by Kiddo
Quest’anno purtroppo non ho fatto la Centopassi, e ho fatto bene.
É probabilmente la gara di rally, regolarità o granfondo, chiamatela come volete forse più impegnativa e tecnologica sul panorama nostrano, e come nessuna richiede una preparazione più elaborata ed approfondita ma anche più appassionante rispetto alle altre competizioni di questo tipo, che spesso hanno molto più il sapore di un ritrovo amichevole.
La Centopassi prevede che si compia un itinerario predichiarato, che deve comprendere un massimo di 110 Passi (alcuni posso essere saltati ad esempio se si scoprono impercorribili durante la gara) scegliendo da un elenco di alcune centinaia di Passi appenninici e alpini o valichi sul sito www.centopassi.net pubblicato pochi mesi prima dell’evento che si svolge di solito nei quattro giorni del ponte del 2 giugno. Il controllo dell’itinerario avviene elettronicamente tramite un transponder consegnato dall’organizzazione, che vigila anche sulla velocità massima in ogni punto che non deve superare quella dei limiti stradali (meglio affidarsi a quello che scrive il navigatore), e ogni km all’ora in più è un punto di penalità. Il gruppo delle “Black Sheeps”, un team di torinesi (ma perché non si trova mai un torinese che parla torinese?) che hanno dichiarato un punto di partenza in Puglia per risalire tutto lo stivale fino al punto di arrivo, in Garfagnana, sono arrivati secondi pur avendo fatti cento passi perché uno di loro ha toccato per un breve tratto i 126 km/h dove il limite era 120. Alla premiazione non c’era. Chissà perché. Ai fini della classifica valgono inoltre l’altimetria massima affrontata, i tratti sterrati, la cilindrata della moto, i km percorsi. Tutti valori che determinano chi sarà il vincitore della Centopassi, anche se ovviamente il risultato che permette di entrare nella hall of fame, di diventare un Mister Centopassi viene riconosciuto a tutti quelli (pochi) che ce l’hanno fatta.
Purtroppo all’arrivo di quest’anno è mancato il momento forse più atteso, ovvero della premiazione e del riconoscimento, anche perché stilare una classifica così complessa in poche ore non deve essere semplicissimo. Il deus ex machina dell’evento, promotore, organizzatore, selfsbatter Matteo Vocino ha voluto riunire i premiandi della manifestazione in una bellissima località delle Marche, Matelica, che ha ospitato la banda Centopassi; una tutto sommato piccola rappresentanza dei partecipanti, circa una cinquantina sui centocinquanta del numero chiuso ammesso alla gara.
Bello e raro sentire in una manifestazione motociclistica le parlate quasi di ogni parte d’Italia: marchigiani che passano la serata coi toscani, piemontesi dal forte accento calabrese che discorrono coi bergamaschi, pugliesi trapiantati in Emilia che riescono a riunire una babele che accomuna, affratella, fa sentire viaggiatori veri nel proprio Paese, scopritori dei tantissimi angoli remoti che la Centopassi, che tu lo voglia o no, ti costringe ad attraversare. Posti bellissimi, a volte palesemente intransitabili, ma che senza l’obbligo di un itinerario che giocoforza deve essere deciso quasi sempre a tavolino, consultando cartine, navigatori, google maps, e che deve riunire nel minor tratto di strada possibile il maggior numero di valichi, difficilmente verrebbero presi in considerazione.
Durante la bella riunione di Matelica, e con le gambe distese sotto al tavolo assaporando le specialità marchigiane (ma quanto si mangia e si beve straordinariamente bene in ogni angolo d’Italia?!) si incrociano i numerosi aneddoti dei partecipanti, tutti con la loro avventura da raccontare, tutti coi loro aneddoti, la loro personale Centopassi, tanto che sarebbe ingiusto e presuntuoso pensare di raccogliere tutte le loro storie.
Si capisce però che la pianificazione è la parte più importante, e la possibilità di verificare se il percorso scelto è realmente percorribile. Una frana, una interruzione oppure un passo segnato nell’elenco ma che può diventare una bruttissima mulattiera in realtà può costringere ad un cambiamento di itinerario, a deviazioni di decine di km o a perdere ore su una tabella di marcia che giocoforza costringe a percorrenze giornaliere intorno ai settecento km, per almeno venticinque passi al giorno. Per questo, alcuni partecipanti, e non è detto che siano poi i vincitori, provano nei mesi precedenti il percorso, magari a pezzi, e ci dicono che qualcuno l’abbia fatto per ben tre volte!
La domanda che abbiamo rivolto loro è stata, ovviamente. Perché?
Perchè è la gara!, è sempre stata la risposta, e una gara o la fai per vincere, o non la fai. Coi tuoi mezzi, la tua resistenza, la tua capacità, ma l’obiettivo che ti devi, e che devi ai tuoi avversari, è che principalmente vai per vincere. Contro gli altri e contro te stesso, la fatica, lo scoramento, il buio, il dubbio che prende nelle sere che vedi che per arrivare all’albergo che avevi prenotato fra duecento km mancano ancora cinque valichi, e sono le sette del pomeriggio, e la mattina dopo ti devi alzare alle cinque per farne altrettanti.
La Centopassi è la laurea di motociclista che ti dai da solo.
Per questo, non potendo pianificare a dovere l’evento, rischiando di non dargli il giusto peso, la pianificazione che merita, abbiamo preferito non partecipare nonostante l’invito dall’organizzazione rivolto a noi di Moto-Ontheroad.
Però, visto che da una vita girare in moto su strade più o meno percorribili è quello che amiamo fare di più, credo sia venuto il momento di metterci alla prova, e andare a prenderci la nostra laurea di motociclisti.
E’ possibile avere l’elenco dei passi ammessi nelle edizioni precedenti ?
Grazie
no, non è possibile, l’elenco è disponibile solo per gli iscritti ed è relativo a quella edizione. l’unico modo è iscriversi e partecipare