il corso di un affluente del Fiume Giallo. Proprio sui lati del corso del secondo fiume più importante della Cina imponenti rocce variopinte costituiscono il canyon nel quale scorre l’acqua.
Linxia
Ci spostiamo nella città di Linxia, capitale della provincia autonoma. Qui c’è una forte presenza islamica con una comunità consistente della minoranza Hui che si può notare per la diffusa presenza di moschee. La gente di questo distretto è cordiale e ben disposta a farsi fotografare e spesso ricambia chiedendo di fotografarsi insieme ai rari occidentali che capitano da queste parti.
Il tempio buddista Mida Riba, la cui costruzione è risalente al 1777, è luogo importante per i buddisti residenti nella città. La struttura circondata da mura, costantemente percorse da fedeli in preghiera, è costituita da un parallelepipedo del quale si possono visitare tutti i piani.
Altro luogo interessante è “l’Ancient Fossil Museum di Linxia”, con reperti risalenti al Cretaceo ed epoche precedenti, a testimonianza della fauna esistente nella zona.
Proseguiamo e senza accorgercene superiamo i 3000 metri d’altitudine. Il Gansu è praticamente un altopiano la cui altezza parte dai circa 1800 metri. Giungiamo in località Dangzhou dove troviamo un’area allestita per eventi e pernottamenti nelle classiche tende yurta (o ger), secondo i gusti e gli usi della minoranza di origine mongola che abita la provincia.
Questi tratto di strada è molto bello e moltissime sono le motociclette di piccola cilindrata che l’attraversano. In questa zona sono presenti anche molti animali selvaggi, come lupi, orsi, leopardi delle nevi, aquile, ma anche i tranquilli jak, mucche, montoni, conigli e volpi. Altri 70 chilometri ci conducono in un’altra storia, altre genti, altri usi.
La prefettura autonoma tibetana di Gannan
Arriviamo a Xiahe. Qui c’è la prefettura autonoma tibetana di Gannan e il Monastero Labrang, il secondo tempio più importante al mondo di questa religione, dopo quello di Lakhasa in Tibet. Il luogo ha un forte misticismo che si riversa anche nelle strade della città, continuamente percorse da decine di monaci. Qui la gente è meno affabile, ma si tratta solo di una scorza facile da scalfire con un po’ di gentilezza e rispetto. La località – posta a 3000 metri di altezza – ha tutta l’asprezza degli avamposti della civiltà, ed è sicuramente poco avvezza al turismo di massa, ma proprio per questo è molto interessante. Qui ci si può perdere nei tanti negozi alla caccia di souvenir tutti di tradizione tibetana. Un luogo incredibilmente vero!
Il monastero racchiude preziose statue millenarie ed è luogo di riferimento per i buddisti cinesi. Una vera e propria cittadella, la cui decadenza fa parte del fascino che solo i luoghi veri e non rileccati possono comunicare.
Il Cibo
In tutta la provincia del Gansu si mangia bene, ma con diverse differenze dovute alla geografia (che varia la tipologia di allevamenti e di coltivazioni) e alle tradizioni religiose. Una cucina semplice e leggera, con rarissimi fritti, molte verdure e molti cereali. Dalla nostra ultima visita in Cina cominciamo a trovare anche un progresso nella produzione di vini, ma siamo ancora ben lungi dall’eccellenza cui siamo abituati, mentre sempre gradevole è la birra locale a bassa gradazione.
La nostra permanenza nel Gansu è giunta al termine e ritorniamo nella città di Lanzhou per raggiungere la Mongolia Interna. Di questa inaspettata provincia ci restano le tante immagini riprese, i ricordi di luoghi millenari, i volti della gente e lo stupore dei bambini nel vedere gli occidentali.