testo Pierpaolo Consigli, foto Luigi Tonon
Quando entriamo in Antigua la bella città coloniale circondata dai suoi tre vulcani, dopo tanta pioggia c’è finalmente un bel sole ed incontriamo una folcloristica banda musicale di ragazzi in “divisa bianca”, che marciando festosa al rullio dei tamburi, attraversa le vie della città.
Antigua brulica di vita, negozi e di turisti anche europei tra cui anche diversi italiani. Non si contano gli alberghi i ristorantini, gli atelier di vario tipo, tutti ben inseriti in case multicolori, quasi tutte ad un piano, con gerani ed inferriate lavorate alla finestra.
[wp_geo_map]Ma la nostra destinazione del giorno e’ Chichicastelango, la piccola cittadina ad oltre 2000 metri di quota dove ogni giovedi’ si tiene un animato mercato che richiama la popolazione indígena da tutte le vállate vicine: non potevamo mancare di fare la visita.
Arrivati a Chichicastenango , entriamo a piedi tra le viuzze ed incontriamo molte “tienda” di articoli per turisti ( stoffe, huitiles, oggetti in cuoio, monili in argento e giada, maschere ed altri oggetti in legno),ma nel mercato ci sono anche i posti dove i local comprano le cose che servono a loro giornalmente usando l’ antica tecnica del baratto e dello scambio.
Percorrendo così le stradine che portano al mercato, si arriva alla Chiesa di S. Toma. E’ la Chiesa principale di Chichi ( che infatti viene chiamata S. Toma) che ha una particolarità : oltre ad essere una Chiesa cattolica, e’ anche luogo di culto per l’ antica religione indígena.
E proprio quando siamo arrivati noi, sulla scalinata d’ ingresso della chiesa , ma anche all’ interno sotto l’ unica grande navata, si stavano svolgendo strane celebrazioni con incenso, fiori profumati lanci di acqua verso le teche dei santi, sputi, trascinamenti sulle ginocchia ed altre arcaiche esternazioni che ci hanno sorpresa e d incuriosito non poco: veramente coinvolgente!!
Girando lo sguardo dall’ alto della gradinata sulle sottostanti vie brulicanti di gente, siamo colpiti dagli incredibili colori della mercanzia esposta. Banchetti di frutta e verdura si mescolano con oggetti di artigianato di cuoio colorato, pietre lavorate , articoli e maschere finemente scolpiti in legno, stoffe dai colori sgargianti , scarpe , vestiti ed oggetti usati, insomma non manca proprio nulla in questo straordinario mercato di Chichicastenango e capiuamo perché è diventato famoso.
Condividendo i tavoli con la gente locale divertita dalla nostra presenza tra di loro, mangiamo riso e pollo cercando di non guardare dove si lavano e preparavano i piatti e mettendo come sempre a dura prova i nostri indaffarati anticorpi . Vedremo più avanti nel viaggio che esausti, richiederanno un indispensabile aiuto di potenti dosi di fermenti lattici .
Dopo aver attraversato il Guatemala, il San Salvador e l’ Honduras si arriva finalmente ad un’ altra delle tappe importanti del nostro viaggio: Granada. La città del Nicaragua dove si trovano i bambini della comunità con la quale Valerio Morellato opera con la sua missione umanitaria che abbiamo tutti noi preso a cuore.
Arrivati inzuppati d’ acqua in albergo, sono le 18 quando facciamo conoscenza con Janin e Juan, i referenti nicaraguensi di Valerio Morellato con i quali ci accordiamo per andare l´indomani a visitare una delle scuole che aderiscono al progetto: quella del Pantanal a 4 km dalla città.
Le case coloniali spagnole in Centroamerica, sono quasi tutte simili ed anche quelle di Granada si presentano con una facciata bassa (uno o al massimo due piani), con belle finestre con inferriate e vasi di fiori. All’interno le varie stanze e il ballatoio, si affacciano spesso su un cortile interno quasi sempre molto curato con fiori , piante e perfino alberi piuttosto grandi come palme, eucalipti, etc.
Alle 9 con Janin e Celiana partiamo quindi per andare al Pantanal, un barrio molto povero di circa 10 mila persone dove si trova la Scuola Primaria “Josè de la Cruz”.
Al cancello veniamo subito accolti da un nugolo di bambini festosi che ci aspettavano sul cortile desiderosi di conoscerci, sono in buona parte quei piccoli studenti raccolti nel barrio che partecipano al progetto di alfabetizzazione iniziato dal padovano Valerio Morellato.
Visitiamo così le varie aule incontrando i bambini nel loro ambiente scolastico durante le lezioni e ci meravigliamo per la loro disciplina ed attenzione che dedicano al loro insegnante. Ascoltiamo le loro poesie e canzoncine a noi dedicate fotografandoci assieme a loro ed ai cartelloni di benvenuto che hanno preparato per noi.
Siamo tutti molto coinvolti e commossi da quella accoglienza calorosa e spontanea che quei bambini hanno voluto riservarci . Conosciamo anche alcuni dei loro insegnanti impegnati in quel momento a fare lezione; sono Mario, Juanita, Martin, Juan , pure loro come i bimbi a cui fanno lezione, vivono nello stesso barrio e questo è fondamentale per essere meglio ascoltati e seguiti nel loro programma di istruzione.
Accompagnati da Juan, un educatore volontario che è nato e vive nel barrio, andiamo poi a trovare i “ninos” nelle loro povere abitazioni poco lontane. Ci arriviamo percorrendo viottoli sconnessi in mezzo al fango ed alla sporcizia del luogo incontrando una vicina all’ altra povere baracche in lamiera o legno,quasi tutte senza luce ed acqua corrente .
Veniamo presentati alle famiglie che ci accolgono con un sorriso e manifestazioni di simpatia . Notiamo in tutti oltre alla gentilezza anche la grande dignità e i tentativi di mantenere la propria casa pulita ed in ordine. Ci sono panni stesi lavati in ogni cortile e nonostante l’ evidente povertà, si nota sulla gente l’ attenzione nella cura della propria persona.
Del Costarica abbiamo conosciuto alcune spiagge che si affacciano sul Pacifico ed in particolare Playa Tamarindo una delle località balneari più turistiche del Costarica e forse dell’intero Centro America. Tutta la costa questa zona infatti, è prodigo di belle spiagge e specialmente di “onde Lunghe” che richiamano surfisti e vacanzieri da tutto il mondo. Oltre naturalmente ai costaricensi , moltissimi sono gli americani e gli europei , che arrivano qui o nelle vicine spiagge di Playa Negra o Playa Avellanedas per praticare surf.
Anche qui come in tutto il Centroamerica, sembra non mancare la droga (Marijuana, ganja,coca) e gli alcoolici naturalmente scorrono copiosi.
C’è anche da dire che nonostante gli alberghi, i ristoranti ed i negozi siano molto eleganti ed anche lussuosi, le strade sono spesso non asfaltate, piene di buche e con fango visto che piove spesso, con poca o quasi nulla manutenzione .
Attraversiamo tutto il territorio del Costarica composto da campi coltivati a riso, piantagioni di palme da dattero e banane, paesaggi mozzafiato sulle spiagge del Pacifico, rigogliose foreste fluviali sui ripidi versanti montuosi, modeste ma graziose abitazioni bianche e dopo quasi seicento km con poche fermate tecniche per uno spuntino, una bibita e per fare benzina, arriviamo alla frontiera di Panama.
Prima di giungere alla nostra destinazione finale di Panama City visitiamo alcune località come la “Nueva Suiza” : una zona sulle pendici del Volcan Baru’ dove all’ inizio del secolo scorso arrivarono diversi contadini svizzeri ed anche se ora gli svizzeri non ci sono più, sono invece rimasti i segni tangibili della loro presenza nel tempo passato. Le loro belle vacche di razza bruno alpina ,grandi produttrici di latte, che popolano numerose i verdi pascoli, i tipici tetti elvetici molto spioventi delle case che contrastano certamente con la diversa architettura degli altri villaggi incontrati.
La strada sale di quota inerpicandosi fino ai mille ottocento metri del Cerro Punta da dove prendiamo il sendero des Quetzales che diventato sterrato, ci consente di apprezzare le qualità dei nostri mezzi nel fuori strada salendo fino ai 2300/2400 metri di quota.
L’ intera zona attorno al Volcano Baru’ ( che non riusciamo purtroppo mai a vedere in quanto sempre avvolto dalle nuvole), e’ in realta’ un ‘ incredibile gigantesco orto dove le famiglie che vi abitano producano in grandi quantita’ : insalate, cipolle, fagioli, sedano, carote, patate, ecc. ecc. C’è molto movimento perché gli abitanti della pianura vengono regolarmente a rifornirsi di ortaggi riempiendo le loro auto di cassette strapiene di ortaggi.
Aguadulce è un’ altra località dove ci siamo fermati prima di arrivare a Panama, per salutare alcuni parenti di Maurizio e Luigi. La cittadina non offre molto come attrattive paesaggistiche ma è comunque il più importante centro del Panama sia per lo zucchero, per il sale, ma soprattutto per gli allevamenti di camarones (gamberi) dove vengono allevati in grandi quantità e spediti in tutto il mondo, Italia compresa.
Finalmente a Panama! La meta è stata raggiunta: EL MUNDO MAYA 2010 MOTORAID si può considerare terminato. DA LOS ANGELES a PANAMA CITY Maurizio e Alessandro hanno percorso km 8.400.
Tutti gli altri che sono partiti invece da Veracruz, di km ne hanno percorsi quasi 5000.
La visita di rito per le foto al “Puente” ed alla “Esclusa Miraflores ” : il sistema di tre chiuse che permette alle navi, con un sistema complesso di sollevamento ad acqua, di superare il dislivello di decine di metri esistente tra i due oceani, completa il tour di Panama City.
Il canale è ancora in fase della ristrutturazione iniziata nel 2007 e da pochi mesi un consorzio d’ Imprese tra cui l’ italiana Impregilo , si è aggiudicata i lavori per la costruzione di due nuove serie di chiuse che permetteranno nel 2014, il passaggio anche delle navi di grande tonnellaggio.
Il progetto per l’ampliamento del Canale che rappresenta una delle opere di ingegneria civile più grandi e importanti del XXI secolo realizzata grazie all’ ingegneria Italiana, una volta tanto ci fa sentire fieri di essere italiani!
Non manchiamo di visitare anche “Casco Viejo”, il nucleo storico della vecchia città spagnola, oggetto di due importanti interventi: il recupero delle vecchie, malandate e decadenti case coloniali, sovvenzionato dall’UNESCO, e non meno importante, l’impegno della municipalidad per il recupero del “degrado umano” collocando decine di poliziotti ad ogni angolo della città per scongiurare furti, rapine, omicidi e vendita di droga.
Piano piano Casco Viejo sta ritornando al suo antico splendore architettonico ed umano e noi, come semplici turisti in cerca di souvenir o foto da scattare, siamo stati inconsapevolmente testimoni di questa rinascita.
Imbarcate le moto nel container, prendiamo il volo per l’ Italia portando con noi oltre ai souvenir anche i ricordi e le emozioni dei momenti trascorsi assieme in questo nuovo splendido viaggio.
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