Il Kiddo ricorda i bei tempi in cui – un po’ più giovane – inforcava la sua Yamaha Super Ténéré
di Carlo Nannini (Kiddo)
“Mamma mia, non me la ricordavo mica così grossa, pare un transatlantico “. La prima impressione rimontando in sella ad una moto che ho avuto per più di sei anni, a suo tempo e che ho desiderato tanto riprovare recentemente, la Yamaha Super Ténéré 750, non è delle migliori e mi duole ammetterlo davanti al gentilissimo proprietario che me l’ha fatta anche provare. Eppure ci ho girato tanto, a suo tempo; sono stato in Portogallo, Ungheria, Croazia, Francia, Germania.
L’ho portata in fuoristrada anche bruttino inseguendo i miei amici che avevano Xt600 e mi sembrava non andasse malaccio. All’epoca ero un ragazzotto casinista che spesso lasciava la moto ferma per diversi giorni, ritrovando la batteria immancabilmente a terra, tanto che poi mi toccava metterla in moto a spinta. Una bella rincorsa, saltavo su, seconda e pum pum pum (rischiando di piegare l’albero motore, lo so, adesso, ma all’epoca funzionava) e la Lucy (avevo dato anche un nome alla mia moto) mi riportava a spasso per il mondo.
Certo avevo 23-24 anni, tre giorni la settimana arti marziane e due pesi, sabato piscina domenica Mountain bike. La sera spesso fuori con gli amici, calcolavo una media di una pinta di birra al giorno, ed era interessante calcolare il rapporto numero di birre con immancabile sbronza del sabato/vasche che riuscivo a fare la domenica. Poi ovviamente c’erano le fidanzatine, che non bastavano certo a tagliarmi le gambe, oltre certo le dieci undici ore di lavoro in officina. Mettere in moto a spinta un cancello di 250 chili lungo come una gondola ripensandoci bene sarà stato un gioco da ragazzi.
“Eppure per me la Yamaha Super Ténéré era la miglior moto del mondo…”
Non che rimpianga quei tempi, intendiamoci o che attraverso la moto dei miei vent’anni voglia riprendermi la mia giovinezza, lasciamo questa psicologia da quattro soldi a chi ha tempo da perdere. Io volevo un bicilindrico per fare strade bianche, solo che la S.T. soprattutto in confronto a moto moderne ma anche in rapporto a maxi o dual dello stesso periodo pare davvero una granturismo stradale. Lunga, la ruota davanti lontana, imbarazzante per peso e dimensioni negli spostamenti a motore spento tanto che una moderna Multistrada con borse sembra una bici, al confronto. Inesistente ai bassi (mi chiedo come facessi a farci quei monoruota chilometrici), un gran motore a regimi dove, su una moto del genere, serve a poco o niente.
Eppure per me la Yamaha Super Ténéré era la miglior moto del mondo. Sicuramente la più bella! Certo, io avevo quella, e probabilmente non volevo neanche prendere in considerazione le altre. Ma a distanza di tanti anni riprovare la s.t. mi ha fatto capire che tante cose sono cambiate, io stesso, il mio fisico, le mie esigenze prima di tutto, e lasciare che la Super Ténéré rimanesse un ricordo, bellissimo e prezioso, ma di una gioventù vissuta e passata, è stato per me un atto di maturità. Se oggi sarei in grado di accenderla a spinta? Assolutamente no; ma, per citare Indiana Jones “non sono gli anni baby, sono i chilometri “.